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lunedì 24 luglio 2023

MELANZANE ALLA SCAPECE per la M e resto in ITALIA

Qualche giorno fa mi sono imbattuta nel post Valentina, di Profumo di Limoni, arrivandoci dal suo profilo FB, in cui esponeva un suo pensiero e col quale mi ero ritrovata assolutamente d'accordo.

Siccome poi Lei è sempre molto brava a proporre piatti anche semplici da preparare e molto spesso in linea col mio modo di cucinare, ed avendo in casa giusto giusto le MELANZANE LUNGHE, mi sono detta "perchè non provare?" per poi realizzare subito dopo la preparazione, che la ricetta era assolutamente perfetta per il Viaggio nel Mondo degli Ingredienti capitanato dalla nostra Aiù, dato che giusto domenica è partita la tappa dedicata alla letterina M e anche per questa rimango in ITALIA, essendo una ricetta tipica campana! ^____^

Ne ho fatta una prima infornata, cuocendone 7 o 8 ma la sera stessa il Compare se le è finite tutte (io sono riuscita ad assaggiarne forse due forchettate.... sono mooooooooooolto più lenta a mangiare...) e mi ha chiesto se potevo rifargliele... 

Così domenica mattina siamo andati al super a far di nuovo spesa e rifatte, ma stavolta ho diviso le porzioni, eccheccavolo... :DDDDD

Per farle ho seguito il procedimento del post di Profumo di Limoni, ma ho dovuto fare un paio di sostituizioni non avendo in casa l'aceto vino rosso (ho usato quello di mele) e non potendo usare l'aglio a fette o spremuto che sia... Quindi ho optato per il mio olio evo all'aglio che mi faccio da me.

Inoltre la mia menta in vaso porella è piuttosto rachitica, mentre il basilico sta che è una meraviglia, dunque quello ho usato...

MELANZANE ALLA SCAPECE

7-8 melanzane lunghe

1 bel ciuffetto di foglie di basilico (o menta o origano, ecc.)

olio evo all'aglio qb (o 1 spicchio d'aglio a fettine + olio evo)

aceto di mele (o di vino)

sale qb

Lavare bene le melanzane, bucherellarle generosamente con i rebbi di una forchetta e disporle sulla leccarda del forno, con sotto un foglio di carta forno.

Cuocere in forno già preriscaldato a 150° per non meno di un'ora, anche di più se le melanzane sono cicciotte o se usate quelle tonde.

A fine cottura, lasciare stiepidire nel forno aperto, quindi eliminare la parte sommitale, sbucciarle e tagliarle a listarelle, da divididere ulteriormente a strisce direttamente con le dita, ottenendo dei fili tipo grossi spaghetti.

Metterle in una fondina o in una ciotola e condirle con l'olio evo all'aglio (o se lo tollerate, anche con aglio a fettine) l'aceto e il sale e le foglioline di basilico sminuzzate.

Essendo io a dieta, ho seguito il consiglio di stare molto scarsa con l'olio, e sono comunque buonissime!

Ah! Nella procedura originale, le melanzane andrebbero bollite, ma la blogger Teresa De Masi da cui Valentina a preso la ricetta ha trovato questo sistema e devo dire che mi piace tantissimo, tanto che non ci penso nemmeno a provare la versione bollita... :DDD

L'ottimo sarebbe con le foglioline di menta, ma il basilico o l'origano fresco sono un'ottima alternativa.

Prima del consumo lasciare insaporire un paio d'ore o meglio ancora, mangiarle dal giorno successivo.

Credo di aver trovato il tormentone culinario per la nostra estate 2023... :DDDD

P.S.: chiedo venia, nella foto ho scritto "melanzane IN scapece" sbagliando, ma sono tecnologicamente impedita e non so fare a cambiarlo... 



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mercoledì 19 luglio 2023

ACQUA D'ORCIO un'antica e freschissima bevanda tutta italiana!

In questo periodo sono a ridotto regime alimentare, per cui devo per forza trovare ricette semplici, leggere o che, per lo meno, non incidano troppo sulla bilancia, visto che voglio continuare a dare il mio piccolissimo contributo alla nostra Mitica Carovana e alla raccolta ideata dalla nostra Capa Aiù! :DDD

In questo caso cercando ricette tipiche con la L di LIQUIRIZIA, mi sono imbattuta in questa preparazione e mi sono precipitata in erboristeria a comprare le radici di liquirizia!

