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sabato 29 settembre 2012

LIQUORE DI FICHI D'INDIA

Quando Il Compare si fissa su una cosa, non lo smuovi più...

Giorni fa m'è tornato dal lavoro esordendo con "DEVO FARE IL LIQUORE DI FICHI D'INDIA!!!"

E questa? Che novità è? Dove l'ha visto 'sto liquore??

Mi metto a sfogliare quel paio di bei libriccini che ho di liquori fatti in casa, ma niente...

Non indago oltre, lo lascio trafficare e alla fine mi sventola sotto il naso la ricetta...

Se l'è trovata da solo, ha sfiticchiato nel web finchè non è stato soddisfatto...

Mi ha detto "non ti preoccupare, faccio tutto io..." e un brivido m'è corso lungo la schiena...  ma ho deciso di assecondarlo e lasciarlo fare... gli ho solo procurato il vaso adatto che se gli dicevo "sta di sotto in garage, sulla seconda mensola a sinistra in alto, vicino alle bottiglie da liquore" come minimo mi stava di sotto 3 ore a cercare per poi tornar su sfinito e brontolando che "in questa casa non si trova mai niente!" :DDD

Dunque, guardando la stampa che ho sottomano,  MA ho scoperto, mentre la sto ricopiando, che Il Compare ha leggermente sbagliato le dosi... ma è un'ottima cosa questa, perchè ho assaggiato il liquorino con il ditino e.... è STRABUONOOOOOOO epperciò riporto le nostre dosi, tanto poi, se volete vedere la ricetta "originale", la trovate QUI  

LIQUORE DI
FICHI D'INDIA

5 fichi d'india
500 g di alcool alimentare
500 g di acqua
250 g di zucchero bianco
filtro di carta

Versare l'alcool in un vaso capiente a chiusura ermetica.
Lavare ed asciugare bene i fichi d'india, eliminare le due estremità e sbucciarli accuratamente.
Tagliarne uno in 4 spicchi e mettere tutto nel vaso con l'alcool.

Lasciare macerare per una settimana, smuovendo di tanto in tanto, in luogo buio e fresco.

Trasscorso il tempo, preparate uno sciroppo di zucchero portando a bollore l'acqua e sciogliendovi accuratamente lo zucchero.

Fate raffreddare bene.

Nel frattempo filtrate l'infuso di alcool e fichi d'india usando un filtro di carta (o anche una pezzuola bianca, pulita, a trama molto fitta).

Noi abbiamo filtrato due volte, per essere sicuri di non lasciare passare alcuna spina, che pur essendo i fichi già puliti, dal super, hanno comunque qualche microspina (come ho scoperto stasera, mentre preparavo la seconda ondata di fichi per la prossima produzione.... :P).

Unire all'infuso alcoolico lo sciroppo di zucchero, mescolare e imbottigliare.

A noi sono uscite due bottigliette da mezzo litro ciascuna più una terza piccolina da 200 ml.

Conservare il liquore in frigo e cominciare a gustare dopo una settimana dall'imbottigliamento.


SPERO DI ESSERE ANCORA IN TEMPO per essere accettata nella raccolta dell'Abbecedario Culinario d'Italia, che fino a pochi giorni fa veleggiava verso Siracusa per la SICILIA, tutta riunita nella cucina di FRAGOLIVA 

Manco da così tanto tempo dall'Abbecedario, che mi stupirei davvero se la nostra Aiù (l'ideatrice della raccolta) mi riconoscesse ancora.... :DDDD

A dire il vero, non so se questo liquore possa rientrare nella cucina tradizionale siciliana.... però la mia nonna materna era Siciliana, di Palermo per la precisione e quando tornava dai suoi rari viaggi in aereo da quella terra così assolata e lontana per me, portava sempre a casa vassoi di cassate e cannoli e... qualche volta, infilati ed accuratamente incartati sul fondo della borsetta (e aveva una borsa che a Mary Poppins le faceva un baffo!!!) anche dei fichi d'india... completi di spine!!!! E io m'impacchiavo col mento appoggiato al tavolo, a guardarla pulire quei frutti così strani, gnolosi da pulire ma così buoni, succosi, polputi... buttavo giù tutto, semi compresi... cosa che ho rifatto in questi giorni pensando a TE nonnina... 


