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giovedì 28 giugno 2007

LA TORTA TENERINA



Aggiornamento del 14.11.2012:


Questa ricetta partecipa alla raccolta L'ABBECEDEARIO CULINARIO D'ITALIA, un progetto della Trattoria Muvara e che ci vede ospiti con la Z di Zocca per l'Emilia e Romagna  nella cucina di Roxy "Curiosando in Cucina" dal 5 al 18 novembre 2012!

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Questa torta ha una storia... di famiglia... 

Questo dolce (ho scoperto col tempo) è tipico di FERRARA, ma era amatissimo e lo cucinava spessissimo la mamma di mia cognata, che era di origini venete :)

Ormai questa carissima Signora non c'è più da qualche anno, ma tra i tanti bei ricordi che ha lasciato alla figlia c'è questa ricetta e ora la faccio spesso anche io perchè ogni volta che la cucino mi piace pensare di dare un contributo alla memoria di sua mamma... Comunque, è buonissima e se hai voglia di cioccolato questa la soddisfa in pieno!!! 

Ogni volta che la presento agli amici va a ruba e, il 1° maggio ne ho fatta una versione gigante (in una teglia da pizza da 40 cm di diametro...) è stato raschiato anche il fondo... :DDD

Avevo il terrore che potesse far male per quanta ne mangiavano (avevo triplicato le dosi... e in quanto a burro-zucchero e uova non si fa pregare...) ma nessuno ne ha risentito... meno male!

TORTA TENERINA
(x 4-6 persone)
200 gr cioccolato fondente (io uso di solito quello all’80%)
200 gr zucchero
100 gr burro a temperatura ambiente
3 uova (tuorli e albumi separati)
2 cucchiai di farina
1 pizzico di sale
Cacao amaro in polvere per la copertura finale (facoltativo, ma secondo me ci sta bene)
Zucchero a velo e stencil a piacere per la decorazione (facoltativo)
Tortiere da forno in alluminio o materiale che si possa poi ritagliare tutt’intorno
burro e farina per la tortiera

Tirare fuori le uova dal frigo qualche ora prima di preparare il dolce, meglio se il giorno prima (in questo modo gli albumi che si andranno a montare a neve nel corso della preparazione, monteranno meglio!).

Spezzettare il cioccolato grossolanamente e scioglierlo a bagnomaria in una pentola capiente poi, quando sciolto, unirvi il burro e lo zucchero e mescolare finché si scioglie ed amalgama tutto per bene.

Mentre il composto intiepidisce, montare a neve ben ferma gli albumi unendo un pizzico di sale in una terrina abbastanza grande.

Quando il composto di cioccolato-burro-zucchero sarà appena tiepido, unire i tuorli e mescolare bene (non prima in quanto il calore del composto "cuocerebbe" i tuorli!) e quindi incorporare la farina setacciata.

Poi unire poco per volta il composto di cioccolata agli albumi mescolando piano e dal basso verso l’alto per non smontarli.

Imburrare e infarinare una teglia da forno (tonda o rettangolare a piacere), versare il composto, livellarlo con una spatolina ma senza schiacciare troppo e cuocere in forno già caldo a 180° per 35-40 minuti.

Potrebbe lievitare un po’ mentre cuoce, in realtà non è una vera e propria lievitazione ma si “gonfia” la superficie, che poi freddando si riabbassa ed è facile che si spacchi, ma non fa niente, è il bello di questa torta.

Tolta dal forno lasciarla freddare completamente.

Lo spessore dev’essere di un paio di dita non di più.

Quando la torta è fredda, poiché rimane “tosta”, non è semplice toglierla dal contenitore senza spaccarla, perché la consistenza deve essere croccante sopra (deve formare una sfoglia sottilissima e molto friabile, quasi una meringa) e morbida all’interno. Quindi io uso le tortiere usaegetta di alluminio i cui bordi allargo un po’ e ritaglio tutto intorno fino alla base.

Poi metto un cucchiaio di cacao amaro in polvere dentro un colino da thè a maglie fitte e lo passo su tutta la superficie del dolce così da coprirlo tutto per bene.

Per la decorazione finale con lo zucchero a velo, per quella rettangolare ho usato uno stencil con le oche, mentre per quella rotonda (del 1° maggio) ho usato un centro di pizzo che ho appoggiato sulla torta e spolverato con lo zucchero a velo. Per tirarlo via bisogna farsi aiutare da un’altra persona perché essendo “morbido” si rischia di rovinare tutto il lavoro facendoci ricadere sopra altro zucchero a velo…. Un po’ di pazienza ma l’effetto merita la fatica :)

martedì 26 giugno 2007

PASTA "PORZELLA"...


