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sabato 17 febbraio 2024

VITELLO TONNATO (o Vitel Tonnè) restando sempre in Italia ^^

Ultimo giorno per la penultima letterina del Viaggio della Carovana nel Mondo degli Ingredienti!

Siamo già arrivati alla V e non potevo certo lasciarmela scappare, anche se come ingredienti non mi sembra ci sia stato tanto da spaziare! :D

Ma noi della Carovana non ci arrendiamo a proviamo!

Resto ancora in Italia per un giretto in Piemonte e mi soffermo sulla V di VITELLO anche se, come ho già raccontato alle mie Amiche di Viaggio, c'è stato un piccolo inconveniente durante l'acquisto e una volta a casa mi sono ritrovata con un bel pezzettone di Vitellone anzichè di Vitello! :DDDD

Sono comunque andata avanti e questa è la mia proposta...

VITELLO(NE) TONNATO

per 4 persone

700-800 g di vitello (girello)

1 costa di sedano

1 carota

1 cipolla dorata

1 spicchio d'aglio (io ho usato il mio solito olio evo all'aglio home made)

3 cucchiai di olio (olio all'aglio di cui sopra)

1 bicchiere di vino bianco

1 litro e mezzo d'acqua

1 foglia di alloro

3-4 chiodi di garofano

pepe nero in grani q.b

sale fino qb

Per la salsa tonnata:

2 uova

1 lattina di tonno sott'olio da 100 g 

3 filetti d'acciuga

1 cucchiaino di capperi

brodo di cottura dell'arrostino qb

Lavare la carota, pelarla col pelapate ed eliminare le due estremità. Lavare bene la costa di sedano ed eliminare i filamenti (io almeno li tolgo sempre...) e le due estremità. Sbucciare la cipolla e tagliarla a metà.

Se usate lo spicchio d'aglio, sbucciarlo ma lasciarlo intero.

Tagliare a pezzi carota e sedano.

Per quanto riguarda la carne, il mio macellaio me l'aveva già sistemata nella retina quindi non ho dovuto fare nulla, ma altrimenti è da pulire da eventuali cartilagini e filamenti di grasso.

In una pentola che contenga comodamente la carne, posarvi la stessa, con le verdure più l'alloro, i chiodi di garofano e il pepe in grani.

Irrorare col vino e coprire il tutto con l'acqua e infine i 3 cucchiai di olio (io quello all'aglio che faccio da me).

Mettere sul fuoco e quando raggiunge il bollore, eliminare la schiuma che si forma man mano, quindi chiudere col coperchio e cuocere a fiamma bassa per 40-45 minuti.

Controllare con l'apposito termometro che al cuore la carne non superi i 65 gradi (vabbè... la mia è arrivata a 75....)

Salare a fine cottura.

Scolare e lasciare raffreddare bene.

Filtrare il liquido di cottura e tenere da parte.

Quando l'arrostino sarà ben freddo, affettarlo sottilmente con un coltello ben affilato o con l'affettatrice (come ho fatto io) e disporre le fettine sul piatto di portata senza sovrapporle troppo.

Preparare la salsa tonnata.

Fare le due uova sode, sgusciarle e tagliarle a fettine direttamente nel boccale del mixer, unendo il tonno ben scolato dal suo olio, i filetti di acciuga e i capperi.

Frullare col frullatore ad immersione allungando pian piano col brodo di cottura dell'arrostino fino a che raggiunge la giusta densità, nè troppo liquido nè troppo denso.

Nappare la carne con la salsa, decorare con qualche cappero e voilà!

Anche questo piatto promosso a pieni voti dal mio Compare! ^_____________^



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venerdì 26 gennaio 2024

SCHIACCIATA CON L'UVA restando in ITALIA con la letterina U

 Siamo alle ultime tappe di questo Meraviglioso Viaggio nel Mondo degli Ingredienti, guidati dalla nostra Capa Aiù e cercando ingredienti che iniziassero con la letterina U mi sono fermata alla U di UVA...

