Questa sera faremo il bis...
Il bis di che?!
Di una panna cotta, che ho preparato alcuni giorni fa, con le more della Chiesetta sopra casa nostra e che è andata divorata dal Compare e dai ragazzi di sopra :DDD
Questa mattina la macchina è uscita dal garage carica di Gata, Compare e Genitori di Gata oltre a 3-4 buste della spesa, di quelle grandi, riutilizzabili e pieghevoli, presente?
Le intenzioni, lo giuro, erano di quelle davvero ottime... fare una bella passeggiata tra monti e campagna, con l'aiuto del fresco mattutino e del sole non ancora troppo "in picchiata" sulle nostre crape, riempirci le guance a mò di criceti golosi di tante belle e buone more selvatiche e tornare a casa con un bottino da paura, di quelli che ti ci scappano vasetti di marmellata da sfamarci per un anno tutto il circondario.......
Bene... sull'orario c'eravamo quasi (arrivati in loco alle 09.30 anzichè alle 09.00 ... e con un Compare Ragioniere, quella mezz'ora di ritardo equivale ad una giornata persa... :*DDDD ) e anche la partenza sul sentiero è andata bene, anche i miei riuscivano tranquillamente a camminare anche se c'era una lieve salita.
Le prime more le abbiamo raccolte dopo nemmeno 100 metri di camminata e guardando davanti a noi si prospettavano cespugli interi di questo meraviglioso frutto offerto GRATIS da Madre Natura alle nostre ingorde manine....
Bè... più andavamo avanti e meno le more erano mature... Guardavamo di qua e di là del sentiero e quei cespugli splendidamente carichi di frutti, VI ASSICURO, ad un certo punto si son messi a farci le linguacce!!!!! Tutti i frutti stavano aggrappolati sulla cima dei rami, facendoli pendere come lunghe lingue... VERDI!!!!
Si perchè le more... erano ancora VERDI, ma di un verde che manco un ramarro è così... verde! o.O
Ad un certo punto, dal rovo più fitto e scuro, ho visto levarsi un ramo con tanto di dito medio puntato al cielo!!!!
Eh no è???
No!
Questa non me la doveva proprio fare!!!
Ho estratto dallo zainetto le cesoie da giardino (ekkekkavolo!) e ho preso a tagliare i rami più lunghi, quelli che arrivavano in mezzo alla strada... e tò, guarda... poco più avanti le more han ripreso ad essere mature!
Ma guarda il caso...
Mi sa che si sono messi paura e han deciso di far maturare lì per lì un altro pò di more, nel timore di vedermi radere a zero tutto quel cespugliame!!!!
Non lo farei mai... ma loro mica lo sanno... vedevano solo le lame delle cesoie luccicare al sole.... ih! ih! ih! ih!
Ma la vendetta è arrivata rapida come un fulmine e Madre Natura ci ha scagliato contro un nugolo di mosche pestifere, mi s'infilavano dappertutto, perfino nei capelli ed un paio in bocca, mentre cercavo di indicare a papà una mora bella grossa da raccogliere...
L'unica persona che non è stata tediata dalle mosche, è stata la mia mamma... che invece se ne andava di qua e di là a raccogliere fiori da lasciare poi sotto un'edicola con l'immagine di un angelo, intravista tra gli alberi mentre camminavamo... :*)
Sulla via del ritorno abbiamo incontrato delle donne che passeggiavano e ci hanno raccontato che quell'edicola è stata fatta costruire anni e anni fa dalla vedova di un maresciallo della Guardia Forestale che, in seguito ad un brutto incidente, in quel punto è caduto e lì concluso la sua giovane vita... Abbiamo deposto i fiori ai piedi di quell'angelo, lasciandovi anche una preghiera e... le mosche son sparite... A voi le vostre conclusioni....
