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domenica 27 settembre 2015

ECUADOR dolcissimo! :)

A singhiozzo, ma pian piano riesco a star dietro alla Raccolta Culinaria più Ganza del Web! :DDD

E in questa tappa arrivo all'ultimo momento (che strano... :DDD )

Il nostro Abbecedario Culinario Mondiale è approdato in ECUADOR, tutti ospiti nella cucina di Alessandra, nel suo blog RICETTE DI CULTURA, per onorare la letterina Q con la città di QUITO, capitale dell'Equador.

Quito

Ovviamente punto tutto sul dolce.... e ne ho trovato uno meraviglioso, nella sua semplicità... 

Sembra un gelato, ma gelato non è! E allora che è?! Segui a leggere e lo scoprirai con me! (momento demente.... ok...) :DDD


GUAYABA (foto presa qui)


ESPUMILLA

La ricetta l'ho trovata sul sito Cookaround, letta e innamorata, all'istante, d'altronde si parla di meringa e io ne vado letteralmente pazza! 

Come frutta, nella ricetta originale si dovrebbe usare la GUAYABA ma non ho modo di andare in Ecuador a procurarmela quindi, come suggerisce nel post, ho provato ad usare frutta polputa e morbida, ovvero Kiwi, la varietà Gold, che ho scoperto di recente e che trovo più dolci e succosi di quelli verdi e premetto che ho dimezzato le dosi!

8 albumi (io 200 g di albumi pastorizzati LeNaturelle)

1 foglio di gelatina (io 1/2)

10 guayabas o altra frutta (io 4 Kiwi Gold maturi)

250 gr acqua (io 50 g)
200 gr zucchero a velo o semolato (io 100 g a velo)
10 gr essenza di vaniglia (io la punta di un cucchiaino di Vaniglia Bourbon in polvere)

per decorare:
sciroppo di caramello o lamponi o altro a piacere

Ammollare la gelatina in acqua fredda, quindi strizzarla bene e tenere da parte.


Sbucciare i kiwi, e metterli, tagliati a tocchetti, nel frullatore con l'acqua e ridurre ad una purea cremosa.

Nella ricetta parla di 250 g di acqua, e io avrei dovuto usarne 125 g, avendo dimezzato le dosi, ma avevo paura che diventasse troppo liquido, così ne ho usata molta meno...

Mettere metà del composto in un pentolino, unire la gelatina e portare a bollore, quindi spegnere, lasciare intiepidire e unire il resto della purea di frutta.

Nella ricetta trovata, dice di far bollire tutta la purea di frutta ma, memore degli insegnamenti del Maestro Montersino, ho voluto seguire il suo metodo, così da non compromettere la freschezza delle frutta... fresca! :)


Visto che si tratterebbe di usare albumi crudi, ho scelto di usare quelli pastorizzati che si trovano in brik, così da non correre pericoli di salmonella.

La ricetta l'ho fatta al volo, ma avendo più tempo a disposizione ed un minimo di attrezzatura (ovvero termometro per alimenti...) si può fare una meringa all'italiana.

Dunque, procedendo con la ricetta, montare a neve gli albumi quindi aggiungere un pò alla volta lo zucchero e lasciare montare finchè il composto diventa lucido e fermo (ottenendo, appunto, la meringa...)

A questo punto, sempre montando, aggiungere al vaniglia e versare a filo la purea di frutta e quando tutto è ben incorporato, fare le coppette, decorare con lo sciroppo di caramello o lampone o fragola o quello che preferite e servite.

Ah!!! Un consigli importantissimo.... se volete servire le espumilla nelle cialde di biscotto o nei coni, mettetele al momento di servire e non, come ho fatto io, troppo tempo prima perchè... quelle che ho di là, in cucina, in attesa del ritorno del Compare dalla partita di basket, per fargliele assaggiare, hanno smosciato completamente la cialda e si stanno "sedendo"!!! :DDD
Non so se sia normale o se ho sbagliato io qualcosa nel procedimento...

lunedì 24 agosto 2015

TORTA DI MELE dal Libro "DOLCI DOLOMITI" ed. Athesia


MOENA vista da Sort (Sorte)

Siamo appena tornati dalle vacanze in quel di Moena, nella Meravigliosa Val di Fassa e ieri sera abbiamo festeggiato in Famiglia il mio compleanno (fatto il 14 agosto scorso, festeggiandolo in montagna "solo" con il Compare e i Suocerini) e che torta fare?!