Era da tempo che volevo fare questo dolce-non-dolce, perchè quando di stagione, nei vari blog/vlog di cucina è tutto un fiorire di queste schiacciate all'uva tipicamente toscane e mi fanno un'acquolina, quindi quale migliore occasione per sperimentare no?!

Solo che in questo periodo trovare uva fresca, buona, non è facile... Avrei dovuto usare l'uva nera o rossa, ma l'unica che avevo trovato veniva dal Sud Africa quindi nada :D

Ho però trovato l'uva bianca italiana....sì, sono un pò fissata, preferisco acquistare frutta coltivata in Italia, a meno che non abbia proprio voglia di frutta particolare, come ananas o papaya per fare un esempio, che al momento qui da noi, insomma... ma se il clima continua così credo che avremo preso anche piantagioni di alberi da cocco... :DDD (ridiamo per non piangere va...).

Comunque ho scoperto che è facilissima da fare e la resa, in gusto, è andata ben oltre le mie (nostre) aspettative! 

Quindi anche questa ricetta è stata aggiunta nel mio quadernino delle preferite! ^___^

AH! la ricetta l'ho presa da QUI, solo sostituendo, come già detto, il tipo di uva

SCHIACCIATA ALL'UVA (bianca)

400 g farina 0

7 g lievito di birra disidratato

4 cucchiai di olio evo

200 g di acqua

2 grappoli di uva nera (io bianca)

Teglia quadrata cm. 23x23

Sciogliere il lievito in metà dell'acqua indicata negli ingredienti, lasciando che si attivi, coperto per almeno 10 minuti.

Nel frattempo lavare l'uva, separare tutti gli acini e tagliarli a metà, tenendone una parte interi per la decorazione (nella ricetta dice di lasciarli interi ma io ho preferito dividerli...)

Nella planetaria col gancio a K (o farfalla) mettere la farina, l'olio e l'acqua col lievito e far impastare a velocità bassa aggiungendo poco a poco la restante acqua fino a che l'impasto risulta morbido ma non appiccicoso.

Montare ora il gancio a uncino e continuare ad impastare per 10-15 minuti fino ad ottenere un impasto liscio ed elastico.

Coprire e lasciare lievitare fino al raddoppio (un paio d'ore).

Ribaltare l'impasto lievitato sul piano di lavoro infarinato e dividerlo in due parti, di cui una più grande (circa 2/3 e 1/3)

Foderare di carta-forno la teglia e ungerla con un pò di olio evo.

Con la punta delle dita allargare la porzione più grande, cercando di mantenere più possibile una forma quadrata e adagiarla all'interno della teglia, lasciando i bordi un pò più abbondanti.

Riempire con gli acini tagliati a metà e cospargere con 3 cucchiai di zucchero e un giro di olio evo.

Stendere col mattarello la porzione di impasto più piccola e coprire con questa il ripieno, sigillando bene i bordi pizzicando con le dita.

Distribuire sulla superficie i chicchi interi tenuti da parte, 1 cucchiaio di zucchero e un altro giro di olio evo.

Cuocore in forno già caldo a 190° per 45-50 minuti (nel mio fornetto 40 minuti) finchè la superficie è bella dorata.

Poichè i bordi della mia schiacciata tendevano a scurire troppo, ho coperto la superficie con un foglio di carta stagnola.

Sfornare, attendere qualche minuti che stiepidisca la schiacciata, quindi toglierla dalla teglia e lasciarla raffreddare su una gratella.

Stra-buo-na!!!!


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giovedì 4 gennaio 2024

PANE DI SEGALE MISTO (Italia) con la letterina T di TRIGONELLA

Ho finalmente scoperto cosa fosse quell'aroma così particolare che si sente in alcuni tipi di pane che si possono gustare in Trentino-Alto Adige!

Adoro quei pani bassi, scuri e profumatissimi e per l'occasione, cercando un ingrediente con la letterina T del Viaggio nel Mondo degli Ingredienti capitanato dalla nostra Capa Aiù, mi sono messa a sfogliare uno dei tanti libri di cucina dedicati al cibo di montagna.

