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giovedì 23 novembre 2023

TORTA DI RICOTTA - Letterina R e restiamo in Italia

Seconda ricetta per la letterina R... e resto in ITALIA, nella mia regione di origine in particolare, l'Emilia e Romagna, con un dolce preso da un libro che sarebbe della mia Suocerina, regalatole tempo fa da una sua amica, ma ormai è mio :DDD

Glielo presi in prestito annissimi fa per copiare alcune ricette, ma all



a fine erano talmente tante quelle che volevo riportare sull'allora mio quadernino che... fa parte ormai dei "miei" libri di cucina :DDD

Però glielo dico sempre alla mia Suocerina: "quando vuole glielo presto!" :DDD

antiche ricette di casa" di B. Baldassari Montevecchi credevo non si trovasse più e invece... :D

Da questo libro ho scelto per la letterina R una ricetta con la RICOTTA
per protagonista e questa è la...

TORTA DI RICOTTA

per la pasta frolla:

300 g di farina

150 g di burro

150 g di zucchero semolato

1 uovo

per il ripieno:

750 g di ricotta (non specificando quale, io ho scelto la vaccina)

3 uova

1/4 di litro di latte
10 g di fecola di patate (io amido di mais)

una noce di burro

1 limone bio (la buccia grattugiata)

1 bustina di vaniglia (io 2 cucchiaini di estratto di vaniglia home-made)

per la doratura:

1 uovo

1 cucchiaio di latte 1/2 cucchiaino di zucchero semolato

NOTA IMPORTANTE per chi volesse provare a farla (e fatela perchè è buonissima!!!!)
Le dosi indicate nel libro secondo me sono sballate... quindi o fate il doppio di frolla o dimezzate le dosi del ripieno!
Perchè a me con le dosi indicate, è venuta una torta del diametro di 28 cm, più un'altra con uno stampo da 15 e ho finito il ripieno suddividendolo in 4 cocottine e poi cotto al forno a bagnomaria. Viene un "budino" di ricotta stratosferico!!!

Fare per prima cosa la pasta frolla, mettendo in una ciotola la farina setacciata, al centro il burro ammorbidito (io l'ho grattugiato a julienne per agevolare l'impasto senza doverlo lavorare troppo), lo
zucchero e l'uovo.

Impastare il tutto delicatamente senza lavorare troppo l'impasto. Poichè probabilmente le mie uova erano un pò piccoline per la quantità di farina/zucchero, ho dovuto aggiungere un dito d'acqua fredda.

Avvolgere l'impasto, appiatto, in carta-forno e metterlo a riposare in frigo almeno un'ora.

Riprenderlo dal frigo dopo il riposo e dividerlo in due parti, una più abbondante rispetto all'altra.

Stendere col mattarello la porzione più grande in un disco di 2-3 mm di diametro e foderare con questo uno stampo da torta di 28 cm di diametro, facendo aderire bene anche i lati allo stampo e bucherellando il fondo con una forchetta.

Fare una precottura in forno a 180° per 15-20 minuti. Nel libro non lo specifica, ma meglio proteggere la superficie dell'impasto con carta-forno  e versandovi del sale o dei fagioli per tenerlo appiattito.

Nel frattempo preparare il ripieno.

In una ciotola capiente lavorare il burro con lo zucchero e i tuorli delle 3 uova (io ho usato le fruste elettriche) quindi aggiungere la ricotta setacciata, la fecola e il latte (io un pò meno di quanto scritto negli ingredienti), la buccia di limone grattugiata e la vaniglia.

Per ultimo, incorporare gli albumi montati a neve.

Versare il composto nella tortiera.

Stendere la seconda parte di frolla, ricavarne delle striscioline, formare con queste la grata sulla torta.

In una ciotolina lavorare l'uovo, il latte e lo zucchero, da spennellare sulla torta, quindi infornare a 190° per 45-50 minuti, proteggendo la superficie con carta stagnola, se dovesse dorare troppo.

Lasciare intiepidire, sformare e spolverare di zucchero a velo prima di servire.

Io quest'ultimo passaggio l'ho proprio dimenticato... ma non se ne è sentita proprio la mancanza... :DDD

Tutto il Condominio ha fatto da cavia ed è andata benissimo! ^_____^





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mercoledì 19 luglio 2023

ACQUA D'ORCIO un'antica e freschissima bevanda tutta italiana!

In questo periodo sono a ridotto regime alimentare, per cui devo per forza trovare ricette semplici, leggere o che, per lo meno, non incidano troppo sulla bilancia, visto che voglio continuare a dare il mio piccolissimo contributo alla nostra Mitica Carovana e alla raccolta ideata dalla nostra Capa Aiù! :DDD

In questo caso cercando ricette tipiche con la L di LIQUIRIZIA, mi sono imbattuta in questa preparazione e mi sono precipitata in erboristeria a comprare le radici di liquirizia!

Ho preso quella in bastoncini ma, col senno di poi, forse era meglio prendere quelli già spezzettati... 

