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sabato 9 marzo 2024

MARSHMALLOW per la Z di ZUCCHERO e si vola in U.S.A.!

Ultima lettera dell'alfabeto per il nostro Viaggio nel Mondo degli Ingredienti, capitanato dalla nostra Capa Aiù e ultima mia proposta ^___^

Era da parecchio tempo che volevo provare a farli in casa, questi dolcetti tipicamente made in U.S.A., ma cercando notizie sulla loro origine, si scopre che non sono stati inventati in America ma bensi in Europa! QUI potete leggerne l'origine ^^

Sarebbero da consumare goduriosamente immersi in una bella tazza di cioccolata calda o anche abbrustoliti infilati su un bastoncino davanti ad un falò o, ancora, chiusi fra due biscotti insieme ad un bel pezzo di cioccolata, noti anche come "s'mores"....

Alla fine ho testato con mano la loro estrema semplicità di esecuzione, basta solo avere un termometro da cucina, di quelli a immersione, per tenere d'occhio la temperatura del composto mentre cuoce e voilà!

Ah... e pazienza nello staccare la massa dal cestello della planetaria... :DDDD

Ho letto diverse ricette e procedimenti, praticamente tutti uguali e alla fine sono approdata alla versione di LUCAKE.

Lui dice che con queste dosi vengono una cinquantina di pezzi, a me ne sono venuti almeno il triplo, ma li ho fatti piccolini... :D

La prossima volta voglio provare ad aromatizzare la massa con qualche goccia di estratto di vaniglia e, anche, a colorarla!

Comunque ecco qua i "miei"...

MARSHMALLOW (U.S.A.)

400 g di zucchero semolato

160 g di glucosio

60 g di acqua fredda

120 g di acqua

zucchero a velo a volontà

olio di semi qb

21 g di gelatina in fogli

termometro a immersione

Planetaria con gancio a frusta

In una ciotola mettere i 60 g di acqua fredda e tagliarvi dentro in piccoli pezzi i fogli di gelatina perchè si ammorbidisca.

Mettere in una pentola dal fondo spesso lo zucchero, i 120 g di acqua, la gelatina ammorbidita con anche la sua acqua e portare a bollore, mescolando bene il composto, fino a che raggiunge la temperatura fra 108° e 110°.

Traferire ora la massa nel cestello della planetaria, facendo attenzione a non schizzarsi perchè bollente e montare per 3-5 minuti.

Diventerà bianco perlaceo e spumoso.

Mentre la planetaria fa il suo lavoro, ungere bene una teglia rettangolare da cm. 20x30 circa con l'olio di semi e spolverare bene con abbondante zucchero a velo.

Quando il composto è bello spumoso ma non ancora troppo denso, versarlo nella teglia, livellarlo il più possibile, coprire con ancora abbondante zucchero a velo e mettere in frigo per almeno 6 ore (io tutta la notte) perchè si addensi per bene.

Passato il tempo, spolverare di zucchero a velo un tagliere, ribaltarvi sopra la massa ormai addensata e tagliare a strisce e quindi a quadrati, ricavando i marshmallow.

Il momento del taglio è, a mio avviso, il più antipatico perchè bisogna tenersi sempre lo zucchero a velo a portata di meno, magari un bel mucchietto sul tagliere, in modo da passarci subito le strische appena tagliate altrimenti si attacca tutto alla lama del coltello (ah! lama liscia ovviamente...) e addio :D

Ho già suddiviso i marshmallow fra i condomini e la figlia (13 anni) dei  ragazzi del piano di sopra mi ha reso felicissima scrivendomi un mex su wa che dice proprio così 

"Moniaaaaaa sono BUONISSIMIIIII quelli che si comprano non mi piacciono, ma questi sono fantastici bravissima"

Quindi direi che ho terminato la mia partecipazione alla raccolta col botto, potrei essere più contenta di così!?? ^___________^

Comunque voci di corridoio suggeriscono che non finisce mica qui... :DDDD

venerdì 26 gennaio 2024

SCHIACCIATA CON L'UVA restando in ITALIA con la letterina U

 Siamo alle ultime tappe di questo Meraviglioso Viaggio nel Mondo degli Ingredienti, guidati dalla nostra Capa Aiù e cercando ingredienti che iniziassero con la letterina U mi sono fermata alla U di UVA...

Era da tempo che volevo fare questo dolce-non-dolce, perchè quando di stagione, nei vari blog/vlog di cucina è tutto un fiorire di queste schiacciate all'uva tipicamente toscane e mi fanno un'acquolina, quindi quale migliore occasione per sperimentare no?!