Questa volta è toccato a DOLOMITI: La Cucina della Tradizione di Mali Holler e ho trovato un ingrediente davvero particolare e insolito, almeno per il mio tipo di cucina: la TRIGONELLA (anche noto come FIENO GRECO) che si può trovare sia in semi che già macinata, come nel mio caso (aaaahh Sant'Amazon...)

E' piuttosto facile da preparare e non bisogna farsi spaventare dall'aspetto piuttosto rustico e appicicaticcio dell'impasto... 

Io ho dimezzato le dosi e ricavato 3 pani, ma qui riporto la ricetta tal quale al libro.

Comunque ecco qua il mio...

PANE DI SEGALE MISTO

(per 7 pagnotte)

300 g di farina di frumento (io "00"

500 g di farina di segale

30 g di lievito (di birra fresco)

1 cucchiaino di zucchero

750 ml di latte tiepido

1 cucchiaio di sale fino

2 cucchiai di trigonella tritata

1 cucchiaio di semi di anice

1 cucchiaio di semi di finocchio

crusca q.b. (o altra farina "00")

In una ciotola mescolare le due farine e farvi un incavo al centro, dove sbriciolare il lievito, aggiungere lo zucchero e un pò di latte (io 3/4) e mescolare a formare un preimpasto (biga).

Coprire con un telo e mettere a lievitare per mezz'ora in luogo caldo (io nel fornetto spento).

Dopo questo riposo, aggiungere il sale, le spezie e il resto del latte e impastare il tutto.

Risulterà piuttosto appiccicoso, ma lasciarlo così come è.

Coprire di nuovo col telo e mettere a lievitare 1 ora o fino al raddoppio.

Infarinare bene la spianatoia, ribaltarvi l'impasto e da questo ricavare dei panetti piatti, lavorandoli con un pò di farina.

Disporre sulla leccarda del forno cosparsa di farina o crusca (io ho usato la carta forno).

Lasciare riposare ancora un pò quindi bucherellarli con una forchetta.

Intanto portare il forno a 200° e cuocere le pagnotte per 30 minuti o fino a sono belle dorate e, bussando sul fondo, suona "a vuoto".

Mettere a raffreddare su una gratella e.... provare a resistere alla tentazione di tagliare ed assaggiare, con tutto il profumino che si sarà sparso per casa... Io non ci sono riuscita! :DDDD

Infatti si vede anche dal taglio della pagnotta, che essendo ancora calda, la mollica ha "seguito" la lama del coltello, creando quei grumini bruttissimi a vedersi, ma non me ne frega nulla perchè è troppo buono e morbido... credo di averne mangiate 3-4 fettine così, in un baleno... :DDD


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giovedì 23 novembre 2023

TORTA DI RICOTTA - Letterina R e restiamo in Italia

Seconda ricetta per la letterina R... e resto in ITALIA, nella mia regione di origine in particolare, l'Emilia e Romagna, con un dolce preso da un libro che sarebbe della mia Suocerina, regalatole tempo fa da una sua amica, ma ormai è mio :DDD

Glielo presi in prestito annissimi fa per copiare alcune ricette, ma all



a fine erano talmente tante quelle che volevo riportare sull'allora mio quadernino che... fa parte ormai dei "miei" libri di cucina :DDD

Però glielo dico sempre alla mia Suocerina: "quando vuole glielo presto!" :DDD

antiche ricette di casa" di B. Baldassari Montevecchi credevo non si trovasse più e invece... :D

Da questo libro ho scelto per la letterina R una ricetta con la RICOTTA
per protagonista e questa è la...