Visto che:

I^ - i miei mi hanno regalato 3 bellissimi libri (che mi sono scelta io in un'edicola/libreria in piazza a Moena :DDD ) di cui uno è DOLCI DOLOMITI di H. Gasteiger, G. Wieser e H. Bachmann 

II^ - che per i miei gusti, la Torta per eccellenza da consumare in Famiglia, è la TORTA DI MELE, in tutte le sue 50 (e più) "sfumature", perchè mi sa di calore, di conforto, di amore, di caldi abbracci

Ho deciso quindi che per festeggiare i miei piccoli 45 anni, avrei sperimentato questa versione di...

TORTA DI MELE (a pag. 156 del suddetto libro)
(per una tortiera da 26 cm. di diametro, ma io ne ho usata una da 28)

per la pasta
125 g di burro morbido
125 g di zucchero
3 uova a temperatura ambiente
2 cucchiai di rhum 
1 pizzico di sale
150 g di farina (io "0")
50 g di amido alimentare (io maizena)
1/2 bustina di lievito in polvere (io 16 gr non vanigliato)
2 cucchiai di latte

per lo strato superiore
700 g di mele
30 g di mandorle a scaglie (io no)
3 cucchiai di confettura di albicocche (io Composta di Albicocche "Gilli")

burro e farina qb per la tortiera
zucchero a velo per lo spolvero

Imburrare e infarinare lo stampo e accendere il forno a 160°.

Io ho fatto tutto nella planetaria montando la frusta.

Lavorare il burro con lo zucchero quindi unire le uova una ad una infine il sale ed il rhum.

Io non avevo il rhum e quindi ho usato un liquore preso lo scorso anno in Val Gardena, l'Almrausch di Psenner

Unire in due-tre tempi la farina precedentemente setacciata con la maizena ed il lievito.

Si ottiene un composto "che scrive" piuttosto sostenuto, ma morbido.

Versarlo nella tortiera e livellarlo con una spatola.

Sbucciare le mele, tagliando ciascuna in due metà, escludendo la sezione centrale col torsolo.

Ogni metà ottenuta va tagliata a fettine sottili e posata, così cosm'è, sull'impasto, coprendolo tutto.

Spolverare di zucchero a velo e cuocere per 40-45 minuti (vale sempre la prova stecchino)

A cottura ultimata, estrarre dal forno e lasciarla raffreddare nella tortiera, quindi estrarla e posarla su una griglia.

Scaldare i 3 cucchiai di composta di albicocche, passarla al setaccio e con quella ottenuta, spennellare le mele in vista, quindi spolverare tutta la superficie di zucchero a velo.

E' B-U-O-N-I-S-S-I-M-A!!!!!!



Se queste sono le premesse, credo proprio che attingerò a piene mani da questo bellissimo libro!

mercoledì 5 agosto 2015

PASKA... e con l'ABC giungiamo in UCRAINA

Eccoci in UCRAINA, per la letterina O rappresentata, per la nostra tappa, dalla città di Odessa e ospitati nella cucina di Stefania nel suo blog BIG SHADE

L'Abbecedario Culinario Mondiale, un progetto della Trattoria Muvara, viaggia alla grande, nonostante il caldo pressante e il richiamo irresistibile delle tanto agognate ferie, ci tentino in continuazione all'abbandono di pentole e forntelli ed è bellissimo così!! ^_______^

Basti pensare che questa mattina, ultimo mio giorno di lavoro, pensavo:


"Devo spedire questo documento... oggi pomeriggio devo scrivere il post dell'ABC"


"Ho scritto quella mail?.... oggi pomeriggio devo sistemare le foto per il post dell'ABC"

e via di questo passo! Che non si dica che non penso all'ABC!!!! :DDD

Comunque, come ricetta cercando in rete, sono stata attratta da questo dolce, che poi all'assaggio dolce non è, essendoci pochissimo zucchero al suo interno, se non quando incontri un'uvetta o se mangi la crosta ricoperta con quel velo di glassa bianca....

ODESSA

A dire la verità, un piccolissimo dubbio m'era venuto, guardando la foto che accompagnava la ricetta e leggendone l'esecuzione...

Nella foto c'era una forma bellissima con un intreccio stupendo, mentre nella ricetta parlava di glassa e codette di cioccolato o di zucchero...

