Siamo arrivati all'ultima tappa dell'Abbecedario dedicato agli ingredienti del Mondo, ovvero la letterina Z e anche io, tanto per cambiare, arrivo praticamente alla fine dei giorni disponibili...
Però ho ben due ricette da portare come contributo.
Buonissima per un contorno sfizioso, ma l'ho provata anche sulle bruschette e... ci ho anche condito la pasta! :D
Per quanto riguarda il termine SFRANTA sul libro cita:
"un neologismo della lingua della bassa Toscana-alto Lazio. Si sfrangono le olive nel frantoio. Si sfrange la zucca per trasformarla in crema, crema da poter consumare così com'è, uno dei piatti degli Ebrei durante la cena al termine dello Yom Kippur..." (pag.107)
ZUCCA SFRANTA (Italia)
kg 1,5 di zucca (io la violina)
1 cipolla dorata
4 cucchiai di olio evo
4 foglie di basilico
4-5 gambi di prezzemolo
150 ml di acqua
sale e pepe qb
Tagliare la zucca a pezzi, eliminare la buccia e i semi con i filamenti. Ridurre a cubetti piccoli la polpa.
Metterla in una pentola con l'acqua, la cipolla tagliata anch'essa a pezzi, il basilico e le foglie del prezzemolo (io non l'avevo quindi non l'ho messo), sale e pepe.
Portare a cottura per mezz'ora circa, a fuoco moderato, mescolando spesso.
Se si asciuga troppo l'acqua, aggiungerne un altro pò già calda.
Continuare la cottura fino a che la zucca diventa poltiglia, cioè fino a quando sarà, appunto sfranta.
Non credo proprio che la nostra Capa Aiù si fermerà qui, anzi ha già palesato un'ideuzza per continuare il nostro Viaggio, quindi continuate a seguirci, ma soprattutto se vi fa piacere, a contribuire!
Grazie alla mente vulcanica dell'Amica AIU' (Trattoria Muvara), dal 15 gennaio è ripartita finalmente la Carovana dell'ABC Culinario che, questa volta, viaggerà attraverso tutto i Paesi del Mondo, con un sacco di ingredienti in ordine alfabetico.
La lettera A avrà spazio dal 15.01 al 04.02 compresi!
Se volete partecipare (sì sì dai!!!) correte QUI a leggere il regolamento e prendere nota del calendario!
Non è difficile e se volete partecipare fatemelo sapere che vi faccio entrare nel Gruppetto più pazzo (e bello) che c'è!!!
Si comincia dunque con la lettera A e io la dedico all'AVENA, un cereale che fino a non molto tempo fa praticamente non conoscevo, mentre invece ho scoperto che nei Paesi del Nord è molto usato...
Visto che la ricetta è tipica di uno dei Paesi che ho nel mio Cassetto dei Viaggi da Sogno, ho voluto sperimentarla e devo dire che non c'è niente di più facile e veloce da fare!
Pratica, semplice e super nutriente!
Bè, d'altronde viene da uno dei Paesi più freddi... l'ISLANDA!
Dice che normalmente vengono fatte per riciclare la farina di avena fredda, ma visto che nella maggior parte dei casi (al di fuori dei paesi nordici) è raro che si abbia a disposizione, si può sostituire con della normale farina di grano tenero e così ho fatto...
LUMMUR (crespelle islandesi)
per circa 10 pezzi:
150 g di farina (io la tipo 0 ma la prossima volta userò quella di avena!)
75 g di fiocchi di avene (io ne avevo di già frullati grossolanamente, che preparo man mano per quando mi prende la voglia di porridge...)
1 cucchiaino di lievito chimico (quello istantaneo)
1 cucchiaio di zucchero
250 ml di latte (io vegetale... di avena)
1 uovo
1 pizzico generoso di sale
burro qb
Mettere tutti gli ingredienti (tranne il burro!) in una ciotola e mescolare bene con una frusta perchè non si formino grumi
Scaldare bene una padella antiaderente, passarvi un pò di burro (un passaggio per cottura) e colare dalle 2 alle 3 cucchiaiate di pastella.