martedì 8 marzo 2011

TAGLIATELLE SEMINTEGRALI CON PISTILLI DI ZAFFERANO E BURRO AL TARTUFO

Su invito di Melampa, ricordo che domani è l'8 marzo, e che non è una Festa nel senso letterale del termine, ovvero che non c'è proprio nulla da festeggiare ma anzi, sarebbe da fermarsi un momento e riflettere sul significato dell'8 marzo... Melampa spiega benissimo come è nata questa ricorrenza, se c'è ancora qualche signora/signorina che non ne conosce l'origine e quindi il suo post è assai esauriente... Io raccolgo la sua bellissima idea di eleggere il CROCO a fiore simbolo della donna e da una varietà di croco in particolare si estrae una delle mie spezie preferite, ovvero lo ZAFFERANO!
Che, guarda caso, tinge tutto di un bellissimo e caldo giallo!

E quindi, visto che domani aderirò allo sciopero proposto da Melampa, non usando il pc di casa per tutto il giorno (ma il Compare è un ometto e quindi vi avrà libero accesso... dietro lauta mancia!! ^^) lascio qui, ora un bel piatto di:



TAGLIATELLE SEMINTEGRALI
CON PISTILLI DI ZAFFERANO 
E BURRO AL TARTUFO

Per la pasta:
200 g di farina "0" bio
100 g di farina integrale bio
1 manciata abbondante di pistilli di zafferano
3 uova medio/piccole
(da allevamento a terra, sempre e rigorosamente!!!!)
1 cucchiaio di olio evo

Per il condimento:
100 g circa di burro
tartufi (freschi!) a volontà
1 pizzico di sale


Ho messo tutti gli ingredienti così come scritti nell'elenco, nel contenitore del Kenwood e con il gancio ho lasciato impastare fino a che si è formata una bella palletta di pasta.
L'ho quindi rilavorata sulla spianatoia di legno ancora qualche minuto, quindi l'ho coperta con pellicola e lasciata riposare una mezz'oretta.

Ho quindi montato la macchinetta per tirare la sfoglia, ho ripreso la palla di pasta e divisa in 4 parti.
Ognuna l'ho stesa aumentando progressivamente il numero della rotella fino ad averla abbastanza sottile (io sono arrivata al n. 6) quindi l'ho passata nel rullo per le tagliatelle e le ho disposte ben infarinate su un vassoio coperto di carta paglia.

Ho quindi fatto sciogliere lentamente il burro su fiamma regolata al minimo, salato con un pizzichino di sale e affettato i tartufi con l'affetta tartufo regolato molto sottile.

Buona parte delle lamelle di tartufo le ho poi unite al burro fuso ancora bello caldo, così che si sono praticamente sciolte e il burro si è scurito e preso un odore incredibilmente buono... :P****

Ho messo a bollire una bella pentola d'acqua con una manciatina di sale grosso, quindi vi ho tuffato le tagliatelle 3 minuti, le ho scolate e fatte saltare un altro minutino appena in padella col burro al tartufo.

Ho impiattato e cosparso sopra con le rimanenti lamelle di tartufo e altri pistilli di zafferano... Una bontà allucinante!!!

Grazie Cuginotto per i tartufi!!! ^________________^

PS: con 300 g di farina mi sono uscite fuori parecchie tagliatelle e io e Compare ce le siamo spazzolate quasi tutte... ma ci si poteva mangiare tranquillamente anche in 4!!!! :DDD

PPS: visto che ho finito tardi di scrivere il post, ormai lo pubblico che è già l'8 marzo.... :P


giovedì 23 settembre 2010

PESCHE SCIROPPATE per la Bimba che c'è in me....

Ho infranto un'altro mio piccolo personalissimo tabù culinario!
Ovvero, ho scoperto di "saper fare" la frutta sciroppata!!!