TORTA DI RICOTTA

per la pasta frolla:

300 g di farina

150 g di burro

150 g di zucchero semolato

1 uovo

per il ripieno:

750 g di ricotta (non specificando quale, io ho scelto la vaccina)

3 uova

1/4 di litro di latte
10 g di fecola di patate (io amido di mais)

una noce di burro

1 limone bio (la buccia grattugiata)

1 bustina di vaniglia (io 2 cucchiaini di estratto di vaniglia home-made)

per la doratura:

1 uovo

1 cucchiaio di latte 1/2 cucchiaino di zucchero semolato

NOTA IMPORTANTE per chi volesse provare a farla (e fatela perchè è buonissima!!!!)
Le dosi indicate nel libro secondo me sono sballate... quindi o fate il doppio di frolla o dimezzate le dosi del ripieno!
Perchè a me con le dosi indicate, è venuta una torta del diametro di 28 cm, più un'altra con uno stampo da 15 e ho finito il ripieno suddividendolo in 4 cocottine e poi cotto al forno a bagnomaria. Viene un "budino" di ricotta stratosferico!!!

Fare per prima cosa la pasta frolla, mettendo in una ciotola la farina setacciata, al centro il burro ammorbidito (io l'ho grattugiato a julienne per agevolare l'impasto senza doverlo lavorare troppo), lo
zucchero e l'uovo.

Impastare il tutto delicatamente senza lavorare troppo l'impasto. Poichè probabilmente le mie uova erano un pò piccoline per la quantità di farina/zucchero, ho dovuto aggiungere un dito d'acqua fredda.

Avvolgere l'impasto, appiatto, in carta-forno e metterlo a riposare in frigo almeno un'ora.

Riprenderlo dal frigo dopo il riposo e dividerlo in due parti, una più abbondante rispetto all'altra.

Stendere col mattarello la porzione più grande in un disco di 2-3 mm di diametro e foderare con questo uno stampo da torta di 28 cm di diametro, facendo aderire bene anche i lati allo stampo e bucherellando il fondo con una forchetta.

Fare una precottura in forno a 180° per 15-20 minuti. Nel libro non lo specifica, ma meglio proteggere la superficie dell'impasto con carta-forno  e versandovi del sale o dei fagioli per tenerlo appiattito.

Nel frattempo preparare il ripieno.

In una ciotola capiente lavorare il burro con lo zucchero e i tuorli delle 3 uova (io ho usato le fruste elettriche) quindi aggiungere la ricotta setacciata, la fecola e il latte (io un pò meno di quanto scritto negli ingredienti), la buccia di limone grattugiata e la vaniglia.

Per ultimo, incorporare gli albumi montati a neve.

Versare il composto nella tortiera.

Stendere la seconda parte di frolla, ricavarne delle striscioline, formare con queste la grata sulla torta.

In una ciotolina lavorare l'uovo, il latte e lo zucchero, da spennellare sulla torta, quindi infornare a 190° per 45-50 minuti, proteggendo la superficie con carta stagnola, se dovesse dorare troppo.

Lasciare intiepidire, sformare e spolverare di zucchero a velo prima di servire.

Io quest'ultimo passaggio l'ho proprio dimenticato... ma non se ne è sentita proprio la mancanza... :DDD

Tutto il Condominio ha fatto da cavia ed è andata benissimo! ^_____^





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sabato 24 giugno 2023

PLOKKFISKUR (insalata di pesce e patate) e si vola in ISLANDA!

Con la letterina I porto le bimbe de Un Mondo di Ingredienti in Islanda con me! ^___^

Questa è la seconda volta che ci torno, aimè purtroppo solo virtualmente!

La prima è stata questa.

Ho scoperto di recente  che posso aggiungere al brevissimo elenco di pesci che mangio volentieri (fra i pochi che non mi danno problemi) un'altra varietà ovvero l'halibut, che è conosciuto anche col nome di IPPOGLOSSO (quindi perfetto per questa occasione)  o ancora, per gli islandesi Lúða

Ha carne bianca tenerissima e molto delicata, tanto che, stando a quanto trovato online, è un attimo rovinarla con la cottura... Per cui mi sono ricordata dello Chef Magnus Nilsson dove, in una delle ricette da lui raccolte nel libro La Cucina Nordica consiglia, come tecnica di cottura, di cucinarlo come ho poi scritto qui di seguito.