Far dorare bene da una parte quindi girarla delicatamente sull'altro lato con una spatola (come per i pancake praticamente).
Impilare le crespelle una sull'altra e coprirle per tenerle in caldo.
Io ne ho fatte solo 4 ma grandi...
Ne ho poi farcite un pò con la mia marmellata di more e un pò con lo sciroppo d'acero.
Quando stavo ancora con i miei genitori a Ferrara, spesso e volentieri con gli amici della Compagnia, più che la pizzeria si sceglieva il ristorante cinese...
Ce n'erano diversi in città, ma un paio erano quelli che ormai i camerieri stendevano il tappeto rosso al nostro ingresso :DDD
Chissà se esistono ancora...
Comunque, il mio menù tipico era: INVOLTINI PRIMAVERA, MANZO FUNGHI E BAMBU' e FRUTTA CARAMELLATA oppure, eccezionalmente, la MACEDONIA ma era tutta frutta sciroppata, prelevata direttamente da un barattolo, quindi.....
Mi discostavo raramente da queste tre portate perchè sono sempre stata molto diffidente verso i sapori nuovi, per via del terrore di trovarvi dentro ingredienti che poi mi fanno davvero star male (peperoni e paprica in primis...) ma ogni tanto una sforchettata nel piatto del mio vicino di tavolo la davo (riso alla cantonese, buonissimo!).
Poi negli anni mi sono resa conto che di cibo veramente tipico cinese, in questi ristoranti, c'era ben poco se non nulla... anche la pacchianeria di certi addobbi, penso fosse dettata dalla voglia di ricreare gli ambienti "originali", ma i quadri luminosi con la finta acqua che scorre... babbabia che orrore... :DDDD
Ovvio che abbiano dovuto adattare i gusti al palato occidentale, come succede, purtroppo, per i nostri piatti tradizionali in altri Paesi, penso...
Quindi, dopo questa lunga premessa, per la letterina X della città di Xi'anper rappresentare la CINA, che è una delle ultime tappe dell'Abbecedario Culinario Mondiale, un Progetto della nostraMitica Capo-Carovana Aiù, ed ospitata fino al 21 febbraio dall'Amica Carla Emilia e il suo blog Un'Arbanella di Basilico, voglio presentarvi proprio quegli involtini da me tanto amati che, tanto per stare sulla stessa linea dello sproloquio lassù scritto, non so se siano veramente originali, ma li ricordo così e quindi, via!
Salsina Agrodolce per accompagnare (il link rimanda a quella home-made della mia Amica Elena)
Preparare il wok sul fornello versandovi l'olio.
Lavare ed asciugare accuratamente le verdure ed eliminare le estremità di carote, zucchine e sedano.
Con il pelapatate sbucciare le carote e pelare i gambi di sedano fino ad eliminare tutta la parte esterna filamentosa.
Tagliare a metà la cipolla e affettarla a fettine spesse qualche millimetro (non con la mandolina, vengono troppo sottili).
Ora tagliare a metà anche le altre verdure e tagliarle a julienne.
Se avete un tagliaverdure apposito, tipo quello in foto, farete in un attimo! :)
Su un tagliere, stendete i 4 fogli di pasta phyllo e tagliatele a metà nel senso della larghezza, ottenendo così 8 fogli più piccoli, che vanno sovrapposti l'uno all'altro.
Cominciando la primo sopra, ponete una manciata di ogni verdura sopra al foglio, cominciando dal basso (quello verso di voi).
Fate un primo giro per chiudere le verdure nel foglio stesso, quindi chiudete le due estremità laterali sovrapponendole per la loro lunghezza, sul primo giro, quindi terminate di arrotolare e l'estremità a voi opposta va spennellata leggermente d'acqua, quindi chiusa saldamente.