Ho preso quella in bastoncini ma, col senno di poi, forse era meglio prendere quelli già spezzettati... 

Comunque, solo un pochettino di pazienza in più e via!

Si tratta di una bevanda molto antica, tutta italiana, delle parti di Reggio Emilia per la precisione, e quindi rimaniamo nel nostro BEL PAESE .

La sua storia e preparazione l'ho trovata QUI e vi invito ad andare a leggerla perchè è davvero interessante!

Poichè da nessuna parte ho trovato le dosi precise, ho fatto "a sentimento" :D

Ora si va a preparare una bella dose di...

ACQUA D'ORCIO (Italia)

2 grosse radici di liquirizia

1 manciata di semi di finocchio

qualche semino di anice compreso le bacche

1 litro d'acqua

Ho sciacquato velocemente le radici sotto acqua corrente, per eliminare eventuale polvere residua, poi le ho immerse in una bottiglia di acqua minerale naturale e lasciata così per un paio di giorni.

Ho quindi travasato tutto in un pentola, aggiunto le altre spezie e portato a bollore, quindi abbassato la fiamma al minimo, coperto con un coperchio e lasciato sobbollire per 5-6 ore.

Ho aggiunto subito la scorza dell'arancia, anche se la "ricetta" diceva di metterla alla fine perchè... mi sono sbagliata! :DDDD

Ho ripetuto la sobbollitura per altri due giorni (non potevo lasciare acceso il fornello 24 ore consecutive :DDD

Travasato il liquido rimasto (diventato molto scuro) in una bottiglia di vetro scuro e lo conservo in frigorifero.

Ho fatto infine la prova assaggio, versando in un bicchiere capiente qualche cubetto di ghiaccio, 1 cucchiaio di "estratto" e riempito con acqua.

Risultato? STRA-BUO-NA!!!!




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venerdì 9 giugno 2023

GARGANELLI e si resta in ITALIA!

Siamo quasi alla fine del Viaggio nel Mondo degli Ingredienti per la letterina G e la mia seconda proposta è dedicata alla G di GRANO TENERO e in particolare ai GARGANELLI, un formato di pasta fresca all'uovo tipica della mia Regione l'EMILIA-ROMAGNA, e della Romagna in particolare.... Per cui si resta in ITALIA

Ho preso la ricetta QUI, eseguita dalla Chef Ilenia Bazzacco.

La nascita di questo formato di pasta è legato ad un aneddoto davvero curioso (come avrete modo di sentire nel video)...

Pare che nel 1725 la cuoca del Cardinale Cornelio Bentivoglio d'Aragona, nel preparare il ripieno per i tortellini destinati ad uno dei tanti banchetti dell'epoca, si sia un attimo distratta e abbia lasciato incustodito tale ripieno e che un GATTO abbia approfittato di questa distrazione, mangiandosi il ripieno ...ma che gatto era, mi chiedo, per far fuori l'impasto per tutte quelle persone???!!!

Oppure, sempre la stessa cuoca (ZDORA in dialetto) abbia imbottito troppo i tortellini sopra citati e sia rimasta senza ripieno per finire la sfoglia che le era rimasta in abbondanza e si sia inventata lì per lì questo stratagemma per non sprecare quanto faticosamente preparato! 


Fatto sta che la cuoca, senza perdersi d'animo, si è subito ripresa dal disastroso incidente, prendendo un bastoncino fra quelli usati per attizzare il fuoco, e ha così sfruttato la pasta rimanente inventandosi questa sorta di "penne" all'uovo, servite poi col brodo di cappone, con gran gioia del Cardinale e di tutta la sua corte!

Dunque mi metto all'opera anche io, ma siccome non ho il bastoncino apposito e, come insegna quella cuoca del 1725, in cucina bisogna sempre ingegnarsi per portare a casa il risultato, l'ho ricavato sacrificando uno dei miei cucchiai di legno da cucina, tagliandolo! :DDDD

Il riga gnocchi invece ce l'ho perchè me lo ha regalato tanti anni fa il mio Suocerino, ma ne ho già ordinato uno nuovo perchè, facendo i garganelli, mi sono accorta che è parecchio rovinato e mi rovinava la sfoglia.... Per gli gnocchi va ancora bene, ma per i garganelli purtroppo no :P

GARGANELLI ALLA ROMAGNOLA

(per 2 persone)

per la sfoglia all'uovo:

2 uova medie a pasta gialla bio

200 g di farina 00

per il ragù di salsiccia:

2-3 salsicce 

1 scalogno

vino bianco secco

parmigiano grattugiato qb

noce moscata qb

olio evo

sale e pepe qb.