Vado quindi a spiegare come ho preparato questa insalata di pesce e patate super-buona!!!

PLOKKFISKUR (Islanda)

Insalata di pesce e patate

(per 2 persone come piatto unico o per 4 come antipasto)

2 bei filetti di Ippoglosso

4-5 patate

2-3 cipollotti freschi (io 1 cipolla Tropea)

1 noce di burro (io olio evo)

250 g di crème fraiche (panna acida)

3-4 cetriolini sott'aceto

un mazzetto di prezzemolo

sale qb

Lavare bene le patate e lessarle in acqua bollente salata finchè sono cotte ma non sfatte.

Lasciarle stiepidire, quindi sbucciarle e tagliarle a pezzi non troppo piccoli.

Mettere a bollire circa un paio di litri d'acqua con poco sale e 1 cucchiaio di aceto di vino bianco o di mele e appena prende il bollore, spegnere la fiamma, allontanare la pentola dal fornello e tuffarvi per 10 minuti, coperti, i filetti di ippoglosso precedentemente tagliati a cubotti o pezzi grandi circa due dita per lato.

Trascorsi i 10 minuti, prelevare i pezzi cotti delicatamente e lasciarli scolare dall'acqua in eccesso per qualche minuto.

Tritare grossolanamente il prezzemolo e affettare sottilmente i cipollotti (o la Tropea come nel mio caso)

Affettare sottilmente i cetrioli e mettere da parte.

Mettere la crème fraiche in una ciotolina e lavorarla con la noce di burro sciolta (io un cucchiaio di olio evo) e il prezzemolo tritato.

Ora preparare l'insalata mescolando tutto quanto insieme (pesce, patate, cetrioli, cipolla e la salsina di crème fraiche) e servire.

A quanto pare è un ottimo piatto invernale ma servito tiepico o freddo (come lo abbiamo mangiato noi ieri sera) è semplicemente STRATOSFERICAMENTE BUONO!!!

Ecco! Altra ricetta mai-più-senza!

Come sempre ringrazio AIU', la nostra Capa, per aver dato il via a questo Bellissimo Viaggio e ancora





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mentre

La cartina dell'ISLANDA l'ho presa QUI



mercoledì 17 maggio 2023

LONZINO DI FICHI SECCHI MARCHIGIANO e si resta in ITALIA

Per il Viaggio dell'ABC nel Mondo degli Ingredienti, dedicato in questi giorni alla letterina F ho scelto i FICHI SECCHI.

Viaggio ideato e capitanato dalla nostra Capa AIU'  ^____^

Fossimo stati di stagione, mi sarei adoperata per trovare quelli belli freschi e li avrei fatti essiccare nell'essiccatore, ma dato che siamo a Maggio e a quanto pare, è più Maggembre visto il freddo e la pioggia (maledetta ormai) che fa, accontentiamoci di quelli già pronti...

LONZINO DI FICHI SECCHI MARCHIGIANO (Italia)

750 g di fichi secchi ma morbidi

250 g circa di mandorle spellate

150 g di noci sgusciate

45-50 g di Sapa (o Saba)

35 g di Varnelli o Mistrà (liquore all'anice marchigiano)

Foglie di fico fresche qb per avvolgere i lonzini 

Per prima cosa eliminare dalle foglie i piccioli e la parte più duretta che li unisce alla foglia, quindi lavarle molto bene e lasciarle asciugare, quindi avvolgerle morbide in un telo di cotone pulito e tenerle al fresco fino al momento dell'uso.

Passare nel tritacarne, con i buchetti intermedi prima i fichi, poi le noci ed infine le mandorle.

Mescolare bene tutto quanto in una ciotola, quindi aggiungere la Sapa e il Mistrà e continuare ad impastare bene con le mani per amalgamare bene il tutto.