Solo che in questo periodo trovare uva fresca, buona, non è facile... Avrei dovuto usare l'uva nera o rossa, ma l'unica che avevo trovato veniva dal Sud Africa quindi nada :D

Ho però trovato l'uva bianca italiana....sì, sono un pò fissata, preferisco acquistare frutta coltivata in Italia, a meno che non abbia proprio voglia di frutta particolare, come ananas o papaya per fare un esempio, che al momento qui da noi, insomma... ma se il clima continua così credo che avremo preso anche piantagioni di alberi da cocco... :DDD (ridiamo per non piangere va...).

Comunque ho scoperto che è facilissima da fare e la resa, in gusto, è andata ben oltre le mie (nostre) aspettative! 

Quindi anche questa ricetta è stata aggiunta nel mio quadernino delle preferite! ^___^

AH! la ricetta l'ho presa da QUI, solo sostituendo, come già detto, il tipo di uva

SCHIACCIATA ALL'UVA (bianca)

400 g farina 0

7 g lievito di birra disidratato

4 cucchiai di olio evo

200 g di acqua

2 grappoli di uva nera (io bianca)

Teglia quadrata cm. 23x23

Sciogliere il lievito in metà dell'acqua indicata negli ingredienti, lasciando che si attivi, coperto per almeno 10 minuti.

Nel frattempo lavare l'uva, separare tutti gli acini e tagliarli a metà, tenendone una parte interi per la decorazione (nella ricetta dice di lasciarli interi ma io ho preferito dividerli...)

Nella planetaria col gancio a K (o farfalla) mettere la farina, l'olio e l'acqua col lievito e far impastare a velocità bassa aggiungendo poco a poco la restante acqua fino a che l'impasto risulta morbido ma non appiccicoso.

Montare ora il gancio a uncino e continuare ad impastare per 10-15 minuti fino ad ottenere un impasto liscio ed elastico.

Coprire e lasciare lievitare fino al raddoppio (un paio d'ore).

Ribaltare l'impasto lievitato sul piano di lavoro infarinato e dividerlo in due parti, di cui una più grande (circa 2/3 e 1/3)

Foderare di carta-forno la teglia e ungerla con un pò di olio evo.

Con la punta delle dita allargare la porzione più grande, cercando di mantenere più possibile una forma quadrata e adagiarla all'interno della teglia, lasciando i bordi un pò più abbondanti.

Riempire con gli acini tagliati a metà e cospargere con 3 cucchiai di zucchero e un giro di olio evo.

Stendere col mattarello la porzione di impasto più piccola e coprire con questa il ripieno, sigillando bene i bordi pizzicando con le dita.

Distribuire sulla superficie i chicchi interi tenuti da parte, 1 cucchiaio di zucchero e un altro giro di olio evo.

Cuocore in forno già caldo a 190° per 45-50 minuti (nel mio fornetto 40 minuti) finchè la superficie è bella dorata.

Poichè i bordi della mia schiacciata tendevano a scurire troppo, ho coperto la superficie con un foglio di carta stagnola.

Sfornare, attendere qualche minuti che stiepidisca la schiacciata, quindi toglierla dalla teglia e lasciarla raffreddare su una gratella.

Stra-buo-na!!!!


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giovedì 4 gennaio 2024

PANE DI SEGALE MISTO (Italia) con la letterina T di TRIGONELLA

Ho finalmente scoperto cosa fosse quell'aroma così particolare che si sente in alcuni tipi di pane che si possono gustare in Trentino-Alto Adige!

Adoro quei pani bassi, scuri e profumatissimi e per l'occasione, cercando un ingrediente con la letterina T del Viaggio nel Mondo degli Ingredienti capitanato dalla nostra Capa Aiù, mi sono messa a sfogliare uno dei tanti libri di cucina dedicati al cibo di montagna.

Questa volta è toccato a DOLOMITI: La Cucina della Tradizione di Mali Holler e ho trovato un ingrediente davvero particolare e insolito, almeno per il mio tipo di cucina: la TRIGONELLA (anche noto come FIENO GRECO) che si può trovare sia in semi che già macinata, come nel mio caso (aaaahh Sant'Amazon...)

E' piuttosto facile da preparare e non bisogna farsi spaventare dall'aspetto piuttosto rustico e appicicaticcio dell'impasto... 