Comunque, solo un pochettino di pazienza in più e via!

Si tratta di una bevanda molto antica, tutta italiana, delle parti di Reggio Emilia per la precisione, e quindi rimaniamo nel nostro BEL PAESE .

La sua storia e preparazione l'ho trovata QUI e vi invito ad andare a leggerla perchè è davvero interessante!

Poichè da nessuna parte ho trovato le dosi precise, ho fatto "a sentimento" :D

Ora si va a preparare una bella dose di...

ACQUA D'ORCIO (Italia)

2 grosse radici di liquirizia

1 manciata di semi di finocchio

qualche semino di anice compreso le bacche

1 litro d'acqua

Ho sciacquato velocemente le radici sotto acqua corrente, per eliminare eventuale polvere residua, poi le ho immerse in una bottiglia di acqua minerale naturale e lasciata così per un paio di giorni.

Ho quindi travasato tutto in un pentola, aggiunto le altre spezie e portato a bollore, quindi abbassato la fiamma al minimo, coperto con un coperchio e lasciato sobbollire per 5-6 ore.

Ho aggiunto subito la scorza dell'arancia, anche se la "ricetta" diceva di metterla alla fine perchè... mi sono sbagliata! :DDDD

Ho ripetuto la sobbollitura per altri due giorni (non potevo lasciare acceso il fornello 24 ore consecutive :DDD

Travasato il liquido rimasto (diventato molto scuro) in una bottiglia di vetro scuro e lo conservo in frigorifero.

Ho fatto infine la prova assaggio, versando in un bicchiere capiente qualche cubetto di ghiaccio, 1 cucchiaio di "estratto" e riempito con acqua.

Risultato? STRA-BUO-NA!!!!




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venerdì 31 marzo 2023

LA DISOSSATA ALLE OLIVE VERDI e restiamo in Italia

La letterina D de Un Mondo di Ingredienti non è affatto una letterina semplice!

Occorre cercare ed ingegnarsi bene bene ed è il bello di questa raccolta! 

La nostra Capa AIU' , che ha messo in moto questo bellissimo gioco, ci sprona di continuo :DDD

Sfogliando praticamente tutta la mia libreria dedicata solo ai libri di cucina, ho trovato questa bontà!

A quanto pare è tipica del territorio maceratese quindi restiamo in ITALIA ^^

Per dirlo io che non amo particolarmente la carne, è tutto dire, invece il Compare è "uscito" dalla cena leccandosi i baffi! :DDD

E' carne bovina e si tratta del taglio per bistecche ma che, appunto, viene disossata e si prestano benissimo sia alla cottura alla griglia che in padella.

Ho trovato la ricetta su uno dei libri (li ho tutti!) delle Sorelle Di Chiara (Manuela cucina e Lucilla fotografa) due Ragazze che ho avuto la fortuna di incontrare e conoscere anni fa, grazie alla mia mamma, che mi ha regalato il loro primissimo libro, dedicato ai dolci tradizionali maceratesi.

Questo in particolare è il I^ volume de "Ricette, Ricordi, Racconti - la cucina tradizionale del territorio maceratese".

Per cercare questo taglio di carne, sono andata nel piccolo supermercato del mio paesello, dove hanno un banco carne stupendo ma, soprattutto, per la stragrande maggioranza sono prodotti locali.

Ho chiesto timidamente se l'avevano e il macellaio ha subito detto "ma certo, come la fai alla griglia o in padella? perchè hanno uno spessore diverso a seconda di come la vuoi cucinare" :P

E io l'ho fatta in padella, come dice la ricetta...

DISOSSATA ALLE OLIVE VERDI

4 bistecche disossate (io 2)

20 olive verdi in salamoia (io le ho trovate già denocciolate)

1 piccola cipolla (io metà di una grande)

1/2 bicchiere di vino bianco secco

2 tazze di brodo vegetale o acqua calda (io brodo)

qualche cucchiaio di farina

1 noce di burro + olio evo qb

sale qb

Denocciolare le olive e tagliarle in pezzi grossolani.

Tritare finemente la cipolla e farla soffriggere appena in una padella larga con la noce di burro e un pò di olio evo (io 1 cucchiaio circa).

Infarinare leggermente la carne quindi adagiarla in padella e farla rosolare bene da entrambi i lati, quindi sfumare col vino e quando è quasi del tutto evaporato, aggiungere le olive e il brodo caldo, coprire con un coperchio, abbassare la fiamma in modo che il liquido sobbolla delicatamente e portare a cottura almeno una mezz'ora o fino a quando la carne è ben tenera.

In caso sia necessario, mentre cuoce, aggiungere altro brodo caldo. Il liquido di cottura non deve asciugare ma, anzi, deve formarsi una bella cremina.

Servire ben caldo insieme alla salsina con le olive.

Garantisco, viene una bontà spettacolare e la carne è tenerissima!