Ho indicato negli ingredienti 250 g circa di mandorle, perchè l'impasto può risultare piuttosto morbido, secondo la tipologia di fichi usato o il loro grado di essicazione... Quelli comprati da me erano piuttosto morbidi, quindi ho ad aggiungere altre mandorle tritate fino alla consistenza che mi sembrava più giusta....

Anche qui, come nella maggior parte delle ricette "semplici" e antiche, è la mano e l'esperienza che conta! 

La ricetta è semplicissima nella sua esecuzione... la bravura sta nell'azzeccare il giusto grado di compattezza del lonzino...

Dunque una volta ottenuta la massa, dividerla in 4 parti uguali e dare la forma di un piccolo salamino.

Dalla mia massa ne sono venuti fuori 4 sui 270 gr l'uno.

Una volta formati, li ho avvolti nelle foglie di fico, facendole aderire bene e fatto alcuni di giri di spago per fermare il tutto.

I più bravi sanno fare la legatura tipo salame, ma io non ci ho nemmeno provato :D

L'ideale prima del consumo, sarebbe aspettare che le foglie siano ben asciutte ma il test doveva essere fatto e quindi è già tanto se ho resistito due giorni! :DDD

Da rifare assolutamente a Settembre coi fichi freschi essiccati al Sole o in essiccatore! ^______^

QUI per un pò di storia del Lonzino di Fichi Marchigiano 



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sabato 29 aprile 2023

E di Emmentaler - FONDUTA SVIZZERA (e si va... in Svizzera!)

Arrivo alla fine questa volta e con una sola ricettina, ma in queste ultime settimane abbiamo avuto ospiti i miei genitori e mi sono presa una "vacanza" dai fornelli, lasciando praticamente tutta la cucina in mano a mia mamma! ^___________^

Così sono arrivata alla fine dei giorni disponibili per poter portare il mio contributo, praticamente impreparata, nonostante avessi adocchiato almeno 3-4 ingredienti e relative ricette...

Vabbè, mi rifarò con le prossime letterine dai...

Quindi ecco per la E ho scelto l'EMMENTALER come ingrediente e la SVIZZERA come Paese che ne rappresenta uno dei piatti tradizionali, la FONDUTA SVIZZERA che ho scoperto essere buonissimaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa e questo è un male per me, perchè sono intollerante ai formaggi sia freschi che fusi... :DDD

E pensare che quest'anno dovevamo andarci in vacanza!!! E' uno dei tantissimi Paesi che vorrei visitare, ma tanto prima o poi mi riesce eh?! Anche a costo di andarci da sola e in bicicletta!!!! :DDD

Per la fonduta svizzera ci vorrebbe un mix di almeno 3 formaggi tipici ma io ne ho trovati solo due, l'Emmentaler e il Gruyere e quelli ho usato, anche se nella ricetta (presa QUI) trascriverò tutto quanto occorre per farla alla perfezione anche perchè, tanto per non smentire la mia sbadataggine, ho scordato anche di metterci la maizena e infatti non era proprio perfetto l'aspetto, ma comunque non ne è avanzata neanche un pò e quindi.... :DDD

FONDUTA SVIZZERA

250 g Gruyère Reserve

250 g Gruyère AOP

250 g Emmentaler

350 ml vino bianco secco

1/2 spicchio d'aglio

4 cucchiai di amido di mais

1 cucchiaio di succo di limone (o kirch come ho trovato in altre varianti)

pepe nero macinato al momento

noce moscata qb

fette di pane (io ho fatto dei bastoncini di pane di segale)

Grattugiare i formaggi e mescolarli all'amido di mais (io ho fatto dei tocchetti piccoli e ho scordato l'amido ma vabbè...)

Strofinare lo spicchio d'aglio ben bene nel caquelon o in una pentola di ghisa.

Per quanto mi riguarda, avendone fatta una quantità piccola, giusto per un antipasto prima di cena, ho usato una mini pentolina in ghisa e ho mantenuto in caldo la fonduta piazzando la pentolina su un "fornelletto" in terracotta con sotto due candeline)

Versarvi dentro il vino bianco e il limone (o il kirsch, che è una grappa di ciliegia e ho trovato questa variante in altre ricette) portare a bollore, quindi unire i formaggi e mescolare sempre finchè fonde completamente. 