Preparare la sfoglia impastando le uova con la farina (a mano o con l'impastatrice, ma per due uova io l'ho fatta a mano) avvolgerla in pellicola trasparente e lasciarla riposare un'oretta.

Nel frattempo, togliere la pelle alla salsiccia e farla a pezzetti. Pulire e tritare lo scalogno e farlo appassire in padella antiaderente con l'olio evo.

Aggiungere la salsiccia spezzettata, lasciare rosolare quindi sfumare col vino.

Dare una grattugiata di noce moscata, giusto l'odore, quindi assaggiare ed aggiustare di sale e pepe se occorre.

Riprendere la pasta e tirarla in sfoglie sottili da cui ricavare dei quadretti di circa 3x3.

Prendere il riga gnocchi, posizionarvi sopra un quadretto di sfoglia in diagonale, rispetto alle righe dello stampo, appoggiarvi sopra il bastoncino ed arrotolarvi intorno il quadretto di sfoglia, premendo contemporaneamente sul riga gnocchi, così da ottenere il garganello ben sigillato.

Procedere fino ad esaurimento della sfoglia, sistemando man mano i garganelli su un vassoio o canovacchio leggermente infarinato.

Cuocere i garganelli in acqua bollente leggermente salata (è già saporito il ragù di salsiccia...) tenendoli mescolati delicatamente.

Quando vengono a galla, trasferirli direttamente nella pentola col ragù e mantecare bene.

Spolverare di parmigiano reggiano, saltare per amalgamare e impiattare!

Come dice Ilenia, questo è un formato di pasta che si presta a tantissimi condimenti, come ad esempio il ragù alla bolognese o (come lo prendevo sempre io quando da piccola con i miei andavamo nelle sagre di paese o alle Feste dell'Unità o dell'Avanti) con un ragù panna di piselli e prosciutto e quella volta i garganelli erano di sfoglia gialla e verde! 

Che bontà!!!!

Ancora, Ilenia racconta che in alcune famiglie si usa sostituire una parte di farina con del parmigiano grattugiato (per esempio 150 g di farina e 50 g di parmigiano).

La prossima volta ci proverò!


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La cartina dell'Italia l'ho presa QUI


lunedì 5 giugno 2023

CURRY MALGASCIO DI GAMBERI E POLLO e si vola in MADAGASCAR!

Da non amante del pesce, questa volta voglio rompere un "muro" che ho innalzato anni e anni fa, quando ho scoperto che alcuni pesci e crostacei mi danno diversi problemini... poi ho scoperto anche che se ne mangio pochissimo e, soprattutto, cucinato in casa da me o da chi conosce le mie problematiche, non mi dà nessun problema!

Cercando dunque ingredienti con la letterina G, protagonista fino al 10/06 del nostro Viaggio nel Mondo degli Ingredienti, sono incappata in questa ricettina che mi ha ispirato parecchio!

Così mi sono procurata i gamberi (trovato quelli surgelati argentini, belli cicciotti) e spadellato un piattino che poco ci manca ce lo litigassimo fra me e Compare!!! :DDD

A quanto pare è un piatto tipico del MADAGASCAR e stranamente non ho dovuto fare alcuna sostituzione, non essendoci ingredienti a me ostici (per esempio peperone che per me è veleno, o peperoncino o aglio in grandi quantità....)!

E poi è facilissimo e visto che il Compare ne è rimasto super-soddifatto, è già inserito nei nostri piatti-mai-più-senza!

CURRY MALGASCIO DI GAMBERI

E POLLO (Madagascar)

(dosi per 4 persone)

600 g di petto di pollo

1 kg di gamberi sgusciati

1 cucchiaio da tavola di curry

400 ml di latte di cocco

2 cipolle (io scalogno)

1 cucchiaio da tè di curcuma macinata (io in polvere)

2 spicchi d'aglio (io olio all'aglio)

25 g di zenzero fresco macinato

1 cucchiaio da tè di timo essiccato

1 ciuffo di prezzemolo

4 pomodori

20 g succo di limone

1 cucchiaio di olio di semi di arachidi

sale qb

Tagliare il petto di pollo a cubotti.