Niente di straordinario probabilmente per la stragrande maggioranza delle vere esperte di cucina, ma per me restava una di quelle cose appannaggio eclusivo delle Nonne Veraci... non so se riesco a spiegarmi... Non sto dando della vecchia a nessuno per carità!! ^_______^

E' che da piccola mangiavo le pesche sciroppate casalinghe, solo ed esclusivamente a casa della mia nonna paterna, quelle rare volte in cui passavo qualche giorno dai nonni (paterni appunto) scorazzando tra filari di alberi carichi di pesche grosse come meloni (o forse ero io troppo piccola e le ricordo così grandi?!) e quando nonna ci faceva fare merenda a me e ai miei cugini, ci metteva nel piattino due mezze pesche e un crostino di pane (un "corno" della mia tanto amata Coppia Ferrarese o "Ciupeta") e ce le porgeva come fosse oro... In effetti, mi rendo conto ora che sono adulta, quella volta me ne sarei mangiata un vaso intero (e nei suoi vasi ci stavano dalle 4 alle 5 pesche....) ma era parsimoniosa perchè quelle pesche sciroppate fatte per uso famigliare significava trattenersi parte del raccolto altrimenti destinato al padrone del terreno, con conseguente paga ridotta... Quella parte di raccolto era di diritto dei nonni, che erano Mezzadri, ma era comunque un guadagno "perso" per così dire... Un pò complicato anche ora per me, da spiegare... figurarsi capirlo all'età di 5 o forse 6 anni... :DDD

Fatto stà che quando tornavo a casa "gnolando" perchè nonna non mi dava tutte le pesche sciroppate che volevo... l'altra nonna, quella materna,  il giorno dopo si fiondava in bottega e me ne comprava un vaso intero tutto per me... E se penso a quanto costavano..... Ero proprio una nipotina "impossibile".... una piccola Principessa...  :*)

Mi sono persa nei meandri dei ricordi... dov'ero arrivata?? Ah si!!!!



HO IMPARATO A FARMELE DA SOLA! 
Ma il bello è che ho anche scoperto che è di una semplicità disarmante!!!!! 

:DDDD

La ricetta e il procedimento mi è stata passata da una mia carissima amica, avuta a sua volta da una sua carissima amica... che giri eh?! ^____________^
Oltretutto abbiamo comprato 12 kg di pesche e abbiamo fatto a metà di tutto quello che ne è uscito :)


PESCHE SCIROPPATE

1 kg di frutta (al netto di noccioli e bucce)
1 litro di acqua
350 gr di zucchero semolato

Fare uno sciroppo scaldando l'acqua e sciogliendovi bene lo zucchero e lasciarlo freddare.

Preparare i vasi sterilizzandoli (li ho lavati prima ben bene con acqua calda e detersivo, asciugati e fatti scaldare posati sulla placca del forno già caldo a 180° per una decina di minuti).

Le pesche devono essere mature al punto giusto... cioè sode al tatto ma non durissime.

Con un coltello affilato ho inciso la polpa delle pesche fino al nocciolo lungo tutta la circonferenza in verticale (cioè dal picciolo alla base della pesca), poi ho aperto le pesche a metà, eliminato il nocciolo (qualcuno sa come riutilizzare i noccioli delle pesche?) e sbucciate.

Ogni mezza pesca l'ho tagliata ancora a metà (praticamente ogni pesca è ridotta in 4 spicchi) e ho cominciato a riempire i vasi sistemando bene gli spicchi in modo da riempire i vasi con quanta più frutta possibile premendo delicatamente e versandovi man mano lo sciroppo di zucchero, fin quasi al bordo del vaso.

Poichè ho riutilizzato dei vasi passatimi dalla mia amica, ne avevo di diverse misure e quindi, per riempire quelli più piccoli, ho ridotto gli spicchi a cubotti.
Ho battuto un pò ogni vaso sul piano di lavoro per favorire la risalita di eventuali bolle d'aria e chiuso stringendo bene il tappo.

Ho sistemato i vasi dentro dei pentoloni col fondo "foderato" da uno strofinaccio e tenendo separati anche i vasi gli uni dagli altri con altri strofinacci opportunamente piegati.
Ho riempito i pentoloni fino a coprire i vasi e fatto bollire per mezz'ora dall'inizio del bollore.
Ho quindi sistemato i pentoloni all'esterno (che in cucina si formava troppo vapore...) fino a completo raffreddamento dell'acqua.
In questo modo si forma il sottovuoto (i tappi "rientrano" al centro).