Ah! Siccome lungo i bordi delle fette c'era un pò di cotenna dell'animale, per fare in modo che la carne non si arricciasse durante la cottura, ho inciso la cotenna con un coltellino ben affilato, ma senza arrivare a toccare la carne.

Credevo si restringessero molto in cottura, invece no! Sono rimaste comunque giganti... sembrava di mangiare una fettina di brontosauro! :DDDD


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mentre

La cartina dell'Italia l'ho presa QUI

lunedì 16 gennaio 2017

PASTE (O BISCOTTI) DELLA BEFANA

Prima di tutto: BUON ANNOOOOOOOOOOOO!!!!

E poi.... incredibile ma vero, nonostante siano trascorsi mesi dall'ultimo post (si parlava di pesche, figuriamoci!!!), il mio blogghino è rimasto fedele e non ha fatto su baracca e burattini per andarsene verso lidi (e "mamme") migliori di me! :DDD


Perciò, anche se con qualche giorno di ritardo, ho deciso di fargli un bel regalino e far passare anche di qui la Befana con una ricettina che rimandavo da sempre, per paura e del puzzo terribile dell'ammoniaca (che mi fa venire la nausea...) e per l'uso dello strutto, che non ho mai usato in cucina perchè mi fa senso.... :P

E quindi ecco qui dei dolcetti tipici delle Marche, fatti seguendo la ricetta originale presa dal libriccino "SE NON C'E' NONNA, CHI CUCINA?" creato qualche annetto fa da un gruppo di Ragazze (le "Nonne") e Ragazzine (le Signore che le hanno seguite) del mio paesello, per raccogliere e portare avanti le preparazioni tipiche del mio paesello (Cerreto d'Esi) e dintorni.

Poche ma intensissime pagine di ricette e aneddoti anche dialettali, che è un piacere anche solo da leggere! 

Preciso che ho dimezzato le dosi perchè immaginavo che ne sarebbe venuta fuori comunque una montagna! E così è stato... :DDD e che l'impasto l'ho fatto con la planetaria, perchè noi donnine moderne non abbiamo abbastanza "olio di gomito" per farli a mano! :DDD

PASTE (o BISCOTTI)
DELLA BEFANA
(per circa 100 pezzi)

1 kg di farina "00" (io Molino Branca)
400 g di zucchero semolato
30 g di ammoniaca per dolci (io 24 ovvero 3 bustine da 8 gr. cad.)
1 limone bio (la buccia grattugiata)
150 g di strutto
250 g di latte (io intero a temperatura ambiente)
4 uova (a temperatura ambiente)
1 pizzico di sale (antisfiga!)
1 tuorlo + q.b. di latte per la doratura
confettini (o diavolini) colorati per decorare

Sciogliere lo strutto in un pentolino a bagnomaria e lasciarlo intiepidire.

Nel frattempo in una ciotola sbattere leggermente

le uova per amalgamarli e quindi aggiungere il latte e mescolare bene.

Setacciare la farina nella planetaria, aggiungere l'ammoniaca per dolci, la buccia grattugiata del limone e lo zucchero. Fare un incavo al centro e versarci lo strutto e il composto di latte/uova.

Montare il gancio a foglia (o farfalla) e impastare quel tanto che basta per ottenere una massa dalla consistenza della pasta frolla.

Avvolgerla in pellicola trasparente, appiattendola un pò, e metterla a riposare in frigorifero almeno un paio d'ore (se poi la fai il giorno prima, è anche meglio).

Al momento di fare i biscotti, scegliere gli stampini preferiti, preparare in un bicchiere il tuorlo dell'uovo sbattuto con un pò di latte (per dorare) e i diavolini.

Infarinare leggermente la spianatoia, prendere l'impasto dal frigorifero, spezzarlo in 5-6 pezzi, da lavorare mano a mano (gli altri lasciarli nella pellicola in frigorifero).

Scaldare il forno (statico) a 180°.

Stendere le porzioni di impasto col mattarello ad uno spessore di mezzo centimetro circa, intingere lo stampino nella farina quindi ritagliare i biscotti.

Porre le formine sulle leccarde del forno (foderate di carta forno) distanziate tra loro di qualche centimetro perchè lievitano (le formine, non le leccarde... :D :D :D ).

Spennellarle con l'uvo-latte e cospargere di diavolini.

Cuocere per 10-15 minuti o fino a che sono dorati.