Lavare asciugare bene i pomodori e tagliarli a cubetti.

Tagliare anche le cipolle a cubetti piccolini (io 2 scalogni perchè avevo terminato le cipolle...)

Scaldare l'olio in una padella antiaderente e farvi rosolare il petto di pollo tagliato a cubotti, fino a che è bello dorato.

Aggiungere le cipolle affettate fini, l'aglio (io un pò di olio evo all'aglio) e lo zenzero e far saltare fino a che è tutto bello morbido, mescolando ogni tanto.

Intanto versare in una piccola ciotola la curcuma, il curry e poca acqua, giusto a formare una cremina densa, versarla poi sul pollo, mescolando bene e lasciando cuocere altri 2 o 3 minuti.

A questo punto si possono aggiungere anche il sale, il timo e i pomodori.

Continuare a cuocere per altri 15 minuti a fuoco moderato.

A quasi fine cottura, versare il latte di cocco, i gamberi sgusciati e terminare con altri 5 minuti di cottura.

Infine incorporare il prezzemolo tritato e il succo di limone (lime sarebbe meglio), mescolare bene e servire subito ben caldo!

La ricetta l'ho trovata QUI, ma siccome c'erano alcune inesattezze nei vari passaggi, io, seguendola, ho aggiunto il prezzemolo a metà cottura, ma è meglio metterlo alla fine, in modo che cuocia il meno possibile....




Ringrazio sempre la nostra Capa AIU' perchè crea queste immagini con le letterine troppo belle e sempatiche e io gliele rubo SEMPRE! :DD


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La bandiera del Madagascar l'ho presa QUI

La cartina geografica invece QUI

lunedì 6 marzo 2023

CARROT CAKE - Torta di Carote e si vola in U.S.A.!

Continua il Viaggio della Carovana e fino al 18 marzo tutte impegnate a scovare ingredienti con la letterina C!

Mi immagino tutte quante a sfogliare libri di ricette e spulciare siti online, con gli occhiali sulla punta del naso e un cucchiaio di legno a tenere il segno, come piccoli topolini di biblioteca! :D

Questa tappa la comincio tornando in U.S.A. sempre con un dolce, perchè sono i miei piatti preferiti e, forse, quelli che mi riescono meglio :DDD

A dire il vero non sono riuscita a capire dove sia nata originariamente questo dolce... Le sue origini pare siano molto antiche, addirittura che risalgano al Medioevo.... "sfogliando" pagine online ho trovato QUI un pò di storia di questo dolce e delle sue origini.

Visto però l'aspetto odierno così appariscente e ricco, lo vedo bene abbinato agli U.S.A., un Paese a mio avviso, sempre molto "scenografico"! :D

Dunque si comincia! Ah! la ricetta l'ho presa QUI e l'ho seguita passo passo.

CARROT CAKE - U.S.A.

Per la torta:

300 g di farina 00

300 g di carote fresche (pesate crude e già pulite)

240 g di olio di girasole o di lino (io di arachidi)

230 g di zucchero di canna o semolato (io di canna Demerara)

4 uova medie (io a temperatura ambiente)

100 g di noci sgusciate e tritate grossolanamente

1 cucchiaino colmo di cannella in polvere

1 cucchiaino di estratto di vaniglia (io il mio home-made)

1 bustina di lievito per dolci (io da 15 g non vanigliato)

1 cucchiaino raso di bicarbonato

Per la farcitura:

500 g di formaggio spalmabile tipo philadelphia (io quello senza lattosio)

200 g di zucchero a velo

2 cucchiaini di estratto di vaniglia (sempre il mio)

3 cucchiai di noci tritate grossolanamente per guarnire

Grattugiare con una grattugia le carote, metterle in una ciotola insieme alle noci tritate grossolanamente

In planetaria (o con le fruste elettriche) montare le uova con lo zucchero di canna, la vaniglia e la cannella per un paio di minuti, per avere un composto chiaro e spumoso, quindi aggiungere a filo l'olio.

Unire a questo le carote mescolando a mano con una spatola (o marisa) mescolando dal basso verso l'altro.

Infine aggiungere la farina precedentemente setacciata insieme al lievito e al bicarbonato, sempre mescolando dal basso verso l'alto.

Versare l'impasto nello stampo già imburrato e infarinato o, come preferisco fare io, foderato con carta forno tagliata a misura e tenuta ferma al fondo e alle pareti con una passata di burro.