Una volta asciugati bene, li ho riposti in cantina, pronti per essere divorati quest'inverno...
....sempre che ci arrivino, all'inverno... :P

martedì 24 agosto 2010

SALSA PREZZEMOLINA DI NONNA GIUSEPPINA

Ecco una salsina che, grazie alla richiesta di Valverde, mi è tornata in mente, con tutta una valanga di ricordi legata alle vacanze al mare con mamma e papà, i cuginetti (che ormai sono quasi vecchi come me ^____^) e, per vicini di casa e di ombrellone, una carissima amica della mia nonna materna, con marito, figli e nipoti al seguito!

Stavamo sempre tutti insieme e, ripensandoci, in quegli anni mi sembrava di essere in Paradiso!
Tutte persone meravigliose! Amici simpaticissimi con cui trascorrevo le ore in spiaggia, tra pedalò, ghiaccioli, pizza al taglio e frappè fatti dall'Amore di quel tempo ;P

Non me ne fregava nulla dell'abbronzatura e mamma si arrabbiava tanto per questo, perchè diceva che dovevo prendere il sole, che mi avrebbe fatto bene per tutto l'inverno e che stare al mare costava tanto e quindi dovevo sfruttarlo in pieno :*DDD

Noooo, non avevo tempo per fare la lucertola al sole, proprio no! :DDD

E questa salsina al prezzemolo la preparava la Mitica Giuseppina, l'amica di nonna e che io, non essendoci nonna in vacanza con noi, avevo rieletto come la "nonna del mare", per accompagnarla con tutto ciò che la fantasia suggeriva... mi piaceva così tanto che ero tentata di provarla anche sul gelato! :*D

E poi sono passati gli anni e con essi anche il ricordo del sapore di questa salsina...

Ma poi, al grido d'aiuto di Valverde ^____^ ho avuto una folgorazione!!! Ho telefonato a Mammina per avere la ricetta e lei mi ha detto "non ti dò la ricetta... la facciamo assieme quando vengo lì per le ferie!" evvaiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii ^______________^

Bè... ormai le ferie (mie) sono agli sgoccioli e mamma e papà son già tornati a casa, che papà è in pensione, ma mamma ha ancora 2-3 anni di lavoro davanti... sob... Ma la salsina l'abbiamo fatta eccome!!!
:P

Ed eccola qui quindi, in tutto il suo splendido verde verdissimo! ^___________^

Non so se ne esistano altre varianti, sicuramente sì, ma questa è quella della Giuseppina, e gliela dedico sperando che da Lassù ci stia aspettando con tutti i suoi buonissima manicaretti pronti per rifar festa tutti insieme... :*)

SALSA PREZZEMOLINA
DELLA NONNA GIUSEPPINA
(per 6-7 vasetti piccoli tipo
"Quattro Stagioni" della Bormioli)

1 bel mazzo di prezzemolo
2 spicchi d'aglio piccoli
10 pomodori Sammarzano verdi
1 bicchiere circa di olio evo
1 cucchiaino raso di sale
1 frullatore

Lavare bene il prezzemolo e defogliarne tutti i gambi (questa parte di lavoro l'ha fatta la mia mammina... e il prezzemolo l'ha comprato papà... che non si è saputo regolare... e ne ha preso una vagonata, tanto che ne ho regalato anche a G., amica e vicina di casa!!! :*DDD)

Disporre le foglie su un canovaccio pulito, allargandole bene, appoggiarvene sopra un altro e premere delicatamente per asciugarle il più possibile dall'acqua del risciacquo.

Lavare ed asciugare bene i pomodori, tagliarli a metà, eliminare i semi e ridurli a quadretti.

Sbucciare lo spicchio d'aglio

Mettere tutto nel frullatore, cominciando dall'olio (versatene per il momento solo metà bicchiere sul fondo del frullatore) e frullare fino a che diventa una cremina densa. Unire mano a mano l'olio evo rimanente fino ad avere una consistenza cremosa ma non troppo liquida.

Assaggiare ed aggiustare di sale se necessario e suddividere in vasetti da conservare in frigorifero o, se volete, da congelare.