Mettere a freddare su delle gratelle quindi gustare da soli, pucciati nel latte, nel tè, nel caffè o dalli tutti a mèèèèèèèèèèèèèè

:D


lunedì 29 ottobre 2012

TURDILLI per volarcene in CALABRIA! :)

Il lungo ma bellissimo viaggio attraverso lo Stivale è praticamente giunto al termine... 
sembra solo ieri da che siamo partiti e di piatti ne sono sfilati parecchi sotto tutti i ponti d'Italia :P***

Ho purtroppo saltato parecchie tappe, per svariati motivi, ma spero di rifarmi con questi dolcetti, tanto semplici nella loro preparazione, quanto buoni e veloci a sparire nelle fauci mie, del Compare, del Vicinato e dei Suocerini! :DDD

Dunque, siamo giunti alla V di Vibo Valenzia,  in CAMPANIA per l'Abbecedario Culinario d'Italia, un progetto della Trattoria Muvara ma che ha visto coinvolti tantissimi blog, tutti affaccendati intorno ai fornelli... m'immagino tutti quanti a spignattare peggio che ad una sagra di paese, con la stessa allegria, caciara e voglia di stare insieme!!!! :*)

Ma torniamo "seri"... se mai seri siamo stati e vi dico che se volete partecipare alla penultima letterina, subito dopo aver assaporato anche solo virtualmente i "miei" Turdilli, dovrete scatafiondarvi come fulmini ai vostri, di fornelli e produrre un tipico piatto della cittadina di Vibo Valenzia o anche della regione Campania, e poi correre da SAPORIDIVINI, che è il blog ospitante la letterina di cui sopra, almeno fino al 4 novembre!

Lì, nella ricetta da Sabri&Luca proposta, dovrete lasciare tra i commenti, la vostra con il link alla pagina del vostro blog... non avete un blog?! 

Non c'è problema!!! 

Mandate la ricetta, corredata di foto, alla nostra Aioulik, che penserà a pubblicarla per voi, a questo indirizzo mail: trattoriamuvara_at_gmail.com 

Ormai ci siamo... dopo tutte 'ste chiacchiere... non vi resta che assaggiare i...

TURDILLI CALABRESI

RICETTA PRESA DA QUI, con qualche mia piccola variante (in rosso)

500 gr di farina "00"
280 gr vino moscato dolce (90 gr di Passito di Pantelleria + 190 di Marsala)
50 gr. di zucchero semolato
250 gr di miele (non essendo specificato quale, ho usato un Millefiori di Montagna)
50 gr di confettini di zucchero (i cosiddetti "diavolini")
1 uovo
2 cucchiai di cannella (io 1 cucchiaino colmo, per timore che si sentisse troppo)
20 gr di acqua
40 gr di olio evo
olio per friggere q.b. (io 1 litro di semi di arachidi)
2 gr di lievito istantaneo se li volete morbidi (io l'ho messo e... ho fatto bene!!! ^^ )
1 forchetta o 1 rigagnocchi

Nella ricetta originale si impasta tutto a mano, ma io ho "buttato" gli ingredienti nella planetaria, in questo ordine:

farina setacciata
zucchero
uovo
vini liquorosi
olio evo
lievito istantaneo

Ho messo il gancio a "uncino" e impastato a velocità media per 2 minuti, massimo 3, giusto il tempo che gli ingredienti si amalgamino bene, quindi ho versato l'impasto sulla spianatoia di legno leggermente infarinata e gli ho dato una impastata veloce a mano, quindi ho diviso il panetto in 6-7 salsicciotti grossi quanto un pollice.

Da questi si tagliano con un coltello a lama liscia o con un tarocco, dei tocchetti di un centimetro circa, proprio come si fa per gli gnocchi di patate insomma.

Poi con una forchetta o con uno rigagnocchi li si passa uno per uno imprimendoli bene per farli rigati e li mettete man mano su un vassoio foderato di carta forno o su un telo leggermente infarinato perchè non attacchino.

Scaldare ora l'olio per friggere e quando giunto a temperatura (170-180° se avete il termometro, oppure fate la prova con uno spiedino di legno immerso in parte nell'olio: se fa le bollicine, l'olio è pronto) friggere pochi alla volta i Turdilli qualche minuto, giusto il tempo di dorarsi e scolarli su carta assorbente.

Finito di friggere, preparate in una padella larga il miele con l'acqua (rispettando le dosi!!!) e la cannella.


Se volete, come consiglia la ricetta originale, si può sostituire la cannella con dell'anice oppure lasciarlo al naturale, secondo i gusti.


Scaldare bene mescolando con una spatolina quindi versarvi tutti i Turdilli e mescolarli un paio di minuti a fiamma bassa, così che si ricoprano tutti ben bene di miele.

Versarli quindi su un piatto di portata a strati distribuendo man mano i "diavolini" di zucchero.

Si possono conservare anche in un barattolo di vetro ben chiuso.

Mi è piaciuta molto, di questa ricetta, la sua "storia" ovvero che pare sia un dolce che si prepara oltre che per Natale, anche in periodi "fortunati" per la famiglia che lo consuma... Ovvero, quando in casa le cose vanno bene e si vuole condividere la buona sorte con il vicinato, si prepara questo dolce e lo si offre ai vicini... e allora, visto il periodaccio nero che l'Italia tutta sta passando per tanti motivi, di cui qui non parlo perchè di politica non me ne intendo, ma sento molto bene che "dietro" qualcosa spinge... mettiamoci comodamente seduti o con le spalle ben attaccate al muro e... godiamoci questi TURDILLI sperando che DAVVERO le cose comincino ad andare per il verso giusto!!!! ^_______^


V come...