Preparare così tutti i fogli fino ad esaurimento del ripieno (a me sono venuti 8 involtini)
So che in certe versioni nel ripieno è prevista anche della carne macinata e/o dei gamberetti, ma io preferisco la versione vegetariana :)
Scaldare l'olio almeno a 160-170° e friggere 3-4 involtini alla volta, per qualche minuto, girandoli delicatamente quando ben dorati da una parte.
Scolare molto bene e metterli ad assorbire l'olio in eccesso su carta-paglia o scottex.
Servire caldi accompagnando con la salsina agrodolce!
La potete anche comprare per carità, ma se ve la fate in casa è anche meglio! Oltretutto è semplicissima da preparare e gli ingredienti occorrenti si trovano in tutti negozi di alimentari, non occorre impazzire girando in chissà quali negozi etnici per reperirli :)
Io ho seguito la ricetta dell'Amica Elena di Zibaldone Culinario, solo che devo aver abbondato troppo con la maizena ed è venuta piuttosto solida, ma è comunque buonissssssima! ^^
Scaldare il forno a 180° e foderare con carta-forno, una teglia rettangolare da cm. 32x22.
Sciogliere il burro, lo zucchero di canna e il Golden Syrup in una pentola capiente a fuoco medio mescolando delicatamente per amalgamare, quindi togliere dal fuoco.
Setacciare insieme farina, lievito e zenzero in polvere quindi unirli al composto di burro nella pentola, insieme all'avena e al cocco e mescolare accuratamente.
Versare nella teglia compattando bene in uno strato uniforme e cuocere per 15 minuti.
Togliere dal forno e lasciare freddare nella teglia.
Quando la base sarà fredda, preparare la glassa, sciogliendo su fuoco basso, il burro con 2 tazze di zucchero a velo, il Golden Syrup e lo zenzero in polvere mescolando bene finchè sarà tutto uniforme.
Se la glassa appare troppo liquida, unire altro zucchero a velo (io ne ho aggiunto circa metà della 3^ tazza indicata nella ricetta originale) e comunque, fino a che la glassa non "scriveva".
Versarla quindi sulla base cotta precedentemente, livellare uniformemente e lasciare indurire.
Per decorare la superficie, anche se nella ricetta originale non era previsto, ho sciolto a bagnomaria un pò di cioccolato fondente e fatto dei ghirigori con questa, sulla superficie della glassa ormai indurita.
Tagliare quindi a pezzi (io a cubotti) e gustare accompagnando con una buona tazza di thè caldo :)
Ebbene sì, per la Tappa della Nuova Zelanda... sono riuscita a scomodare nientepopodimenoche... un'Amica Neozelandese che vive in Italia, proprio a pochi km da me! :D
Che coincidenza astrale allucinante! A volte il Destino è davvero Buono con me e io sono Grata a SOFIA per aver voluto arricchire la nostra raccolta con una ricettina che trovo davvero sfiziosa e che replicherò alla primissima occasione!
Sofia non ha ancora un blog tutto suo, ma le farò i "buchi nella schiena" finchè non si deciderà ad aprirne uno, perchè anche lei ha la passione per la cucina e un talento simile non può andare disperso così, vero? :)))
Ricordate che per partecipare avete tempo fino alla mezzanotte di oggi, 31 gennaio e di lasciarmi titolo della ricetta e relativo link NON in questo post, ma nei commenti a QUESTO! :)
Nel frattempo, ecco qui la Sua proposta per la NUOVA ZELANDA, un progetto della Trattoria Muvara e che ci trova già alla letterina W di Wellington, ovvero alla 21^ tappa, siamo quasi agli sgoccioli dell'alfabeto... chissà se Aiù sta già pensando a qualcosa per tenerci unite anche alla fine di questo Viaggio! Spero tanto di sì ^_______^
Orsù dunque, poche ciance e passiamo alla ricetta, che copincollo dalla mail di Sofia, foto comprese (in queste ultime ho aggiunto il suo nome alle foto ^^)
TRIFLE di Sofia C.