Si può mettere su tutto! 
Dalla carne al pesce, all'insalata, alle bruschette alle verdure... alla pasta!!! Sì, anche la pasta, come ha provato la Suocerina qualche giorno fa! Dice che è ottima e tra pranzo e cena, lei e Suocerino, se ne son fatti fuori un vasettino! :*DDD

Beh... visto che le ultime due analisi del sangue che ho fatto, mi avevano trovata un pò carente di ferro... credo proprio, con questa salsina, di aver trovato la cura! ^___________^
Certo, c'è molto olio (ahi per il colesterolo....) ma ne basta un cucchiaino, suvvia... :DDD

La Nonna Giuseppina, da brava 'Zdora quale era, preparava questa salsa... tritando TUTTO al coltello!!!! Per chi avesse tanta Santa Pazienza, assicuro che è ancora più buona! Io però non ce l'ho... :PPP

PS: per chi è in dolce attesa... non credo sia il caso di consumarla... so che il prezzemolo non va tanto bene... :P

domenica 11 aprile 2010

SALAME DI CIOCCOLATO... E NEVE DI PRIMAVERA!!!!

Lunedì scorso, Pasquetta per la precisione, in barba al Diluvio Universale abbattutosi su 3/4 d'Italia (e un buon 3/4 di quei 3/4 nazionali son caduti tutti tra domenica e lunedì sulle Marche :DDD) con la mia fidata Microtta sono andata a farmi un giretto con i miei genitori al Mercatino di Castelraimondo.

Ovviamente, colpa del freddo e della pioggia, c'erano 3 bancarelle in croce e nemmeno quelle poche riparate dai portici erano risparmiate da raffiche di gelo che manco a Dicembre!!! :D

Epperò "danno" è stato fatto lo stesso, nel senso che anche con così poco da vedere, siamo riusciti a trovare lo stesso qualcosa di carino da portarci a casa, tiè! :DDD

Nella bancarella dei libri nuovi e usati, ho adocchiato un libro ancora incellofanato, che mi ha attirato subito per la foto di copertina, ovvero la Pizza (dolce) di Pasqua tipica di queste parti, immortalata nella sua pentolina d'alluminio! Il venditore è stato gentilissimo perchè, visto il mio interesse, ha tolto il cellophan, pur avendogli detto che non ero sicura di volerlo poi prendere ma... ha visto lungo... :DDDD
Infatti, con mammina, ci siamo messe a sfogliarlo e ad ogni pagina era un "ohhh guarda qui!" o un "mmmmm bbbono!!!" e alla fine me lo hanno regalato proprio loro, i miei genitori! ^_______^
E' una raccolta stupenda di tutti i dolci tipici del maceratese (ma anche delle parti dove abitiamo noi, che poi siamo vicinissimi alla provincia di Macerata!) e quindi lo considero un DOPPIO TESORO: e perchè è un regalo dei miei e perchè sono tutte ricette tradizionali, raccolte con passione dall'autrice (e le foto sono state scattate dalla sorella nella cucina della loro casa di campagna) parlando con casalinghe/massaie d.o.c., più o meno anziane e pure qualche ricetta lasciatale da maschietti! ^__^

Se vi capita tra le mani vale la spesa, assolutamente!!!

Per inaugurare il libro ho scelto un dolce che mi ricorda casa mia, Ferrara! Sì perchè anche da noi, a Ferrara, si fa seppure con qualche variante e mi ricordo benissimo quanto mi piaceva mangiarne da scoppiare e leccarmi le dita alla fine :P*** e inoltre, da noi lo si chiama DOLCESALAME  :)

Ricordo pure che lo si preparava insieme agli Amici del Club Lo Hobbit/La Torre per poi papparcelo durante i nostri giochi di ruolo oppure, in alternativa, portavo i miei biscottini di frolla decorati con la glassa bianca e al cioccolato.... aaaahhh che ricordi... :*)

E comunque, per gli ingredienti e il procedimento, ingrandite la foto qua sotto e... 