 Viva il giro (culinario) d'Italia!

domenica 26 febbraio 2012

TORCETTI DI SAINT-VINCENT... per chiudere in bellezza! ^^

Può la Gata, ospitante la prima lettera dell'Abbecedario Culinario d'Italia, il Progetto dell'Anno della Trattoria Muvara, chiudere le sue due brevissime ma bellissime settimane, senza proporre un'altro piattino valdostano? 

E dolce poi?!

Bè... no! :DDD

E così questa mattina, ho ri-messo le mani in pasta, come si suol dire, e ho preparato dei biscottini secchi che, a giudicare dalla foto sul libro (sempre dalla già citata enciclopedia a volumi regionali, regalo di mammina di qualche anno fa) hanno attirato la mia curiosità e golosità... 8P****

Perciò ecco qui, dedicati alla letterina A di Aosta per l'Abbecedario Culinario d'Italia, un progetto  che vede coinvolte tante blogghine sia ospitanti letterine, che affaccendate in cucina per contribuire ad arricchire tale raccolta.... i miei...

TORCETTI DI 
(dosi per ca. 50-60 biscotti)
 
PREMESSA: ho raddoppiato le dosi indicate nel libro per avere più torcetti da offrire ai vicini di casa (i miei assaggiatori ufficiali, dopo il Compare! ^^ ) e comunque, tengo a precisare che le ricette di questa collana di libri non sono proprio precise... ma almeno così si stimola la propria inventiva e capacità d'improvvisazione! :P

500 g di farina "00" + altra q.b. (circa altri 200 g)
4 cucchiai di zucchero + ca. 150 g da tenere da parte
1 presa di sale
200 g di burro (ma io ne avevo solo 170 e quelli ho messo...)
400 ml di acqua tiepida
1 bustina di Cremor Tartaro (dose per 500 g di impasto)
1 cucchiaino colmo di bicarbonato di sodio

Anche qui altra mia variante... la ricetta originale prevedeva il lievito di birra in polvere ma... la mia testolina m'ha detto che era meglio usare un altro tipo di lievito... non so dirvi perchè... voi fate come volete però eh?! ^_____________^


Setacciare in una ciotola la farina con il lievito (nel mio caso ho mescolato bene insieme a parte il cremor tartaro e il bicarbonato di sodio e poi li ho uniti alla farina prima di setacciarla).

Aggiungere lo zucchero e la presa di sale e mescolare per amalgamare bene tutte le "poveri".
Fare un buco al centro e versarvi l'acqua tiepida e impastare fino ad ottenere un panetto morbido ed elastico.

Ho fatto questo primo impasto usando la planetaria con il gancio ad uncino, ma si riesce bene anche a mano! :)

Ero partita con 500 g di farina "00", ma l'impasto rimaneva troppo morbido e colloso così ho aggiunto altra farina man mano fino a che è diventato meno appiccicoso (circa 150-200 g di farina in più); al che l'ho trasferita sulla spianatoia con una spolverata di farina e l'ho rilavorata a mano per altri 5-10 minuti e poi l'ho messa a lievitare in una ciotola di vetro, con sul fondo un velo di farina e coperta con uno telo bagnato e molto ben strizzato (così in superficie non si forma la crosticina).

Lasciarlo lievitare per un'ora e mezza, dopo di che tagliare il burro a tocchetti ed ammorbidirlo nel microonde alla temperatura massima per 15-20 secondi circa; deve essere morbido ma non fuso.



Se non avete il microonde, basta tirarlo fuori dal frigo una mezz'oretta prima.

Riprendere l'impasto, infarinare la spianatoia, stendervelo sopra allargandolo prima a mano poi col mattarello lasciandolo bello spesso; distribuirvi sopra il burro, chiudere l'impasto su se stesso prima su due lati poi sovrapporvi gli altri due e cominciare a lavorarlo energicamente per far incorporare bene il burro...

Tenetevi vicino il contenitore della farina con un cucchiaio perchè vi servirà... eccome se vi servirà... :DDD

Sulle prime vi sporcherete anche l'anima... :DDD 

Man mano che impastate aggiungete farina a cucchiaiate fino a che non affiorerà più il burro e il piano di lavoro sarà quasi pulito.

Mettete un attimo da parte l'impasto, eliminate con un tarocco (spatolina) il mix di burro-farina che è rimasto appiccicato alla spianatoia; lavatevi bene le mani ^^, rispolveraea leggermente di farina il piano e continuate ad impastare fino a che diventerà elastico e morbido ma non appiccicoso.

Rimettete a lievitare un'altra ora nella ciotola infarinata, sempre coperta col telo umido.

Distribuire il restante zucchero della ricetta in una ciotola o piatto rettangolare.

Fate scaldare il forno a 200° e terminata la seconda lievitazione, prendete dei pezzi di impasto, fatene dei cilindretti grossi quanto un dito (di mano femminile ^________^) e lunghi circa 15 cm.