Vabbè, siccome, a dirla tutta, non avevo tanto tempo per cercare e documentarmi più approfonditamente, sono andata avanti comunque...

Poi, grazie alle mie Compagne di Viaggio, ho scoperto che avrei dovuto dare retta alla vocina che mi sussurrava all'orecchio che qualcosa non quadrava...

Perciò, non voglio farvela troppo lunga ma... diciamo che la PASKA che ho preparato io sembrerebbe la versione RUSSA di quella UCRAINA....

Oggi pomeriggio, perdendoci un pò più di tempo, ho trovato diversi siti che ne parlano e in QUESTO racconta anche la tradizione che sta dietro la preparazione di questo dolce tipico della Pasqua Ucraina... (e c'è anche la ricetta)

Io vado avanti comunque, che il dolce ormai l'è stato fatto (e suddiviso anche i condomini ancora presenti qui a casa ^_____^) e mangiato!

PASKA
(ricetta trovata QUI e mie "varianti" in rosso)

200 ml di latte
3 uova
125 g di yogurt
125 g di burro pomata
150 g zucchero
24 g lievito di birra in polvere (io 30 g di lievito secco in polvere, arricchito di pasta madre, della S. Martino)
1 bustina di Vanillina (io 1 cucchiaio di estratto di vaniglia home-made)
100 g di uva passa
700 g di farina (io "0")

per la decorazione
2 albumi (io uno)
300 g di zucchero a velo (io 200 g)
qualche goccia di lime per aromatizzare
2 cucchiai di codette di cioccolato

Intiepidire il latte, versarlo nella planetaria, montare il gancio a farfalla in silicone e impastare insieme a 50 g di zucchero e 12 g di lievito in polvere con un poco di farina (io 150 g) formando una pastella da lasciare riposare almeno mezz'ora in luogo caldo.

A questo punto aggiungere le uova (precedentemente sbattute con lo zucchero restante), lo yogurt, il burro morbido (pomata), la vanillina (come detto sopra, ho preferito usare l'estratto di vaniglia fatto da me).

Impastare aggiungendo la farina in due o tre volte fino a che l'impasto risulta omogeneo e piuttosto consistente ma ancora appena appiccicoso.

Coprire il cestello con pellicola trasparente e lasciare in luogo caldo fino al raddoppio (in cucina ho 30° in questi giorni.....).

Versare dunque sull'impasto l'uvetta e incorporarla bene mescolando accuratamente e, praticamente, rimpastando il tutto, ma senza sgonfiarlo troppo.



Per la cottura, ho usato una teglia antiaderente imburrata, facendo aderire tutto intorno al bordo, una striscia di carta-forno alta almeno il doppio del bordo stesso.

Trasferirvi l'impasto, lasciare riposare, coperto, un'altra oretta.

Quest'ultimo è un passaggio che ho voluto fare io, per ridare modo all'impasto di "ripartire" con la lievitazione, visto che comunque è stato "stressato" per incorporare le uvette.

Ah! Non le ho ammollate perchè erano già piuttosto morbide, ma se le vostre non lo sono, tenetele in acqua una decina di minuti quindi strizzatele e tamponate bene con uno telo pulito, prima di usarle :)

Passando alla cottura, si legge di cuocere a 170 per circa 15 minuti... allora, i casi sono due... o chi ha scritto la ricetta, non l'ha mai provata... (e mi pare che il dubbio sia più che legittimo, vista la prefazione all'inizio del post sulla "confusione" tra foto e descrizione) o è stata cotta in un forno a legna, ma nel post han pensato bene di non specificarlo....

Comunque, io l'ho cotta nel fornetto Maxi DeLonghi, nella parte più bassa, per 45 minuti, coprendone la superficie con un foglio di carta d'alluminio negli ultimi 20 minuti perchè non si bruciasse troppo.

E per esser sicura, ho fatto la prova stecchino.

Quando tiepida, trasferirla su una gratella fino a completo raffreddamento.

Preparare quindi la glassa, mescolando bene in una ciotola l'albume con lo zucchero a velo fino ad essere abbastanza consistente (deve colare via ma piuttosto lentamente) e le gocce di succo di lime (o limone).

Colarla sulla Paska, lasciarla un attimino indurire quindi cospargere di codette di cioccolato.

Non aspettare che si formi la pellicolina secca, altrimenti le codette non si attaccano.