Io ho dimezzato le dosi e ricavato 3 pani, ma qui riporto la ricetta tal quale al libro.

Comunque ecco qua il mio...

PANE DI SEGALE MISTO

(per 7 pagnotte)

300 g di farina di frumento (io "00"

500 g di farina di segale

30 g di lievito (di birra fresco)

1 cucchiaino di zucchero

750 ml di latte tiepido

1 cucchiaio di sale fino

2 cucchiai di trigonella tritata

1 cucchiaio di semi di anice

1 cucchiaio di semi di finocchio

crusca q.b. (o altra farina "00")

In una ciotola mescolare le due farine e farvi un incavo al centro, dove sbriciolare il lievito, aggiungere lo zucchero e un pò di latte (io 3/4) e mescolare a formare un preimpasto (biga).

Coprire con un telo e mettere a lievitare per mezz'ora in luogo caldo (io nel fornetto spento).

Dopo questo riposo, aggiungere il sale, le spezie e il resto del latte e impastare il tutto.

Risulterà piuttosto appiccicoso, ma lasciarlo così come è.

Coprire di nuovo col telo e mettere a lievitare 1 ora o fino al raddoppio.

Infarinare bene la spianatoia, ribaltarvi l'impasto e da questo ricavare dei panetti piatti, lavorandoli con un pò di farina.

Disporre sulla leccarda del forno cosparsa di farina o crusca (io ho usato la carta forno).

Lasciare riposare ancora un pò quindi bucherellarli con una forchetta.

Intanto portare il forno a 200° e cuocere le pagnotte per 30 minuti o fino a sono belle dorate e, bussando sul fondo, suona "a vuoto".

Mettere a raffreddare su una gratella e.... provare a resistere alla tentazione di tagliare ed assaggiare, con tutto il profumino che si sarà sparso per casa... Io non ci sono riuscita! :DDDD

Infatti si vede anche dal taglio della pagnotta, che essendo ancora calda, la mollica ha "seguito" la lama del coltello, creando quei grumini bruttissimi a vedersi, ma non me ne frega nulla perchè è troppo buono e morbido... credo di averne mangiate 3-4 fettine così, in un baleno... :DDD


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mercoledì 13 dicembre 2023

KEREVIZ EZMESI - Salsina cremosa di sedano rapa (TURCHIA)

Questa ricettina la si potrebbe quasi considerare una non-ricetta, per la sua semplicità di preparazione, ma la trovo geniale e strabuona e poi cade a fagiolo per inaugurare l'ultimo mio acquisto!

Durante questo Viaggio nel Mondo degli Ingredienti, della nostra Capa Aiù, mi sto appassionando sempre più di piatti stranieri e, tolti quei pochi ingredienti che proprio non posso consumare, cerco quindi di sperimentare...

E aumenta così il mio "tessssssoro" di libri di cucina! :D

L'ultimo arrivato è ISTANBUL Ricette dal cuore della Turchia di Rebecca Seal, stupendo!

Bellissime anche le ricette che non potrò mai sperimentare, ma numerosissime anche altre che invece potrò provare!

Una di queste è appunto quella che vado a presentare per questa tappa dedicata alla letterinaS di.... SEDANO RAPA atterrando, appunto, in TURCHIA! ^__^


Ho scoperto il sedano rapa non molto tempo fa, forse 2-3 anni fa e lo adoro!

Fino ad ora però lo avevo sempre cotto (in padella, al forno, nelle vellutate, nei minestroni, ecc.) ma mai consumato crudo! E' davvero una novità per me ^^

KEREVIZ EZMESI 

(Salsina cremosa di sedano rapa)

per 4 persone

150 g di sedano rapa

150 ml di yogur turco o greco al naturale (io greco allo 0,5% di grassi, bello compatto)

1 cucchiaino di aneto tritato finemente (io prezzemolo)

1 cucchiaio di olio evo (io il mio all'aglio)

1 spicchio d'aglio schiacciato (facoltativo)

1 cucchiaio colmo di maionese (io la mia home-made vegana)

sale qb

In una ciotola mescolare bene tutti gli ingredienti tranne il sedano rapa, quindi quest'ultimo, e grattugiarlo grossolanamente (io l'ho fatto a julienne con la grattugia) in una ciotola.

Aggiungerlo subito nella ciotola con gli altri ingredienti, perchè se si aspetta si ossida e scurisce.

Mescolare molto bene e servire come salsina di accompagnamento a temperatura ambiente o anche freddo.