 
Passateli nello zucchero e chiudeteli ad anello premendo leggermente le due estremità l'una sull'altra.

Mettete a cuocere in forno già caldo a 200° per 20-25 minuti o fino a che la superficie apparirà dorata e croccante.

Fate raffreddare su una gratella e poi... Ecco degli ottimi biscottini da tè! ^_____________^

Al gusto non sono dolcissimi, nè burrosi, nonostante il burro non manchi di certo tra gli ingredienti... sono invece friabili e dal gusto delicato... Confesso... ne ho mangiati... TRE

1 ancora caldo...
1 già freddo...
1 pucciato nel tè all'arancia... 

Bè... ora basta certo, ma come si fa a sfornate tale delizia e non provare nemmeno a sentirla...??? 

A come....

 

Ancora!!!!!! :DDD


PS: mi sono accorta, scorrendo poi tutte le ricettine arrivate, che questi biscottini li aveva già cucinati e proposti per noi la nostra CindyStar! :*DDD

Ecco QUI i suoi! 
^____________^


Dal 27 si va con la B di Bolzano per il 
Trentino-Alto Adige 
e quindi mie care e miei cari... 
per le vostre ricettine!

^_______________^

venerdì 22 luglio 2011

CANEDERLI DELLA VAL D'ISARCO

Visto il buon cuore che batte in Trattoria, ho fatto del mio meglio per proporre anch'io una ricetta di Knodel (Canederli) per la lettera K, anche se in tremendissimo ritardo sulla tabella di marcia (e infatti siamo già agli sgoccioli anche per la lettera L, ma per quella ho già dato... ^_______^)

Premetto che non avevo MAI fatto in vita mia i Knodel-Canederli, anche se ho scoperto, da qualche anno a questa parte, che mi piacciono moltissimo, specie quelli allo speck in brodo... :P***

Dunque, tornando alla "mia" ricetta, da quando Aiuolik m'ha concesso di partecipare lo stesso alla letterina K, mi sono scervellata e ho ribaltato mezza libreria perchè ero (e sono ancora!!!) convinta di avere tra i miei molti libri di cucina, anche uno dedicato esclusivamente proprio a questo piatto tipico del Trentino-Alto Adige... e come solito, NON trovo mai quel che cerco quando serve...

Epperò ne ho altri eh?!!! Mica mi beccate in castagna! :DDD
Così ho sfogliato uno dei volumi dell'Enciclopedia Regionale Italiana, quello dedicato appunto, al Trentino-Alto Adige, regalatami dalla mia Mammina!!! <3

E ci sono svariate pagine con solo ricette di canederli, ma una sola andava bene per gli ingredienti che gi avevo in casa e così ho fatto (ovviamente con mie piccole modifiche dovute a causa di forza maggiore... e che ho scritto in rosso) i...

KNODEL DELLA
(dosi per 38 piccoli canederli)

2 panini raffermi
(avevo due panini alle noci...)
2 dl di latte (1 bicchiere)
700 g di patate
2 tuorli
20 g di semolino (150 g)
100 g di pane grattugiato
70 g di burro
40 g di formaggio grana trentino
1 fetta spessa di pecorino fresco
sale e pepe

Difficoltà: media (neeeeeeeeeeee, è facilissimoooooooooooooo)
Preparazione: 35 minuti (ehemm... a me ci è voluto di più... sarà la sfortuna del principiante...)
Cottura: 1 ora e 10 minuti (tra cottura delle patate e poi dei canederli fatti!)

COPIO PARI PARI LA RICETTA COSI' COME RIPORTATA SUL LIBRO e IN ROSSO le mie elaborazioni (ovvero "casini"...)

Sminuzzate i panini in una ciotola, bagnateli col latte e schiacciateli con le mani per farli ben impregnare di latte e spappolarli. Lasciateli poi riposare mentre procedete alle successive operazioni.

Lavate 500 g di patate con la buccia, mettetele in una casseruola, coprite con acqua fredda e cuocetele per circa 40 minuti, calcolando il tempo dall'inizio del bollore.

Intanto lavate e sbucciate le restanti patate poi grattugiatele con la grattugia a grana grossa e mettetele su uno scolapasta a perdere un pò di acqua in attesa che le altre patate siano cotte.

Passate queste ultime allo schiacciapatate,unitevi le patate crude grattuciate e ben asciugate, i 2 tuorli, il semolino, il pane ben strizzato, sale e pepe il pane grattugiato e amalgamate con cura.