Quando torno dalle vacanze, proverò anche la versione col decoro ad intreccio! :)




mercoledì 22 luglio 2015

MAANDAZI (frappe o panini fritti)

Siamo giunti in Africa, Kenya per la precisione, a rappresentare la letterina N di Nairobi del nostro Viaggio Culinario intorno al Mondo, progetto ideato ed organizzato dalla nostra Aiù (ehemmm... Eloisa) della Trattoria Muvara e ci ritroviamo a cucinare piatti tipici, per la nostra Ospite di turno Valentina e il blog Di Verde di Viola (che cura con la sua amica Paola) con persino temperature africane o che, per le nostre abitudini, sono percepite tali! :DDD

Non so infatti nella vostra, ma nella mia il termometro non è mai sceso sotto i 30° già dai primi di luglio e, ieri, ha toccato i 33°!!!!

Ma bando alla ciance, che alla fin fine, essendo caldo per tutti in questi giorni, alla lunga vengono a noia.... e fanno sentire ancora più caldo! :DDDDD

immagine presa QUI

Non credevo di riuscire a partecipare alla tappa Kenyana per i motivi suddetti, ma poi una Compagna di Viaggio (vero Tamara?! :DDD) m'ha fatto venire i sensi di colpa, pensando che, per colpa di Caronte, questo "giro" rischiava di essere piuttosto scarno, ed è un vero peccato e quando il gioco si fa duro........... i Temerari ci sguazzano dentro! :DDD

Così ecco qui il mio contributo che, credo, sia già stato sicuramente proposto, ma è il pensiero che conta, giusto?

La ricetta l'ho presa dal mio inseparabile MANGIAMONDO e la traduzione piuttosto stringata, di questo piatto è "frappe".... ma allora, mi sono chiesta, saranno come i nostri dolci di Carnevale?!  Poi cercando on-line, ho trovato che li paragonano a dei panini fritti, che accompagnano la colazione, ma anche possono fare da spuntino oppure da companatico durante il pasto vero e proprio.

immagine presa QUI


Personalmente, ho voluto "arricchirli" con una spolverata di zucchero semolato appena tolti dall'olio di frittura e poi ce li siamo spazzolati sparandoci dentro (infatti lievitando, all'interno si crea una cavità) marmellata (il Compare) e sciroppo d'acero (io).... Buonissimi!!!

MAANDAZI (Frappe o Panini Fritti)

1 tazza di farina (io "0")
1 cucchiaino colmo di lievito istantaneo
2 cucchiai di zucchero
1 pizzico di sale
1/4 di tazza d'acqua
1 uovo
burro o olio per friggere (io 1 litro di olio di arachidi)

In una ciotola mescolare tutte le polveri.

A parte battere l'uovo, aggiungerci l'acqua e mescolare bene.


Aggiungere il liquido alle polveri e impastare incorporando prima con una forchetta gli ingredienti quindi lavorando a mano l'impasto, ottenendo un panetto morbido ma non appiccicoso.

Coprire con un panno e lasciare riposare mezz'ora.
Spolverare di farina la spianatoia, stendere l'impasto col mattarello in una sfoglia di 1,5 cm di spessore (io invece l'ho stesa più sottile, circa 1/2 cm.).

Scaldare l'olio in una casseruola profonda (io a 160°) 

Nel frattempo tagliare la pasta stesa, a losanghe o quadrati o nella forma preferita.

Tuffare 3 o 4 pezzi per volta nell'olio, si gonfieranno subito.

Dopo poco, girarli sull'altro lato con l'aiuto del ragno o di una forchetta, lasciare cuocere fino a doratura quindi scolarli su carta assorbente e, se volete fare come me, spolverare di zucchero semolato oppure lasciarli semplici.

Trasferirli man mano su altra carta assorbente pulita e servire.

Si cuociono molto velocemente, assorbendo pochissimo olio, così mangiandoli, non si avverte assolutamente la "pesantezza" della frittura :)

Per la foto di "presentazione" ho scelto una ciotolina di fattura 100% africana, acquistata da un ragazzo nigeriano almeno 15 anni fa, durante una passeggiata sul lungomare in quel di Senigallia (An), abbracciata da una sciarpina leopardata, che mi piacerebbe tantissimo avvolgere attorno ad un cappellino di paglia, durante un bel Safari :)

Ottimi ancora caldi o appena tiepidi, ma anche il giorno dopo, a colazione.