BUONA LECCATA DI DITA! ^___^

AGGIORNAMENTO DEL 12 APRILE:

con questo post partecipo alla raccolta di Blog di Cucina "Ricicliamo le Uova di Pasqua" scade alla mezzanotte del 7 maggio e potete partecipare tutti, anche con ricette che preveda l'uso di cioccolato "normale" (ovvero non da uova pasquali) ma che possa essere sostituito, appunto, con quello rimasto dalle uova! Tutto chiaro? E comunque, fiondatevi da loro che le regole son spiegate meglio! ^___^

Poichè, come giustamente segnalatomi da Laura di Blog di Cucina, la foto del libro per prendere giù ingrediente e ricetta non è il massimo per chi deve preparare il pdf della raccolta,  trascrivo qui sotto quanto visibile dalla foto, solo per comodità della "addetta ai lavori" della raccolta citata :P

2 rossi d'uovo
120 g di zucchero
100 g di burro morbido
160 g di biscotti secchi di qualsiasi tipo
50 g di cacao amaro in polvere
3 cucchiai di caffè non zuccherato
1 cucchiaio di mistrà (sostituibile con rhum)

Montare con una frusta elettrica il burro con la metà dello zucchero e poi, allo stesso modo, montare i due tuorli con l'altra metà dello zucchero fino a renderli soffici. Trasferire i due impasti in una ciotola capiente e poi aggiungervi il cacao fatto scendere a pioggia da un setaccio (io l'ho sostituito,con il cioccolato fondente frullato, nella stessa quantità, preso da un uovo di pasqua e unito all'impasto senza setacciarlo).
Sbriciolare i biscotti in pezzi non troppo piccoli, incorporarli al composto con un cucchiaio di legno e rendere più morbido il tutto unendovi il liquore ed infine il caffè, un cucchiaio alla volta, in modo da incorporarne al composto la quantità sufficiente a renderlo morbido ma non appiccicoso.
Dare a questo impasto la forma di un salame, compattandolo bene senza lasciare vuoti.
Avvolgere il salame dolce nella pellicola trasparente (un tempo si avvolgeva in una garza tenuta sempre pulita per questo uso) e lasciarlo rassodare bene in frigorifero per 3 o 4 ore. Togliere la pellicola al dolce, ricoprirlo di zucchero a velo, massaggiandolo con le mani in modo che lo zucchero resti attaccato alla sua superficie in maniera piuttosto irregolare e, volendo, legarlo con uno spago da cucina come si fa per i salami veri. Servirlo su un tagliere di legno, parzialmente tagliato a fette piuttosto spesse.

Dal libro RICETTE, RICORDI, RACCONTI I dolci della tradizione maceratese di Manuela e Lucilla Di Chiara

 
Io ho dovuto apportare delle modifiche perchè l'impasto mi era venuto troppo appiccicoso (ho esagerato col caffè...) e quindi di biscotti me ce ne sono andati praticamente il doppio :DDD
inoltre è più chiaro perchè.... non avevo il cacao amaro in polvere, me tapina! Quindi ho usato sempre 50 gr ma di cioccolato, ma di un uovo extrafondente che ho di sotto in congelatore (mi è avanzata un sacco di cioccolata dalle uova e ho congelato tutto...) e quando l'ho frullato per averlo in polvere, è diventato chiaro chiaro.... E' venuto un bel salamino lungo e vi assicuro che è una vera bontà!! Mammamia, basta, che son stata brava e ne ho assaggiata una briciola sola... eccerto, dopo tutti i bagordi pasquali e il controllo dal Magico Nutrizionista previsto per il 15 aprile... son tutti bravi a piangere lacrime di coccodrillo vero?! :DDD
 
NOTA IMPORTANTISSIMA!!! 

Tra gli ingredienti vedete scritto MISTRA'... per chi non lo conoscè un liquore all'anice, molto noto da queste parti e il più famoso è il VARNELLI (che qui mettono spesso nel caffè).

Da bere così, nudo e crudo, non mi piace, ma nei dolci... mammamia... dona un "amore" davvero particolare, che dovreste provare almeno una volta prima di sostituirlo con altro liquore a piacere (come l'autrice suggerisce, per esempio, il rhum).
Se però siete intolleranti all'alcool (vero Alex?! ^__^) non mettetelo, il dolcesalame è ottimo comunque! :D


NOTA DELL'ULTIMO MINUTO... voi non ci crederete ma... STA NEVICANDO!!!!!! Incredibile!!! Ieri in maniche corte a rinvasare i fiorellini... e adesso son corsa fuori col piumino a ritirare tutti i vasi per ripararli nella serretta sul balcona della camera da letto.... :(((((



Vengono giù fiocchi come stracci!!! Ecco come si presenta ora, mentre il povero ONKYO, il gatto dei vicini, cerca riparo sul nostro zerbino... ^____^





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