Non è una parolaccia!!! :DDD
E' proprio il nome del materiale usato per decorare una cassettina portachiavi che ho poi regalato ad un mio carissimo amico! :)

Ho fatto un corso durato tutto un sabato pomeriggio l'inverno scorso, insieme ad una mia carissima amica, e il supporto era una cornice (che però ho scordato di fotografare...).
Poi, siccome mi piace usare materiali che sporcano le mani, ho riprovato a casa da sola per vedere cosa ne veniva fuori...
Il mio amico è stato tanto carino perchè gli ho detto che gli stavo preparando una sorpresa-regalo e gli ho solo detto i colori che avrei usato: arancione e blu... come dire tutto e niente... :))) e lui si è fidato!
Ad ogni modo, le foto mostrano una parte dei passaggi principali per l'esecuzione di questo portachiavi da muro, in origine in legno grezzo, comprato al Brico.
"ingredienti":
1 confezione di pasta Porzella (per questo lavoro ne ho usato ca. metà)
1 portachiavi da muro
1 pezzetto di carta vetrata fine
1 matita morbida e 1 gomma (se sbagli puoi correggere...)
atrezzi per modellare la creta (anche quelli supereconomici del supermercato)
colore acrilici: bianco, giallo, rosso, blu scuro e bianco madreperlato
colori a olio: marrone scuro, rame, argento
1 vasetto di screpolante per effetto craquelè (ne ho preso uno a base d'acqua, così poi posso pulire i pennelli solo con acqua e un pò di sapone, senza tutte quelle puzze strane in giro...)
Pennello piatto n. 8
Panno di cotone pulito
Guanti in lattice usa e getta (se non vi va di sporcarvi, ma li sconsiglio per stendere la Porzella... perdereste la sensibilità)
Phon a temperatura regolabile (serve aria fredda)

Ho carteggiato un pò tutta la superficie e pulito tutto per tirare via i residui di polvere di segatura con un pennello dalle setole robuste, poi a mano libera ho tracciato il disegno che mi ha fatto poi da guida per "appiccicare" la Porzella.
Questo materiale, mi hanno spiegato al corso, è una pasta di cartapesta modellabile con le mani, tipo pongo per intenderci, ma è un pò difficile da fare aderire alle superfici da decorare, quindi meglio usarla su superfici porose (legno, pietra, tela, ecc.)
Sul vetro o sulla plastica liscia non tiene quasi per niente, quindi, al limite, li si possono ricoprire prima con una mano di aggrappante (come ha fatto la ragazza del negozio del corso - Casa del Colore a Matelica (MC) - prima di decorare delle maschere di carnevale davvero carine carine!).
Mi piace partecipare ai corsi di questa ragazza perchè fa lavori semplici, veloci ma che ti lasciano una buona base di partenza per provare anche da sola e poi non sono assolutamente cari!!!! Per esempio il corso della cornice di cui sopra è costato, se non sbaglio, 15 euro... Considerando che era compreso tutto il materiale...
Comunque, dopo aver tracciato il disegno, ho fatto dei "bigoli" con le mani grossi circa un dito poi ho ricoperto le tracce a matita. Per far aderire la pasta al supporto non basta appoggiarcela sopra ma bisogna "tirarla" ai lati spalmandola proprio, tipo il burro sul pane :) e aiutandosi anche con gli atrezzi per modellare la creta.
Ci vuole un pò di pazienza e mi piace l'aspetto "rustico" che ne risulta, molto... "materico" se si può dire.... E poi rimangono a volte anche le impronte delle dita e si può sfruttare per creare decorazioni quasi "infantili".
La pasta asciuga in pochissimo tempo, ma per un risultato migliore, prima di dipingerla ho preferito lasciarla asciugare un giorno e una notte interi.
Poi ho messo su un piattino di plastica (meglio bianco o tutt'alpio di vetro trasparente incolore perchè si vedono meglio le gradazioni di colore) i colori giallo, bianco, rosso e il bianco madreperla (posizionati a mò di numeri dell'orologio (il 12, il 3, il 6 e 9) lasciando libero tutto il centro.
Poi col pennello più grosso (l'8 piatto) ho "pucciato" un pò di giallo e un pò di rosso e il bianco "mescolandoli" sempre picchiettando, al centro del piatto per ottenere le gradazioni che preferivo e ho colorato picchiettando tutta la parte del portachiavi dove c'è il Sole, fino circa a metà del supporto e sfumando dove volevo col bianco madreperla.
Non bisogna essere "ordinati", più la picchiettatura è spontanea e meglio viene il lavoro.
E lo stesso ho fatto col bianco e il blu per la parte inferiore, dove ci sono la Stella e Luna (ovviamente dopo aver ben risciaquato il pennello in acqua e tamponato bene con carta da cucina, deve essere praticamente asciutto, così da usare i colori puri, non annacquati).
E lo stesso ho fatto su tutta la superficie dell'oggetto, interni compresi (ah! prima ho svitato i gancetti per le chiavi, per non sporcarli).
Gli acrilici mi piacciono un sacco perchè asciugano in brevissimo tempo quindi si lavora spediti! :D
A colori asciutti (se volete accellerare l'asciugatura potere passarci una "phonata" d'aria fredda) ho ricoperto il tutto con la vernice screpolante. Le istruzioni variano da prodotto a prodotto, quella che ho io va stesa abbondante dove si vogliono poche screpolature e più stesa se se ne vogliono ottenere di piccole e vicine.
Poi... a questo punto sono andata in tilt!!!! :DDDD
Infatti... non mi screpolava!!! Allora sono tornata al negozio con l'intenzione di cambiare il prodotto (a dire la verità anche un pò contrariata perchè mi aveva dato un prodotto diverso da quello usato al corso...) e invece, come solito, ero io che mi ero "persa in un bicchier d'acqua".... infatti la vernice screpolante va fatta asciugare con l'aria del phon, stando più o meno vicina all'oggetto a seconda se le crepe le vuoi grandi o piccole (vicina = piccole / lontana = grandi). Quindi è la combinazione di quantità di screpolante e aria del phon che determina la qualità e quantità delle crepe! :DDD
A lavoro finito, si prende la pezzuolina di cotone pulita, ci si appoggia sopra una goccia di colore di volta in volta, marrone scuro o oro o rame o argento, e la si passa su tutta la parte screpolata in modo che penetri bene nelle crepe e si ripulisce il tutto in modo che solo queste rimangano "sporche" del colore ad olio.
Il colore a olio è da variare in base alla zona che si vuole "sporcare" e... finito!
... be... meglio riavvitare anche i gancetti và :DDD
Comunque, il lavoro è stato consegnato e pare che sia piaciuto.