N come...


Non credevo di farcela... e invece sì! ^^

domenica 5 luglio 2015

BROWNIES HEPBURNS

Meno male che ci pensa l'Abbecedario Culinario Mondiale a farmi aggiornare ogni tanto il blog!

Che scusa posso trovare per questo simil-abbandono? Il caldo? Anche... ma ormai si fa talmente presto a condividere le ricette su FB o su Instagram, che tempo da dedicare al blog ne trovo davvero pochino pochino... :D

Ma suvvia, non abbattiamoci e anzi, tiriamoci su con questa vera e propria bomba di calorie!!!



Che poi la ricetta è dedicata a Katrine Hepburn,
che era secca come un chiodo e non capisco proprio, se mai ha mangiato questi brownies, dove possa aver accantonato la ciccia... sui lobi delle orecchie? Sull'alluce destro?!

Io di sicuro tutto su pancia-fianchi-sedere!!! :DDD

Ma andiamo con ordine...

Allora, siamo arrivati a metà Abbecedario, con la letterina M dedicata alla città di Minneapolis per identificare gli Stati Uniti d'America e siamo ospitati nella cucina della nostra Amica Simona e il suo blog "BRICIOLE" fino a domani 7 luglio! 

Eeeeehh lo so... sono quasi in ritardo, come mio solito... :)


Ho visto in giro on-line un sacco di ricette di dolci americani, che sarebbero tutti da provare per quanto acquolina m'hanno smosso in bocca, ma essendo tempo di "dieta" (ma quando mai?!) ho aspettato sperando di trovare qualcosa di un pò meno "pesante"....

Poi qualche giorno fa, cercando un libro di cucina tra quelli che ho di là, sulla libreria dedicata, da prestare ad un'amica, mi ti salta fuori che ce l'ho!!!!

foto presa QUI


Ho incredibilmente un libro di dolci americani!!! Non me lo ricordavo proprio più... e si che, come mi ha poi ricordato Il Compare, me lo ha regalato lui appena un paio di anni fa... ed ha preso subito la palla al balzo per dire che "hai troppi libri di cucina! non vedi che manco sai quali hai?! basta non ne compri più!" .... ok... mi son tirata la zappa sui piedi da sola... :(((

Ma tanto li compro lo stesso! :DDDD

E così mi sono messa a sfogliarlo e sapete che vi dico?! Che sarebbero tutti da provare... mamma mia... che tripudio di burro, zucchero, cioccolato, creme............ da farsi venire un attacco di diabete solo a leggere! :D

Ma si sa, gli Americani non conoscono mezze misure: o tutto o niente! 

Il libro in questione è TORTE D'AMERICA di David Muniz e David Lesniak ed è un piacere anche solo leggere i loro scritti ^____^

All'inizio m'ero fissata con i Woopies (che comunque proverò), ma poi sono "caduta" sui Brownies, di cui ho sempre letto/visto le ricette degli altri e Il Compare m'ha sempre chiesto di farglieli, ma non mi ci ero mai messa e così, ecco l'occasione perfetta!

Gli autori del libro dicono che esistono diverse varianti di Brownies attribuiti alla Hepburns, e loro ne hanno voluta fare una versione super-cioccolatosa usando il cacao amaro in polvere al posto del cioccolato fuso e.... ragazzi miei, vi ringrazierò per tutta la vita!

E' un concentrato di cioccolatosità allo stato puro!!! Molto simile, devo dire, alla Tenerina Ferrarese, ma, lo confesso, molto, ma molto-molto-molto più intensa!

E dunque ecco qui la ricetta:

BROWNIES HEPBURNS

115 g farina "00"
1 cucchiaino e 1/2 di cannella
3/4 di cucchiaino di sale kosher (io Sale Dolce di Cervia fino)
340 g di burro
200 g di cacao amaro in polvere
2 cucchiai di caffè solubile (io orzo solubile)
675 g di zucchero semolato (io di canna chiaro)
6 uova grandi a temperatura ambiente (io 6 normali)
1 cucchiaio di estratto di vaniglia (io il mio, home-made)
250 g di gocce di cioccolato fondente o al latte o bianco (io fondente)
175 g di noci tritate (facoltative) (io non le ho messe)

Scaldare il forno a 170°.

Imburrare una teglia di cm. 30x25x5 e rivestire il fondo e i lati con carta forno, facendola aderire bene.