Ingredienti:
1. Pan di Spagna circa 300gr
2. Marmellata ai frutti di bosco o fragola q.b.
3. Crema pasticcera 400gr
4. Macedonia Sciroppata 400gr
5. Liquore ( a piacere)
6. Panna Montata 400ml
7. Frutta secca o fresca a piacere per la decorazione
Procedimento :
Tagliare a metà il pan di spagna e farcire con la
marmellata per poi richiuderlo a panino.
Tagliare a cubetti il pan di spagna.
Bagnare il pan di spagna con il liquore ( la ricetta
originale richiede lo Sherry, si potrebbe usare anche lo sciroppo rimanente
delle frutta )
Posizionare i cubetti sul fondo del recipiente,
creando così la base del dolce (si consiglia di usare un recipiente di vetro,
in modo da far vedere i vari strati che compongono il dolce).
Aggiungere la frutta e poi la crema pasticcera.
Lasciare riposare in frigorifero per 30 minuti. Prima
di servire, aggiungere la panna appena montata.
Decorare a piacere con frutti di bosco o kiwi o frutta
secca.
... Prosegue il Viaggio della Carovana per l'Abbecedario Culinario Mondiale, un progetto della Trattoria Muvara e per questa bellissima tappa sarò io ad ospitarvi nella mia cucina, dall'11 al 31 gennaio 2016!
Aspetto tantissime ricette, tutte quelle che potete, sia di nuova "sfornata" che già postate, con l'unica accortezza, qualora siano ricette già pubblicate, di aggiornare il post con il logo dell'ABC Mondiale :)
Mi raccomando, inoltre, qualora partecipiate, di lasciare link e titolo della vostra ricetta, solo ed esclusivamente nei commenti a questo post, così da non perdervi/mi per strada :DDD
Inutile dire che la NUOVA ZELANDA è il primo Paese che salta fuori non appena apro il mio Cassetto dei Viaggi da Sogno, ma subito dopo lo seguono a ruota tutti gli altri Paesi visitati o ancora da visitare con la nostra Carovana!!! :DDD
Prima di passare alle notizie storiche, geografiche, politiche e quant'altro di questo lontano Paese, voglio solo ricordare a chi ancora non lo sapesse (esiste davvero qualcuno che ancora non lo sa?!) che queste meravigliose terre sono state scelte dal registra Peter Jackson per la trasposizione cinematografica della Meravigliosa Trilogia Il Signore degli Anelli, straordinario romanzo fantasy scritto da J.R.R. Tolkien
E inutile aggiungere che se in futuro dovessi riuscire a visitare la Nuova Zelanda, uno dei primi posti che vorrò assolutamente visitare, sarà il Villaggio Hobbit!! :)
E' la Nuova Zelanda un Paese con panorami mozzafiato, da starci in contemplazione ore e ore...
E vogliamo poi parlare della danza Maori resa celebre dagli All Blacks?! :)
La tappa neozelandese è rappresentata dalla città di Wellington per la letterina W
Wellington (foto da Wikipedia)
Prima di raccontare Storia, Geografia e quant'altro della Nuova Zelanda (copiando tutto spudoratamente da Wikipedia, vi avverto!) voglio lasciare subito la ricettina, che ho trovato QUI ed è velocissima tanto da fare quanto da far.... sparire!!!! :DDD
Come sempre in rosso le mie varianti
BISCOTTI AFGHAN
per circa 25 pezzi
per l'impasto:
200 g di burro "pomata"
75 g di zucchero
200 g di farina (io "00")
2 cucchiai di cacao (io amaro)
150 g di cornflakes
per la decorazione
glassa al cacao q.b. (io solo cacao fondente al 56%)
noci
Preriscaldare il forno a 180° e foderare con carta forno due leccarde.
Nella planetaria o con le fruste elettriche, lavorare il burro e lo zucchero fino a che si ottiene una crema chiara e morbida
A parte, mescolare insieme farina e cacao quindi setacciarli e unirli al composto in planetaria mescolando per incorporare bene.