Ecco, io in questo passaggio ho fatto un gran casino... infatti, vi ho unito anche tutto il burro!!!!!! 0.o
Sono un pò distratta ultimamente e così, quello che doveva essere fuso alla fine per il condimento... è finito dentro ai Canederli... sono venuti bene lo stesso, ma mi è considerevolmente aumentata la massa di impasto, perciò mi ci è andato molto più semolino di quello della ricetta originale e anche il pangrattato, perchè la massa mi restava sempre troppo collosa... :((( 
Quindi NON fate come me, ma fate attenzione alla ricetta vera! :DDD
Ohi, però son venuti buoni lo stesso eh? solo... un pò "pesantini" :DDDDD

Formate delle palle grosse come albicocche (io le ho fatte un pò più piccole) immergetele in acqua bollente salata e cuocetele a fuoco basso (medio) per circa 15 minuti, lasciando sobbollire piano l'acqua.
Scolate i canederli con la schiumarola, metteteli in una terrina calda, versatevi sopra il burro fuso bollente e il formaggio grana grattugiato, mescolate delicatamente e servite.

Per il condimento invece, non avendo il grana trentino, ho ovviato con una piccola fonduta preparata con due riccioli di burro fatti sciogliere in un pentolino con dentro due foglie di salvia fresche (prima ben lavate ed asciugate) quindi ho eliminato la salvia e unito una fetta tagliata spessa (almeno un centimetro) di un pecorino molto fresco e morbido ridotta a cubettini, così da accellerarne lo scioglimento senza bruciare il tutto.

Ho quindi colato il tutto sopra i knodel, unito un pizzico di pepe nero macinato e voilà, un bel piatto invernale, in barba a per questo torrido luglio!!! :*DDD

Ovviamente mi sono rimasti un bel pò di knodel, che ho distribuito il belle file ordinate su di un vassoio foderato di carta forno, messo in congelatore e il giorno dopo ho preso i knodel-canederli e suddivisi in 3 sacchetti da congelatore, così che, essendo già congelati, non si attaccheranno gli uni agli altri!
Così la prossima volta che avrò voglia di knodel... non dovrò far altro che tirarne fuori un sacchetto, lasciarli scongelare, cuocere e condire a piacere! 
Epperciò...on questa ricetta partecipo ANCHE al nuovo contest di Mile del blog La Scimmia Cruda ovvero PIATTI DI SALVATAGGIO nella sezione, ovviamente, dei "salati" ^___^

Correte da lei a leggere il regolamento, scade il 30.09.2011!

venerdì 8 luglio 2011

PATE' DI FEGATELLI DI NONNA ROSI

La Nonna Rosi è la nonnina del Cuginotto del Compare ^^

Purtroppo non c'è più da qualche anno, ma questa ricetta continua ad essere molto amata nella sua famiglia e fa a gara con un'altra versione di patè di fegatelli, ovvero quella di Nonna Angela, nonna materna del mio Compare! <3

Di quest'ultima versione ho avuto la ricetta dalla mia Suocerina, ma per poterla fare rispettandone dosi e ingredienti, devo purtroppo aspettare un pò perchè devo fare la giardiniera da me, che in quelle industriali ci ficcano sempre il peperone, unico alimento per me autentico VELENO..... :*(((
E per fare la giardinera occorre tempo e quindi aspetterò di essere in ferie... ^^

Quindi, la prima versione che ho tentato di riprodurre è quella della Nonna Rosi, come dicevo, col benestare del Cuginotto, che ha poi assaggiato e approvato a pieni voti! ^^

Perciò ecco qui...

PATE' DI FEGATELLI 
DI NONNA ROSI

300 g di fegatelli di pollo
1 fetta di mortadella tagliata spessa
2 carote
1 costa di sedano bianca
1 cipolla media
1 bicchiere di vino bianco secco
olio evo q.b.
sale q.b.

Per servire (facoltativo)
fette di pane tostato
rucola

Fare un trito con le verdure, scaldare 4 o 5 cucchiai di olio evo in una padella antiaderente (io uso quelle col fondo in ceramica) e far appassire le stesse fino a quando sono belle dorate.
Quindi unire i fegatelli ben puliti da eventuali pellicine, far saltare e quindi unire il vino lasciando sfumare un paio di minuti, quindi coprire col coperchio e portare a cottura, aggiustando di sale.
A cottura quasi ultimata, aggiungere la mortadella tagliata a tocchetti e terminare sempre a tegame coperto e fuoco basso.
Frullare il tutto fino ad ottenere, appunto, la consistenza di un patè e lasciare raffreddare.

Si può servire come piccoli bocconcini, direttamente spalmato su fettine di pane tostato, tagliato con i tagliabiscotti nella forma preferita, con una spolverata di rucola sminuzzata oppure mettere in una ciotola e lasciare agli ospiti il piacere di decidere quanto patè spalmare sul pane! ^______^

giovedì 10 marzo 2011

CASTAGNOLE!!!

Il Carnevale è arrivato, passato e finito e non me ne sono praticamente resa conto... è stato solo quando, lunedì sera, il Compare mi dice "compro un pò di castagnole per domani sera?" ... castagnole?! ma è già Carnevale??? e lui, pazientemente, mi dice di scendere definitivamente dal limbo post-provino romano e accorgermi che è da mò che è iniziato Carnevale e che ormai eravamo alla fine!!!!