Aggiustare di pepe nero e noce moscata e servire col pane tostato a cubotti (o striscioline come ho fatto io)



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mentre la bandiera della SVIZZERA l'ho presa



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venerdì 31 marzo 2023

LA DISOSSATA ALLE OLIVE VERDI e restiamo in Italia

La letterina D de Un Mondo di Ingredienti non è affatto una letterina semplice!

Occorre cercare ed ingegnarsi bene bene ed è il bello di questa raccolta! 

La nostra Capa AIU' , che ha messo in moto questo bellissimo gioco, ci sprona di continuo :DDD

Sfogliando praticamente tutta la mia libreria dedicata solo ai libri di cucina, ho trovato questa bontà!

A quanto pare è tipica del territorio maceratese quindi restiamo in ITALIA ^^

Per dirlo io che non amo particolarmente la carne, è tutto dire, invece il Compare è "uscito" dalla cena leccandosi i baffi! :DDD

E' carne bovina e si tratta del taglio per bistecche ma che, appunto, viene disossata e si prestano benissimo sia alla cottura alla griglia che in padella.

Ho trovato la ricetta su uno dei libri (li ho tutti!) delle Sorelle Di Chiara (Manuela cucina e Lucilla fotografa) due Ragazze che ho avuto la fortuna di incontrare e conoscere anni fa, grazie alla mia mamma, che mi ha regalato il loro primissimo libro, dedicato ai dolci tradizionali maceratesi.

Questo in particolare è il I^ volume de "Ricette, Ricordi, Racconti - la cucina tradizionale del territorio maceratese".

Per cercare questo taglio di carne, sono andata nel piccolo supermercato del mio paesello, dove hanno un banco carne stupendo ma, soprattutto, per la stragrande maggioranza sono prodotti locali.

Ho chiesto timidamente se l'avevano e il macellaio ha subito detto "ma certo, come la fai alla griglia o in padella? perchè hanno uno spessore diverso a seconda di come la vuoi cucinare" :P

E io l'ho fatta in padella, come dice la ricetta...

DISOSSATA ALLE OLIVE VERDI

4 bistecche disossate (io 2)

20 olive verdi in salamoia (io le ho trovate già denocciolate)

1 piccola cipolla (io metà di una grande)

1/2 bicchiere di vino bianco secco

2 tazze di brodo vegetale o acqua calda (io brodo)

qualche cucchiaio di farina

1 noce di burro + olio evo qb

sale qb

Denocciolare le olive e tagliarle in pezzi grossolani.

Tritare finemente la cipolla e farla soffriggere appena in una padella larga con la noce di burro e un pò di olio evo (io 1 cucchiaio circa).

Infarinare leggermente la carne quindi adagiarla in padella e farla rosolare bene da entrambi i lati, quindi sfumare col vino e quando è quasi del tutto evaporato, aggiungere le olive e il brodo caldo, coprire con un coperchio, abbassare la fiamma in modo che il liquido sobbolla delicatamente e portare a cottura almeno una mezz'ora o fino a quando la carne è ben tenera.

In caso sia necessario, mentre cuoce, aggiungere altro brodo caldo. Il liquido di cottura non deve asciugare ma, anzi, deve formarsi una bella cremina.

Servire ben caldo insieme alla salsina con le olive.

Garantisco, viene una bontà spettacolare e la carne è tenerissima!

Ah! Siccome lungo i bordi delle fette c'era un pò di cotenna dell'animale, per fare in modo che la carne non si arricciasse durante la cottura, ho inciso la cotenna con un coltellino ben affilato, ma senza arrivare a toccare la carne.

Credevo si restringessero molto in cottura, invece no! Sono rimaste comunque giganti... sembrava di mangiare una fettina di brontosauro! :DDDD


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La cartina dell'Italia l'ho presa QUI

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