Infine aggiungere i cornflakes e mescolando con cura (io ho fatto direttamente con una mano in quanto il composto era un piuttosto sostenuto e col cucchiaio risultava un'impresa ardua...)
Prelevare porzioni di impasto e formare delle palline grosse circa come un piccolo mandarino, disporle sulle leccarde ed appiattirle con il palmo della mano.
Infornare e lasciare cuocere 20-25 minuti o poco più, secondo il forno di casa.
Lasciare raffreddare su una grata, quindi decorare con la glassa al cioccolato ed un pezzetto di noce.
Personalmente, non ho voluto "appesantirli" ulteriormente con una glassa burrosa o pannosa, visto la gran quatità di burro già presente nel biscotto ed ho preferito sciogliere a bagnomaria del cioccolato fondente al 56%
Far asciugare il cioccolato quindi gustare!
Allora, ad un primissimo assaggio (fatto senza la decorazione) mi han lasciata un pò delusa... poi ho rifatto l'assaggio qualche ora dopo, completi di "glassa" e la sensazione è migliorata nettamente... poi, dulcis in fundo, è arrivata un'amica e le ho proposto un biscottino insieme al caffè, avvisandola però che era la primissima volta che li facevo e.... ne è rimasta ESTASIATA! Tant'è che gliene ho regalati un pò perchè le brillavano gli occhi davanti al vassoietto! Quale miglior test?! :DDD
E ora, come accennavo più sopra, un pò notizie wikipediane sulla Nuova Zelanda e.... vi aspetto numerosiiiiiiiiiiiiiiiii! :)
Il nome Nieuw Zeeland (dalla Zeeland, provincia dei Paesi Bassi, il cui nome significa "terra di mare"), fu coniato da un ignoto cartografo olandese. Tale nome venne in seguito anglicizzato da James Cook in New Zealand mentre Aotearoa è l'antico nome dato dal popolo Māori all'odierna terra della Nuova Zelanda. Ci sono varie traduzioni del nome originale, ma quello più comunemente usato è "Land of Long White Cloud", che significa "Terra dalla lunga nuvola bianca" (Ao: nuvola; Tea: bianca; Roa: lunga).
L'insediamento degli umani in Nuova Zelanda risale a circa sette secoli fa, quando gruppi di polinesiani, probabilmente in una serie di ondate successive, vi giunsero tra il 1000 e il 1300 d.C. Nei secoli successivi, essi svilupparono una cultura propria fino a forgiare l'attuale identità del popolo māori. La popolazione era suddivisa in sottogruppi detti hapu, a volte alleati, a volte in lotta fra loro. In epoca successiva un nucleo di māori lasciò la Nuova Zelanda alla volta delle isole Chatham, dando così vita ad un'altra nuova cultura nota come moriori.
I primi europei a visitare l'arcipelago furono gli olandesi della spedizione guidata da Abel Tasman nel 1642. Molti membri dell'equipaggio vennero uccisi dai māori e l'esito della spedizione fu tenuto segreto per evitare eventuali insediamenti della rivaleCompagnia Inglese delle Indie Orientali. Gli europei non fecero ritorno sulle isole fino all'arrivo dell'esploratore britannico James Cook, che visitò queste terre durante il suo primo viaggio del 1768-71. Cook sbarcò in Nuova Zelanda nel 1769 e mappò gran parte delle coste.
Dopo la spedizione di Cook, molte altre navi europee e americane sbarcarono sulle isole. Gli europei erano soliti commerciare con i nativi, cedendo cibo europeo, armi e utensili in metallo in cambio di acqua fresca e cibo locale. L'introduzione della patata e delmoschetto ebbe un notevole impatto sulla società māori. In particolare, l'uso dei moschetti modificò i rapporti di forza tra le varie tribù, portando alle cosiddette "guerre del moschetto". Inoltre, a partire dagli inizi del XIX secolo, diverse missioni cristiane si stabilirono nel paese, convertendo gran parte dei māori.
