venerdì 26 gennaio 2024

SCHIACCIATA CON L'UVA restando in ITALIA con la letterina U

 Siamo alle ultime tappe di questo Meraviglioso Viaggio nel Mondo degli Ingredienti, guidati dalla nostra Capa Aiù e cercando ingredienti che iniziassero con la letterina U mi sono fermata alla U di UVA...

Era da tempo che volevo fare questo dolce-non-dolce, perchè quando di stagione, nei vari blog/vlog di cucina è tutto un fiorire di queste schiacciate all'uva tipicamente toscane e mi fanno un'acquolina, quindi quale migliore occasione per sperimentare no?!

Solo che in questo periodo trovare uva fresca, buona, non è facile... Avrei dovuto usare l'uva nera o rossa, ma l'unica che avevo trovato veniva dal Sud Africa quindi nada :D

Ho però trovato l'uva bianca italiana....sì, sono un pò fissata, preferisco acquistare frutta coltivata in Italia, a meno che non abbia proprio voglia di frutta particolare, come ananas o papaya per fare un esempio, che al momento qui da noi, insomma... ma se il clima continua così credo che avremo preso anche piantagioni di alberi da cocco... :DDD (ridiamo per non piangere va...).

Comunque ho scoperto che è facilissima da fare e la resa, in gusto, è andata ben oltre le mie (nostre) aspettative! 

Quindi anche questa ricetta è stata aggiunta nel mio quadernino delle preferite! ^___^

AH! la ricetta l'ho presa da QUI, solo sostituendo, come già detto, il tipo di uva

SCHIACCIATA ALL'UVA (bianca)

400 g farina 0

7 g lievito di birra disidratato

4 cucchiai di olio evo

200 g di acqua

2 grappoli di uva nera (io bianca)

Teglia quadrata cm. 23x23

Sciogliere il lievito in metà dell'acqua indicata negli ingredienti, lasciando che si attivi, coperto per almeno 10 minuti.

Nel frattempo lavare l'uva, separare tutti gli acini e tagliarli a metà, tenendone una parte interi per la decorazione (nella ricetta dice di lasciarli interi ma io ho preferito dividerli...)

Nella planetaria col gancio a K (o farfalla) mettere la farina, l'olio e l'acqua col lievito e far impastare a velocità bassa aggiungendo poco a poco la restante acqua fino a che l'impasto risulta morbido ma non appiccicoso.

Montare ora il gancio a uncino e continuare ad impastare per 10-15 minuti fino ad ottenere un impasto liscio ed elastico.

Coprire e lasciare lievitare fino al raddoppio (un paio d'ore).

Ribaltare l'impasto lievitato sul piano di lavoro infarinato e dividerlo in due parti, di cui una più grande (circa 2/3 e 1/3)

Foderare di carta-forno la teglia e ungerla con un pò di olio evo.

Con la punta delle dita allargare la porzione più grande, cercando di mantenere più possibile una forma quadrata e adagiarla all'interno della teglia, lasciando i bordi un pò più abbondanti.

Riempire con gli acini tagliati a metà e cospargere con 3 cucchiai di zucchero e un giro di olio evo.

Stendere col mattarello la porzione di impasto più piccola e coprire con questa il ripieno, sigillando bene i bordi pizzicando con le dita.

Distribuire sulla superficie i chicchi interi tenuti da parte, 1 cucchiaio di zucchero e un altro giro di olio evo.

Cuocore in forno già caldo a 190° per 45-50 minuti (nel mio fornetto 40 minuti) finchè la superficie è bella dorata.

Poichè i bordi della mia schiacciata tendevano a scurire troppo, ho coperto la superficie con un foglio di carta stagnola.

Sfornare, attendere qualche minuti che stiepidisca la schiacciata, quindi toglierla dalla teglia e lasciarla raffreddare su una gratella.

Stra-buo-na!!!!


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giovedì 4 gennaio 2024

PANE DI SEGALE MISTO (Italia) con la letterina T di TRIGONELLA

Ho finalmente scoperto cosa fosse quell'aroma così particolare che si sente in alcuni tipi di pane che si possono gustare in Trentino-Alto Adige!

Adoro quei pani bassi, scuri e profumatissimi e per l'occasione, cercando un ingrediente con la letterina T del Viaggio nel Mondo degli Ingredienti capitanato dalla nostra Capa Aiù, mi sono messa a sfogliare uno dei tanti libri di cucina dedicati al cibo di montagna.

Questa volta è toccato a DOLOMITI: La Cucina della Tradizione di Mali Holler e ho trovato un ingrediente davvero particolare e insolito, almeno per il mio tipo di cucina: la TRIGONELLA (anche noto come FIENO GRECO) che si può trovare sia in semi che già macinata, come nel mio caso (aaaahh Sant'Amazon...)

E' piuttosto facile da preparare e non bisogna farsi spaventare dall'aspetto piuttosto rustico e appicicaticcio dell'impasto... 

Io ho dimezzato le dosi e ricavato 3 pani, ma qui riporto la ricetta tal quale al libro.

Comunque ecco qua il mio...

PANE DI SEGALE MISTO

(per 7 pagnotte)

300 g di farina di frumento (io "00"

500 g di farina di segale

30 g di lievito (di birra fresco)

1 cucchiaino di zucchero

750 ml di latte tiepido

1 cucchiaio di sale fino

2 cucchiai di trigonella tritata

1 cucchiaio di semi di anice

1 cucchiaio di semi di finocchio

crusca q.b. (o altra farina "00")

In una ciotola mescolare le due farine e farvi un incavo al centro, dove sbriciolare il lievito, aggiungere lo zucchero e un pò di latte (io 3/4) e mescolare a formare un preimpasto (biga).

Coprire con un telo e mettere a lievitare per mezz'ora in luogo caldo (io nel fornetto spento).

Dopo questo riposo, aggiungere il sale, le spezie e il resto del latte e impastare il tutto.

Risulterà piuttosto appiccicoso, ma lasciarlo così come è.

Coprire di nuovo col telo e mettere a lievitare 1 ora o fino al raddoppio.

Infarinare bene la spianatoia, ribaltarvi l'impasto e da questo ricavare dei panetti piatti, lavorandoli con un pò di farina.

Disporre sulla leccarda del forno cosparsa di farina o crusca (io ho usato la carta forno).

Lasciare riposare ancora un pò quindi bucherellarli con una forchetta.

Intanto portare il forno a 200° e cuocere le pagnotte per 30 minuti o fino a sono belle dorate e, bussando sul fondo, suona "a vuoto".

Mettere a raffreddare su una gratella e.... provare a resistere alla tentazione di tagliare ed assaggiare, con tutto il profumino che si sarà sparso per casa... Io non ci sono riuscita! :DDDD

Infatti si vede anche dal taglio della pagnotta, che essendo ancora calda, la mollica ha "seguito" la lama del coltello, creando quei grumini bruttissimi a vedersi, ma non me ne frega nulla perchè è troppo buono e morbido... credo di averne mangiate 3-4 fettine così, in un baleno... :DDD


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