Ad ogni modo, un pò di more siamo riusciti a portarle a casa e quindi stasera replicherò la mia
PANNA COTTA AL CARDAMOMO E SALSA TIEPIDA
di MORE SELVATICHE
per la panna cotta:
400 di panna da montare già zuccherata
300 g di latte intero
8 g di agar-agar in polvere (o 2 fogli di colla di pesce)
6 bacche di cardamomo
1 filto di carta da tisana o 1 garza di cotone
100 g circa di more selvatiche
coppette di vetro individuali
per la salsa tiepida di more selvatiche:
300 g di more selvatiche
100 g di zucchero a velo alla vaniglia (*)
Versare in una pentolina la panna e il latte insieme, mescolare con una spatola per amalgamare bene i due liquidi.
Pestare in un mortaio le bacche fino a farne uscire i semini, che vanno poi trasferiti in una cartina da tisana o in una garza di cotone e legata ben stretta e metterla nella pentolina dentro il panna-e-latte.
Accendere il fuoco a colore medio e scaldare fin quasi al punto di bollore.
Nel frattempo, preparare la gelatina di agar-agar, sciogliendo la polvere in 3 cucchiai di acqua e mescolando bene facendo attenzione a che non si formino grumi (se si mescola bene col cucchiaino mentre si versa l'acqua direttamente sulla polvere, questi non si formeranno!) unire quindi altri 3-4 cucchiai d'acqua fino ad avere una "pappina" molle, porre sul fuoco basso e scaldare sempre mescolando finchè comincia a borbottare; al che, spegnere il fuoco e aggiungere il composto caldo di panna e latte a cucchiaiate e mescolare fino ad avere una crema bella liquida.
Trasferire quindi il tutto nella restante panna cotta, amalgamare bene con una frusta, eliminare l'involto con i semi di cardamomo.
Disporre sul fondo dei bicchieri o coppette di vetro individuali, un pò di more e quindi versarvi sopra la panna cotta ancora calda.
Mettere il tutto in frigo diverse ore prima di servire; l'ideale sarebbe prepararla il giorno prima :)
Il giorno in cui si vuol servire la panna cotta, qualche ora prima, preparare la salsa di more nel seguente modo:
in un tegamino porre le more e lo zucchero a velo alla vaniglia e far cuocere fino a che i frutti cominciano a rilasciare tutto il loro succo e si crea un bel liquido denso e scuro.
Dopodiche, si versa il tutto in un passino a maglie fitte, appoggiato su una ciotola e con un cucchiaio di legno si spremono i frutti così da ottenere una salsina densa e liscia senza i semini delle more dentro!
Tenere da parte, in frigo, in un vasetto di vetro a chiusura ermetica fino al momento dell'utilizzo.
Al momento di servire la panna cotta, scaldare la salsina (anche al microonde) rendendola tiepida o calda a piacere, versare sulla panna cotta, decorare con qualche altra mora fresca tenuta precedentemente da parte, spolverare con lo zucchero a velo alla vaniglia e voilà, una ben degna fine per delle more tanto faticosamente "guadagnate"! ^^
Per la confettura se ne riparla tra qualche settimana, spero... :DDD
(*)
Per lo zucchero a velo alla vaniglia, seguo i consigli del Mitico Maestro Montersino! ^^
Ovvero, quando mi avanza la bacca di vaniglia dalla preparazione di dolci, la taglio a pezzettini e la metto in un barattolino di vetro insieme allo zucchero a velo! Col tempo donerà tutto il suo prezioso e buonissimo aroma allo zucchero! :P***
Montersino consiglia, anche, di lasciar seccare la bacca di vaniglia (la cui polpa abbiamo usato per fare un dolce o la crema pasticcera) e poi di frullarla insieme allo zucchero semolato, ottenendo in questo modo lo zucchero a velo vanigliato in modo del tutto naturale, anzichè usare quella roba chimica... :)
PS: le foto allegate a questo post, sono quelle della stessa ricetta, ma preparata con le more raccolte la scorsa settimana su, alla "mia" chiesetta, luogo ben più ameno e generoso! :D
PPS: tranquilli... ci siamo riappacificati con le mosche e le more acerbe del piccolo borgo di Valleremita, facendo un giretto nella sua piccolissima ma bellissima e curatissima chiesetta!!!
Grazie alla vecchietta che ne tiene le chiavi e che ha permesso a mammina e Gata di entrare e accendere una candela ai piedi della Madonnina delle Grazie, rinfrescando così corpo e mente :P