Preoccupato dalle mire espansionistiche francesi e dal modo disordinato con cui i bianchi stavano colonizzando le nuove terre, il governo britannico decise di inviare in Nuova Zelanda William Hobson, al fine di reclamare la sovranità britannica e stipulare un trattato con i nativi. Fu così che dal 1788 al 1840 la Nuova Zelanda fece formalmente parte del Nuovo Galles del Sud. La vera svolta fu determinata dal Trattato di Waitangi, stipulato nella Baia delle Isole il 6 febbraio 1840. Malgrado le discordie e i dubbi che ancora oggi si hanno sulle versioni in lingua māori e in inglese, tale trattato è considerato l'atto costitutivo della nazione neozelandese nonché una garanzia dei diritti dei māori. In particolare, Hobson scelse inizialmente Okiato come capitale della nuova colonia, per poi trasferirsi ad Auckland nel 1841.
A partire dal 1840 consistenti ondate di coloni europei giunsero in Nuova Zelanda. I māori, inizialmente, si mostrarono desiderosi di commerciare con i bianchi (da loro chiamati pakeha) e, proprio grazie a questo tipo di attività, diverse tribù riuscirono ad arricchirsi. La situazione cominciò però a peggiorare quando, di fronte alla crescita degli insediamenti dei bianchi (stimolata dalla scoperta dell'oro, avvenuta nel 1861), i māori cominciarono a temere di perdere il controllo della loro terra. Tali contrasti portarono alle cosiddette guerre māori, combattute tra gli anni sessanta e settanta dell'Ottocento e che causarono ai māori la perdita della gran parte delle loro terre.
Nel 1854 venne insediato il primo parlamento neozelandese, cosa che rappresentò il primo passo verso l'autonomia del paese (tant'è che ormai, verso la fine del secolo, la Nuova Zelanda poteva dirsi completamente autonoma dalla madrepatria). Nel frattempo, nel 1863, il primo ministro Alfred Domett fece sì che la capitale venisse trasferita in una località sullo stretto di Cook, probabilmente al fine di impedire che l'Isola del Sud diventasse una colonia separata. Alcuni commissari australiani - scelti per la loro neutralità - candidarono a questo ruolo Wellington, grazie alla sua posizione centrale e al suo porto. Fu così che il parlamento vi si insediò ufficialmente nel 1865.
Nel 1893 la Nuova Zelanda si distinse quale primo paese al mondo a riconoscere il diritto di voto alle donne. Sempre in quel periodo, si ebbero diverse nazionalizzazioni e l'istituzione della pensione di vecchiaia: provvedimenti, questi, che diedero alla Nuova Zelanda una delle più avanzate legislazioni sociali del tempo.
Il 26 settembre 1907 la Nuova Zelanda acquisì lo status di dominion, per poi diventare completamente indipendente nel 1947, anno in cui venne ratificato lo Statuto di Westminster del 1931 (va però detto che già da molto tempo la Gran Bretagna aveva cessato di esercitare un ruolo attivo nel governo dell'ormai ex-colonia). Visti i legami con la Gran Bretagna, l'economia neozelandese sperimentò notevoli difficoltà durante la Grande depressione. Ciò portò alla formazione del primo governolaburista, il quale optò per la creazione di un vasto welfare state e di un'economia orientata al protezionismo. Va inoltre aggiunto che la Nuova Zelanda, vista la forte impronta lasciata dai coloni europei, si dimostrò sempre un membro fedele dell'Impero britannico. Contingenti neozelandesi combatterono durante la Seconda guerra boera e durante le due guerre mondiali; il governo neozelandese, infine, appoggiò quello britannico durante la crisi di Suez. In particolare, la partecipazione alla prima guerra mondiale valse al paese il mandato sulle Samoa occidentali e su Nauru. La Nuova Zelanda partecipò, inoltre, alla Guerra di Corea del 1950-1953, tra le forze ONU ed entrò, nel 1955, nell'Organizzazione del Sud-Est Asiatico. Nel 1961, vennero accolte le richieste di indipendenza delle isole Samoa occidentali. Nel 1965 le truppe neozelandesi furono inviate in appoggio al governo del Vietnam del sud, durante la Guerra del Vietnam.