La mia non è venuta molto cremosa perchè credo di aver esagerato col sedano rapa :DDD

Per provarla, ne ho messo qualche cucchiaino sul carpaccio di salmone a cena ieri sera e ci sta benissimo!!!

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venerdì 24 novembre 2023

MUJADDARA - RISO E LENTICCHIE CON CIPOLLE CARAMELLATE e si va in SIRIA con la letterina R!

Continuo a spignattare girando intorno alla letterina R, questa volta optando per il RISO, come ingrediente per il Viaggio nel Mondo degli Ingredienti organizzato dalla nostra Capa Aiù!

Questo piatto è tipico della cucina medio orientale e questa ricetta in particolare, l'ho presa dal libro di ricette ebraiche HAZANA la cucina ebraica vegetariana, collocandolo in SIRIA.

E' molto semplice nella sua preparazione, ma le spezie gli danno quel tocco in più!

Via assaggiamo quindi un bel piatto di...

MUJADDARA - Riso e lenticchie con cipolle caramellate

(per 4 persone)

200 g di lenticchie

200 g di riso a chicco lungo (io riso Thai "Caprice")

3 cipolle rosse (io di Cannara)

6 cucchiai di olio evo

1/2 cucchiaino di coriandolo in polvere

1/2 cucchiaino di pimento in polvere

sale e pepe macinato al momento

Riporto quanto scritto in apertura della ricetta sul libro:

"si dice che questa pietanza sia l'eredità del famoso "piatto di lenticchie" per il quale Esaù vendette la primogenitura al fratello Giacobbe. Le esatte proporzioni fra riso e lenticchie variano da famiglia a famiglia, ma quello che non cambia mai è la quantità di cipolla soffritta con cui viene condito. Talvolta si porta in tavola con una ciotola di yogurt a parte"

Tenere le lenticchie in ammollo per due ore, quindi metterle in una casseruola insieme a 3 bicchieri d'acqua e portare a bollore delicato, coprendo, per almeno mezz'ora.

Quando quasi cotte scolarle tenendo da parte l'acqua di cottura.

Tritare una delle cipolle e soffriggerla con 2 cucchiai di olio evo fino a che comincia a dorare, quindi aggiungere il riso, il pimento e il coriandolo e mescolare bene.

Versare ora anche le lenticchie e la loro acqua di cottura, più un paio di bicchieri di acqua e portare a cottura il tutto, cuocendo fino a che il liquido è praticamente tutto assorbito e aggiustare di sale e pepe (io il pepe normale non l'ho messo perchè ci dà problemini...)

Nel mentre, affettare sottilmente le altre due cipolle e farle dorare in 4 cucchiai di olio e servirle sul riso impiattato.

Si può gustare sia caldo che freddo e ho provato entrambi i modi, ottimi tutti e due!

Lo trovo un ottimo "salva pranzo" da preparare in anticipo, per quando si torna dal lavoro e si ha fretta ma si vuole mangiare bene e di gusto! ^___^

Per quanto mi riguarda, è stato davvero impossibile trovare il pimento nei vari supermercati della mia zona... sono stata tanto tempo a scorrere i vari vasetti dappertutto! Alla fine, mi sono dovuta rivolgere a Sant'Amazon, che in un giorno mi ha fatto arrivare a casa la mia bella bustina di Pimento della Giamaica... non so se ne esistano altri tipi, questo io ho trovato! :D

Unica pecca, mi è arrivato in grani, che ho prontamente macinato con il mio ormai storico macinino da caffè, che tengo ormai solo per le spezie :)



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giovedì 23 novembre 2023

TORTA DI RICOTTA - Letterina R e restiamo in Italia

Seconda ricetta per la letterina R... e resto in ITALIA, nella mia regione di origine in particolare, l'Emilia e Romagna, con un dolce preso da un libro che sarebbe della mia Suocerina, regalatole tempo fa da una sua amica, ma ormai è mio :DDD

Glielo presi in prestito annissimi fa per copiare alcune ricette, ma all



a fine erano talmente tante quelle che volevo riportare sull'allora mio quadernino che... fa parte ormai dei "miei" libri di cucina :DDD

Però glielo dico sempre alla mia Suocerina: "quando vuole glielo presto!" :DDD

antiche ricette di casa" di B. Baldassari Montevecchi credevo non si trovasse più e invece... :D

Da questo libro ho scelto per la letterina R una ricetta con la RICOTTA
per protagonista e questa è la...