Quindi... allora POSSO mangiare le castagnole?! 
Siamo già arrivati al tanto agognato dolcetto generosamente concessomi dal Magico Nutrizionista per questi giorni goderecci e festerecci?! wow...

E ti pare che te le faccio comprare???!!!!
Saranno anche buone, ma in quale olio sono state fritte?!
Quanto l'avranno sfinito quell'olio prima di cambiarlo?!
E se provassi a farcirle con la cremina gialla e nera?!
Epperò non le ho mai fatte e se finisco per dover buttare via tutto?!
Ah! No!

Ho attinto dal libro "RICETTE, RICORDI, RACCONTI I dolci della tradizione maceratese" delle Sorelle Di Chiara da cui attingo sempre quando voglio provare i dolci tipici marchigiani, anche se sarebbe meglio dire I DOLCI TIPICI MACERATESI!
E' vero che abitiamo in provincia di Ancona, ma il nostro paesello è vicinissimo a Matelica, che è in provincia di Macerata e quindi... il mio ragionamento non fa una grinza :*DDDD

E dal loro sito ho preso anche la foto della copertina del libro :P

Sì insomma, da un'innocente domanda siamo passati ad una simil-discussione sulla QUALITA' dell'unico dolcino concessomi di mangiare per questa festa in maschera... che poi non ci siamo mica mascherati, che siamo già belli così come stiamo... :DDDD

Perciò, ingredienti alla mano.... (e in rosso le mie varianti...) e a voi le............

CASTAGNOLE

280-300 g di farina (350 g)
90 g di maizena (perchè la Suocerina mi ha
detto che vengono più friabili)
3 uova bio
50 g di burro fuso
4 cucchiai rasi di zucchero
1/2 cartina (16 g di lievito
per dolci non vanigliato)
scorza grattugiata di un limone (arancia bio)
1/2 bicchiere di mistrà (Varnelli)

per friggere
1 litro di olio di semi di arachidi

per farcire/decorare
crema pasticcera gialla
crema pasticcera "nera"
zucchero semolato 

Ho preparato la crema pasticcera secondo la procedura di Luca Montersino, e in metà di questa ho aggiunto 50 g di cioccolato Fondente Perugina e messo entrambe le creme a freddare in frigo, coperte a contatto con la pellicola trasparente (per evitare la formazione della pellicina).

Ho sciolto nel microonde il burro e quindi messo fuori sul davanzale a intiepidire.

Ho rotto le uova nel contenitore del Kenwood, inserendo la frusta, unito lo zucchero e fatto montare bene fino ad averle belle spumose. Ho quindi unito il burro e la scorza d'arancia e fatto riandare un paio di minuti per incorporare il tutto uova, quindi ho iniziato ad inserire pian piano la farina preparata e setacciata precedentemente (in una ciotola ho unito le "polveri" - farina, maizena, lievito - e mescolato bene per amalgamarle tra loro).
Quando l'impasto ha cominciato ad essere un pò più sodo, ho tolto la frusta e montato il gancio e poi ho unito poco alla volta il Varnelli (liquore tipico marchigiano all'anice) alternandolo alla restante farina fino a terminare l'uno e l'altro.
L'impasto deve risultare appiccicoso ma prossimo alla lavorazione con le mani. Potrebbe essere necessaria una quantità maggiore di farina, diciamo che dai 400 g in su, mi sono regolata a cucchiai e ne ho aggiunti altri 5 colmi.

A questo punto ho fatto scaldare l'olio di arachidi e preparato un vassoio di cartone foderato di carta per fritti.

Per "testare" la temperatura dell'olio (ancora non ho il termometro digitale, ma arriverà oh se arriverà... ^_______^) ho immerso una pallina di impasto che ha cominciato subito a sfrigolare ed è venuta a galla praticamente nel giro di due secondi.. ok, si può friggere! :D
Prelevando l'impasto a piccole porzioni con la punta del cucchiaio e facendolo cadere delicatamente nell'olio (per staccarlo bene dal cucchiaio ci si può aiutare con le dita prima intinte nella farina) sono riuscita a fare circa una 60na di Castagnole, che ho fatto scolare man mano sulla carta per fritti e quindi (ancora calde) rotolate in una ciotola con lo zucchero semolato.

Una volta calate le palline di impasto nell'olio, giratele almeno un paio di volte, così che la cottura sia uniforme e vengano belle dorate. 

Quindi ho messo la crema gialla in una siringa da pasticcere e ho farcito metà delle castagnole, mentre la restante parte l'ho farcita con la crema al cioccolato... Il risultato di questa farcitura non è stato un granchè perchè ho poi scoperto che l'interno delle castagnole fatto con questo impasto è "pieno" e quindi le creme non hanno trovato spazio dove depositarsi... col risultato che l'unico "tocco" di crema era quel poco all'esterno!!! :*DDD

Insomma, niente creme dentro, ma il sapore delle Castagnole era quello giusto e quindi...  abbiamo sopperito pucciando direttamente le Castagnole nella ciotola delle due creme...  :*DDD


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