Dal punto di vista economico, il periodo successivo alla seconda guerra mondiale fu di grande prosperità per la Nuova Zelanda; proprio in quel momento, tuttavia, cominciarono a manifestarsi alcune pressanti questioni sociali. In primo luogo, i māori iniziarono a trasferirsi nelle città in cerca di occupazione. Nel frattempo, gli stessi māori cominciarono a sperimentare un risveglio della loro cultura e a protestare sostenendo il mancato rispetto del Trattato di Waitangi. Nel 1975 si istituì un tribunale per indagare sulle presunte infrazioni del trattato. Nel frattempo i tradizionali legami economici con la Gran Bretagna cominciarono ad allentarsi a causa dell'ingresso di quest'ultima nella Comunità Economica Europea. Numerosi cambiamenti economici e sociali si verificarono nel corso degli anni ottanta durante il quarto governo laburista della storia del paese, soprattutto grazie all'allora ministro delle Finanze Roger Douglas (tant'è che solitamente le trasformazioni di quel periodo sono note come "Rogernomics").
GEOGRAFIA
La Nuova Zelanda ha una forma lunga e stretta. Si estende per circa 1 500 km da nord a sud; in entrambe le isole la costa occidentale non dista più di 200 km da quella orientale. Lo stretto di Cook (che separa le due isole) è largo 26 km.
Entrambe le isole sono attraversate da catene montuose; l'Isola del Sud dalle Alpi meridionali e l'Isola del Nord da catene di minore altezza. Il Monte Cook (o Aorangi in lingua māori, ovvero "che trapassa le nubi") con i suoi 3 754 m è la vetta più alta del paese ed è situata al centro delle Alpi neozelandesi. La Nuova Zelanda è ancora ricca di molti vulcani attivi ed è una zona con un rischio sismico molto elevato.
La costa la cui lunghezza complessiva è 15 134 km[8] è frastagliata nell'Isola del Nord mentre in quella del sud si presenta più regolare.
Idrografia
Il territorio presenta numerosi corsi d'acqua che nascono dai rilievi, sono però per la maggior parte molto brevi e discontinui, difficili da navigare, infatti sono frequentemente interposti nel corso del fiume, laghi (spesso di origine vulcanica come ilLago Taupo) e cascate.
Clima
La latitudine della Nuova Zelanda (da 34 a 47° S) corrisponde all'incirca a quella dell'Italia, nell'emisfero boreale. Tuttavia il fatto di essere in mezzo all'Oceano rende il clima diverso da quello italiano. Infatti ci sono molte più precipitazioni, perché il fatto di essere un'isola la rende naturalmente più predisposta. In generale, comunque, il clima è temperato e marittimo, con temperature raramente minori di 0 °C e maggiori di 30 °C. La minima temperatura registrata in Nuova Zelanda fu di −21,6 °C (ad Ophir, Otago), mentre la massima fu di 42,4 °C (a Rangiora, Canterbury). Fra le maggiori città, Christchurch è la più asciutta, con solo 640 mm di acqua all'anno. Auckland, la città più piovosa, ne riceve quasi il doppio. Auckland, Wellington e Christchurch ricevono comunque una media di oltre 2 000 ore di sole all'anno. La parte meridionale dell'isola del Sud ha un clima più fresco e perturbato, con circa 1 400 – 1 600 ore di sole, mentre la parte settentrionale dell'isola del Sud è la parte più soleggiata e riceve circa 2 400 – 2 500 ore di sole all'anno.