TORTA DI RICOTTA

per la pasta frolla:

300 g di farina

150 g di burro

150 g di zucchero semolato

1 uovo

per il ripieno:

750 g di ricotta (non specificando quale, io ho scelto la vaccina)

3 uova

1/4 di litro di latte
10 g di fecola di patate (io amido di mais)

una noce di burro

1 limone bio (la buccia grattugiata)

1 bustina di vaniglia (io 2 cucchiaini di estratto di vaniglia home-made)

per la doratura:

1 uovo

1 cucchiaio di latte 1/2 cucchiaino di zucchero semolato

NOTA IMPORTANTE per chi volesse provare a farla (e fatela perchè è buonissima!!!!)
Le dosi indicate nel libro secondo me sono sballate... quindi o fate il doppio di frolla o dimezzate le dosi del ripieno!
Perchè a me con le dosi indicate, è venuta una torta del diametro di 28 cm, più un'altra con uno stampo da 15 e ho finito il ripieno suddividendolo in 4 cocottine e poi cotto al forno a bagnomaria. Viene un "budino" di ricotta stratosferico!!!

Fare per prima cosa la pasta frolla, mettendo in una ciotola la farina setacciata, al centro il burro ammorbidito (io l'ho grattugiato a julienne per agevolare l'impasto senza doverlo lavorare troppo), lo
zucchero e l'uovo.

Impastare il tutto delicatamente senza lavorare troppo l'impasto. Poichè probabilmente le mie uova erano un pò piccoline per la quantità di farina/zucchero, ho dovuto aggiungere un dito d'acqua fredda.

Avvolgere l'impasto, appiatto, in carta-forno e metterlo a riposare in frigo almeno un'ora.

Riprenderlo dal frigo dopo il riposo e dividerlo in due parti, una più abbondante rispetto all'altra.

Stendere col mattarello la porzione più grande in un disco di 2-3 mm di diametro e foderare con questo uno stampo da torta di 28 cm di diametro, facendo aderire bene anche i lati allo stampo e bucherellando il fondo con una forchetta.

Fare una precottura in forno a 180° per 15-20 minuti. Nel libro non lo specifica, ma meglio proteggere la superficie dell'impasto con carta-forno  e versandovi del sale o dei fagioli per tenerlo appiattito.

Nel frattempo preparare il ripieno.

In una ciotola capiente lavorare il burro con lo zucchero e i tuorli delle 3 uova (io ho usato le fruste elettriche) quindi aggiungere la ricotta setacciata, la fecola e il latte (io un pò meno di quanto scritto negli ingredienti), la buccia di limone grattugiata e la vaniglia.

Per ultimo, incorporare gli albumi montati a neve.

Versare il composto nella tortiera.

Stendere la seconda parte di frolla, ricavarne delle striscioline, formare con queste la grata sulla torta.

In una ciotolina lavorare l'uovo, il latte e lo zucchero, da spennellare sulla torta, quindi infornare a 190° per 45-50 minuti, proteggendo la superficie con carta stagnola, se dovesse dorare troppo.

Lasciare intiepidire, sformare e spolverare di zucchero a velo prima di servire.

Io quest'ultimo passaggio l'ho proprio dimenticato... ma non se ne è sentita proprio la mancanza... :DDD

Tutto il Condominio ha fatto da cavia ed è andata benissimo! ^_____^





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lunedì 20 novembre 2023

RAPE SOTT'ACETO (Sùltadar Røtur) secondo la ricetta delle Isole Fær Øer e si vola in Danimarca!

 L'appuntamento con il Viaggio nel Mondo degli Ingredienti, capitanato dalla nostra Capa Aiù, ci trova già impegnati con la letterina R e questa volta riesco a portare più di una ricetta! anzi ben TRE!

Cominciamo con questa, dove le RAPE sono protagoniste e ne sono ben felice, visto che le adoro!

Fino ad ora però le avevo usate solo aggiunte nelle zuppe, non sapendo in quale altro modo usarle, ma ho trovato questa ricettina facile facile nel libro (ormai punto fisso nella mensola dei miei libri più usati in cucina) La Cucina Nordica di Magnus Nilsson!

E' un contorno tipico della Danimarca a quanto pare e delle Isole Fær Øer in particolare... (questo lo stemma)


Ho solo dimezzato le dosi (ma la ricetta l'ho trascritta così come è nel libro) per timore che non ci piacciano, ma temo che dovrò rifarle... :DDD

Inoltre non specifica che tipo di rape, se rosse o bianche... ho cercato tanto quelle rosse perchè sarebbero venute sicuramente più "scenografiche" ma non trovandole, ho usato le bianche!