Cuocere in forno preriscaldato a 180° per almeno 45 minuti, facendo la prova stecchino, che deve risultare asciutto.

Nel mio fornetto (un Maxi Delonghi) ci sono voluti 50 minuti, proteggendo però la superficie della torta con un pezzetto di carta stagnola dopo 30 minuti dall'infornata perchè rischiava di bruciare! :D

Sfornare e lasciare riposare una decina di minuti prima di torglierla dallo stampo, quindi lasciare raffreddare completamente, posandola su una gratella per almeno 3 o 4 ore.

Per quanto riguarda la farcitura, meglio aspettare almeno 4 ore, perfetto se fatto il giorno successivo.

Preparare dunque la farcia, lavorando con le fruste elettriche il formaggio spalmabile con lo zucchero a velo e la vaniglia, per avere un composto finale cremoso e senza grumi.

Inserire in una sac-à-poche, tagliare la punta senza inserire alcun beccuccio decorativo, non occorre.

Tagliare ora la torta ricavando 3 dischi (la mia è cresciuta molto e forse avrei potuto farne anche 4 di dischi, per avere una proporzione degli strati torta-farcia più equilibrata....).

Non occorre bagnare i dischi con sciroppi & C., in quanto l'interno e già umido di suo.

Distribuire uno strato generoso sul primo disco (ovvero la base) lasciando però un cm dal bordo e stenderlo con una spatola a gomito.

Sovrapporre il secondo disco, premendo delicatamente in modo che la farcia tra l'uno e l'altro si allarghi arrivando al bordo.

Distribuire altra farcia come nel passaggio precedente, quindi posare il terzo strato, il "cappello" della torta.

Spalmare ora la farcia restante, glassando tutta la superficie e i lati della torta, sempre con la spatola a gomito, chiudendo eventuali "buchi" e livellando bene il tutto.

Spolverare quindi con la manciata di noci tritate precedentemente, tenute da parte.

Trasferire sul piatto di portata aiutandovi con l'apposita pala (io ho una specie di QUESTO) e mettere in frigo per almeno mezzo'ora perchè si rassodi la farcia e tirare fuori 10 o 15 minuti prima di servire.

Consiglierei di fare porzioni non troppo generose, perchè è buonissima ma "impegnativa" da mangiare! 

Per me una torta del genere soddisfa almeno 10 persone anche se, immagino, per gli standard americani sia per 8....! :DDDD

Ah! Se non si ha lo stampo a cerniera sopra detto, va bene anche uno di 24 cm di diametro, ricavando due dischi.

La foto della bandiera americana l'ho presa QUI



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sabato 25 febbraio 2023

BONIATO AL FORNO e si vola in SPAGNA (Isola di Maiorca) con la letterina B

Oggi è l'ultimo giorno dedicato alla lettera B del Viaggio nel Mondo degli Ingredienti, un Viaggio che m'ha preso troppo e mi spinge a cercare sempre ricette nuove!

Grazie alla Mitica Aioulik (per me sempre Aiù) de La Trattoria Muvara che l'ha ideato e sempre grazie a Lei per avermi suggerito di cercare queste ricettine tipiche ^__________^

Sì perchè stamattina, facendo un pò di shopping compulsivo al NaturaSì di Jesi (AN) mi sono imbattuta in questo tubero che, leggo nel cartellino esposto, chiamasi BATATA e ho subito pensato: perfetto per la tappa della "B" ma chissà cosa è?!

Comunque ne compro 2 o 3 poi appena arrivati a casa, una volta fatto pranzo e sistemato la cucina, mi rilasso sul divano e mi metto a cercare che cosa sia questo tubero...

Che scema! Non è altro che la PATATA AMERICANA A POLPA ARANCIONE!

Come ho fatto a non pensarci?! :DDDD

Però l'America (in generale) me l'ero già giocata con la B, perciò non potevo sbirciare fra i piatti tipici americani... e 
qui mi viene in aiuto la Capa, Aiù appunto, che mi dice che è molto usata anche in Spagna per piatti altrettanto tipici!

Parte la ricerca e mi fermo su questa ricettina facilissima, che mi ha subito intrigata!

Così atterro in SPAGNA e, nello specifico, nell'Isola di Maiorca è un piatto molto diffuso a quanto pare e quindi...