Popolazione
Dal 2014 si contano 4 578 900 abitanti, con una densità di 16 per km²; i tre quarti della popolazione vive nell'Isola del Nord, più favorevole climaticamente.
Etnie
La popolazione della Nuova Zelanda è costituita per il 67% da bianchi, principalmente di origine inglese e scozzese; gli indigeni di etnia polinesiana sono circa 201 000. Sono presenti minoranze di cinesi, indiani, tedeschi, olandesi, italiani. Gli Europei costituiscono il 67% della popolazione, i māori il 14%, altre popolazioni del Pacifico il 3%, altri ancora (inclusi cinesi) il 14%. Ai censimenti non stupisce il fatto che la somma delle percentuali superi il 100%, poiché molti neozelandesi si ritengono appartenenti a più di un'etnia.
Attualmente la Nuova Zelanda ha 16 regioni (di cui 12 sono governate da un consiglio regionale eletto dal popolo, e 4 governate dalle autorità territoriali) e 74 autorità territoriali 16 delle quali sono distretti urbani, 58 sono distretti rurali ai quali si aggiungono le isole Chatham.I primi coloni europei divisero il paese in province; queste furono abolite nel 1876, anno in cui il governo fu completamente centralizzato. Nel 1989 il governo locale fu completamente riorganizzato e fu instaurato un sistema di governo basato su due livelli, le regioni e le autorità territoriali.
Quattro delle autorità territoriali (una città e tre distretti) e le isole Chatham sono nel contempo delle regioni, sono quindi definite come autorità unitarie. Le autorità territoriali non sono una suddivisione delle regioni, esistono quindi delle autorità territoriali il cui territorio fa parte di più di una regione. Sono dipendenze esterne della Nuova Zelanda, con autonomia interna, le Isole Cook (235 km², 18 000abitanti), le isole Tokelau (10 km², 2 000 abitanti) e l'isola Niue."
Ultimo ma non meno importante, ho trovato il sito di una coppia di giovani italiani che si sono trasferiti definitivamente in Nuova Zelanda e, inutile dirlo, li seguo con grandissimo piacere: ORNITORINKO
Wcome..... Wla Nuova Zelanda!!! ^___^
RICETTINE NEL PANIERE
1) NEW ZEALAND KIWI BREAD- Pane al Kiwi (grazie ad Aiù ehemmm... voi la conoscete come Elo de La Trattoria Muvara!)
2) CINNEMON OYSTERS - Le Ostriche alla Cannella (grazie Resy di Le Tenere Dolcezze di Resy!)
3) HONEYCOMB o HOKEYPOKEY (grazie Elena di Zibaldone Culinario!)
4) HOKEYPOKEY (grazie Anisja di La Cucina di Anisja!)
5) BEEF PIE (grazie Elena di Zibaldone Culinario!)
6) PAVLOVA AI FRUTTI DI BOSCO (grazie Tamara di Un Pezzo della mia Maremma!)
7) TAKAKA OATY GINGER CRUNCH - Shortbread con glassa allo zenzero (grazie Resy di Le Tenere Dolcezze di Resy!)
8) PAVLOVA (grazie a Cinzia di Cindystar)
9) MAORI FRY BREAD - Pane Fritto Maori (grazie a Eyra di Sapori in Valigia!)
10) TRIFLE (grazie a SOFIA C. che mi ha mandato ricetta e foto via mail e che ho pubblicato QUI ^^ )
11) MARINATED MUSSELS - Cozze Marinate (grazie a Martissima di Viaggiare è un pò come Mangiare)
12) OATY GINGER SLICE - fatti da me :)
13) ANZAC BISCUITS - Biscotti Anzac (grazie a Pinko Pallino di Pinkopanino!)
14) SWEET POTATO (KUMARA) AND WINTER SQUASH SOUP - Zuppa di patata dolce (Kumara) e zucca (grazie a Simona Carini di Briciole!)
15) AFGHAN BISCUITS - Biscotti Afghan (grazie a Terry di Crumpets & Co.!)