RAPE SOTT'ACETO secondo la ricetta delle Isole Fær Øer  (Sùltadar Røtur)

(Danimarca - Isole Fær Øer)

1 kg di rape, pelate e tagliate a pezzi o spicchi (io a spicchi)

500 ml di aceto Ättika (al 6%)

500 ml di acqua

500 g di zucchero semolato

1 vaso di vetro capiente giusto per la quantità di rape preparate, già lavato e sterilizzato

erbe aromatiche a scelta: foglie di alloro (io 1), grani di pepe (io di pimento di Giamaica), chiodi di garofano (io 3), stecche di cannella cinese (io 2), fettine di zenzero fresco (io fettine da 3 cm di zenzero fresco)

Mettere tutti gli ingredienti in una casseruola, portare a leggera ebollizione e cuocere finchè le rape sono cotte ma ancora al dente, comunque non devono diventare troppo morbide.

Trasferire le rape così cotte, a strati, nel vaso fino ad 1 cm tra la superficie ed il tappo e coprire con il loro liquido di cottura.

Chiudere il vaso col suo coperchio e lasciar raffreddare a temperatura ambiente quindi mettere in luogo buio e fresco per almeno 2-3 giorni prima di consumare.

Poichè per la quantità che ho fatto io il vaso era troppo grande, non si è riempito completamente, per cui le consumeremo nel giro di qualche giorno tenendolo in frigo.




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mercoledì 1 novembre 2023

QUAGLIE CON I PISELLI (Italia)

Con l'ABC di UN MONDO DI INGREDIENTI questa volta la tappa ci fa sudare... infatti con la letterina Q non è che ci siano tanti ingredienti con cui giocare...

Però uno ce l'ho e mi piace pure un sacco!!!

Infatti porterò alla Capa Aiù, ideatrice di quest'altro fantastico giro di ricette per il Mondo (e alla quale rubo sempre l'immagine con la letterina :DDD ) una bella porzione di... QUAGLIE restando, anche per questa volta, in ITALIA

Ho trovato la ricetta su un bellissimo libro di ricette della tradizione contadina, che ho acquistato quest'estate in montagna, in una piccola libreria di Sappada: "Mangiare contadino - 600 ricette della tradizione"

Purtroppo mi mancava un ingrediente, il vino Marsala, che in casa nostra proprio non piace e comprarne una bottiglia per usarne si e no un bicchiere... quindi l'ho sostituito con del vino bianco secco, ma voi, se piace, usate pure il Marsala (o La Marsala?!)

Inoltre nella ricetta dice di pulire le quaglie da testa, zampe ecc. ma si trovano già pulite, quindi chi sono io per andarmi a complicare la vita?! :DDD

QUAGLIE CON I PISELLI (Italia)

(per 4 persone - ma io ho dimezzato le dosi)

8 quaglie già pulite ed eviscerate

350 g di piselli freschi sgranati (io surgelati medi)

30 g di burro 

35 g di prosciutto crudo

2 dl di brodo (io vegetale)

2 rametti di timo (non l'avevo, ho usato la mia salvia essiccata)

1 foglia di alloro

1 dl di Marsala (io vino bianco secco)

1 cucchiaio di farina

sale e pepe qb

Lavare bene le quaglie e eliminare il residuo di piumette che rimangono attaccate nonostante siano già pulite e asciugarle bene con carta assorbente.

In una padella ampia, in modo che le quaglie non si sovrappongano, far sciogliere il burro quindi aggiungere il prosciutto crudo tagliato a listarelle sottili, il timo (io salvia) e l'alloro.

Quando il fondo avrà preso colore, eliminare l'alloro e posarvi le quaglie, aggiustare di sale e pepe e rosolare accuratamente da entrambi i lati a fuoco vivace per 15 minuti, rigirandole spesso per non farle attaccare.

Quando ben rosolate, sfumare col Marsala, quindi posare momentaneamente le quaglie su un piatto, tenendole in caldo.

Aggiungere al fondo di cottura la farina stemperando bene perchè non faccia grumi e quando comincia a restringere, aggiungere il brodo ben caldo e i piselli.


Rimettere le quaglie nella pentola, coprire e cuocere per mezz'ora unendo altro brodo caldo se occorre.

Servire ben caldo irrorando col sughetto di cottura.

Buone!!!



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