Io ho usato quella che mi ha passato in eredità la mia nonnina materna, misure perfette... <3 p="">


Il libro dice di foderare solo il fondo e due lati della teglia da rivestire con carta forno e di infarinare gli altri due con la farina eliminando l'eccesso, ma io ho preferito rivestirla tutta quanta.

In una ciotola media mescolare la farina, la cannella e il sale e tenere da parte.

Fondere il burro in una casseruola su fuoco basso e quando inzia a sciogliere unire il cacao in polvere e il caffè solubile e mescolare per amalgamare il tutto per bene.

Togliere dal fuoco e unire lo zucchero in due-tre tempi mescolando bene tra l'uno e l'altro.

Gli autori dicono che in molte ricette si consiglia di far freddare bene il composto di burro e cacao prima di aggiungere le uova perchè altrimenti queste "cuociono", ma aggiungendo lo zucchero e stando fuori fuoco, il composto già scende di temperatura abbastanza da poter unire le uova senza alcun pericolo.

Ho seguito le loro indicazioni e tutto è filato liscio :)

Unire dunque le uova una alla volta ed incorporare bene prima di passare all'uovo successivo.

Personalmente, le ho rotte tutte in una ciotola e sbattute leggermente e quindi unite poco alla volta al composto.

Non mescolare troppo velocemente, per non incorporare troppa aria o non si avrà la giusta consistenza.

Alla fine unire l'estratto di vaniglia.

Unire tutti gli ingredienti secchi e mescolare per amalgamarli appena.

Infine aggiungere le gocce di cioccolato e le noci (se le usate).

Versare l'impasto nella teglia, livellarlo e infornare per 20-25 minuti o finchè infilandovi un coltellino, ne uscità pulito (io 35 minuti)

Purtroppo nel libro non c'è la foto quindi non so se l'aspetto che devono avere è effettivamente quello che ho ottenuto, ma gli autori dicono che devono avere una crosticina secca e sottilissima mentre sotto sono appiccicosi... bè... come la Tenerina, in fondo! ^^

Dicono di far raffreddare bene e di mettere in frigorifero una notte, prima di gustarli, ma noi non resistevamo... come cavolo fai a resistere quando hai tutta, ma proprio TUTTA casa invasa dal profumo del cioccolato?! o.O

Così ho tenuto la teglia in frigo 3-4 ore poi ho tagliato i quadrotti, ottenendo appunto i Brownies e... assaggiato!

Sono SVENUTA! :*DDD

Non è che sia un dolce proprio adatto alle temperature di questi giorni in particolare ma... un pezzettino ci sta, se poi lo accompagnate con un buonissima tisana ghiacciata fragola/arancia, è il TOP! 

M come... 



 Oh My God!!!!

PS: Come si fa a pensare agli U.S.A.e non pensare a LUI, THE BOSS??!!! ^______________^


giovedì 4 giugno 2015

ESTRATTO DI VANIGLIA Home Made


Copincollo anche qui, sul mio blogghino, foto e ricetta che ho già condiviso un pò di tempo fa su Intagram, a futura memoria! ^____^


6 bacche di vaniglia 

35 g di zucchero 

35 g di acqua 

60 g di alcool alimentare 

Mettere in un pentolino lo zucchero e l'acqua e scaldare fino a completo scioglimento dello zucchero e tenere da parte finché freddo. 

Nel mentre, mettere a bagno un'ora le bacche di vaniglia in acqua tiepida, per ammorbidirle ulteriormente, quindi asciugarle bene, tagliarle a metà nel senso della lunghezza e con la parte liscia di un coltello, raschiare via tutta la polpa. 

Mettere tutto (polpa e bacche tagliate) in un vasetto a chiusura ermetica già sterilizzato, unendo l'alcool alimentare e lo sciroppo di zucchero ormai freddo. 

Chiudere bene, mettere l'etichetta con la data di produzione e tenere in luogo buio e asciutto agitando almeno una volta al giorno. 

Dopo 3 mesi sarà pronto. 

Se ne usa un cucchiaino su 500 g di prodotto da insaporire. 

Io l'ho preparato raddoppiando le dosi! :) 

Grazie a Donatella Bartolomei e a Silvia La Greg della Scuola di Cucina "La Fabrica del Gusto" di Fabriano (AN) che ci hanno passato la ricetta! ♡