BONIATO AL FORNO dell'Isola di Maiorca

4-5 boniato - batate - patate americane rosse (io le due più piccole delle 3 che ho comprato)

olio evo qb

burro per ungere lo stampo

zucchero qb

cannella qb

1/2 bicchiere di latte

Lessare i boniato interi (ovvero le batate) in acqua per qualche minuto (io 20 perchè le mie erano un pò grossine), scolarle e tagliarle a fette piuttosto spesse

La ricetta non specifica se vanno spellate o meno, ma io ho preferito eliminarla.

Corspargere di zucchero, una spolverata di cannella e un filo d'olio evo.

Versare sul fondo 1/2 bicchiere di latte e cuocere in forno già a 180° fino a che il latte è completamente assorbito e il boniato appare bello dorato (circa mezz'ora)

Quanto all'assaggio non so, perchè lo porterò domani a pranzo dai Suocerini e faremo da cavia tutti insieme! :DDDD

(Psssssttt! Ne ho assaggiato un microangolino e mi sembra buono!!! ma non capisco se collocarlo fa i contorni o i dolci...)



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La foto della cartina dell'Isola di Maiorca l'ho presa QUI

mentre la bandiera della Spagna da QUI








domenica 19 febbraio 2023

RISOTTO CON BRESAOLA DELLA VALTELLINA - letterina B - ITALIA

Oggi a pranzo invece... siamo rimasti a casa... nel senso del Viaggio nel Mondo degli Ingredienti, davvero a casa... in ITALIA! :DDD

Ho fatto un risottino buonissimo tanto che il Compare a fatto il bis!

La bresaola ci piace tantissimo e l'ho usato in mille modi, ma sempre così come si presentava ovvero come salume, in insalate, carpacci & C.

Mai però in versione "cotta" e quindi, cercando qualcosa di diverso e mai fatto (io almeno...) ho preso a sfogliare i tanti libri di cucina che ho in casa e mi è capitato fra le mani IL QUADERNO DEGLI ANTICHI PIATTI DI MONTAGNA   che su Amazon al momento non è disponibile ma io ricordo di averlo acquistato in una piccola libreria durante una delle nostre vacanze, appunto, in montagna... credo a Selva o a Moena, anni fa...

Ne ho diversi di questi "quaderni", li adoro e li cerco ogni volta che andiamo "su"! ^____^

Nella ricetta scelta dice di usare oltre che alla BRESAOLA della Valtellina, anche il BITTO, che è un formaggio tipico sempre della stessa zona, ma io non l'ho trovato (ovviamente) nei supermercati della nostra zona nè mai mangiato, quindi non ho idea del sapore che possa avere.... Ho ripiegato su un Pecorino semi-stagionato delle nostre zone e ci sta bene per carità, ma ora sono curiosa di questo Bitto e DEVO trovarlo! :)

Comunque ecco qui la ricetta, che trascrivo dimezzata nelle dosi, rispetto al quaderno:

RISOTTO CON LA BRESAOLA 

DELLA VALTELLINA E IL BITTO

Dosi per 2 persone (ne viene un bel piatto pieno!)

200 g di riso Carnaroli

50 g di Bresaola della Valtellina a fette spesse

35-40 g di Bitto (io, come detto sopra, un pecorino semi stagionato)

burro qb (io una noce)

1/2 cipolla bionda

1 litro di brodo di carne (io vegetale)

1/2 bicchiere di vino rosso

sale qb

Tagliare a pezzi piccoli la cipolla e rosolarla nel burro, quindi aggiungere il riso Carnaroli facendolo tostare bene, quindi sfumare col vino rosso e lasciare evaporare.

Portare a cottura aggiungendo mano a mano il brodo e a fine cottura aggiungere il Bitto e la Bresaola tagliata a dadini.

Spegnere il fuoco e lasciare riposare per un poco coperto, prima di servire.

Nella ricetta dice che se piace si può legare con un pò di panna ma io preferisco non usarla in cucina e quindi non l'ho messa.

Una nota sulla Bresaola.... quando ho chiesto che mi facessero fette spesse al banco del supermercato, non sono riusciti a farlo... ho chiesto almeno 4 o 5 volte di ispessire il taglio ma niente da fare... cioè, la fettina veniva un pò più spessa della precedente, ma ormai avevo raggiunto il peso richiesto (un etto) e ci ho rinunciato! :DDD

Quindi anzichè a cubetti, ho tagliato le fette a striscioline :D

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