mercoledì 20 giugno 2007

PITTURA COUNTRY

Ultimamente mi sto dedicando a questo hobby, decorare oggetti (soprattutto legno) con la tecnica della pittura country.
Mi piace un sacco, l'ho già detto altre volte, e qui voglio mettere la foto dell'ultimo lavoro fatto su commissione, ovvero per una mia amica-collega di lavoro che ha due figlie:



Il primo Angioletto che ho scelto l'ho regalato ad Isabilla (nei link a fianco) e lo potete vedere andandola a trovare sul suo blog! :D

Ho fatto anche altre cose che posterò presto!

martedì 19 giugno 2007

MELANZANE ALLA QUASI PIZZAIOLA :D

Anche questo è un piatto che ho preparato diversi giorni fa, che avevo fotografato per postarlo ma non l'ho potuto fare subito... comunque ecco la ricetta:

2 melanzane grosse
1 manciata di sale grosso
3-4 fette di formaggio pecorino semi stagionato, private della scorza e fatte a cubettini
1 vasetto di pomodoro al basilico “Alce Nero” (biologico)
Olio evo
Sale q.b.
Origano essiccato

Ho tagliato le melanzane a fette alte ca. 2 cm – dopo averle lavate e asciugate – e le ho sistemate in uno scolapasta inclinate e cosparse di sale grosso e le ho lasciate così un’oretta per “spurgarle”.
Poi le ho sciacquate dal loro liquido e asciugate tamponandole con carta da cucina.
Le ho sistemate in un unico strato, sulla placca grande del forno (preriscaldato a 200°), foderandola con carta da forno e bagnandola con l’acqua e le ho lasciate cuocere una 20-30 minuti ca.
Poi ho aperto il forno e su ogni fetta ho spalmato un cucchiaio di pomodoro al basilico (che avevo preriscaldato a parte aggiungendovi un po’ di sale), irrorato il tutto con olio evo e messo qualche cubettino di formaggio, l’origano essiccato e reinfornato per altri 5 minuti.
Questo il piatto finito...

CENTRIFUGATO DI VERDURE

Accidenti!!!
Non mi ero resa conto di quanto tempo è passato dall'ultimo post finchè non ne ho visto la data..... mamma mia... da queste parti, quando il tempo vola, si dice che "si arrotola" :D ... bè... io ne ho un grosso gomitolo da qualche parte.....
Comunque, un pò di sere fa faceva un caldo bestia che anche per mangiare sotto la pergola abbiamo dovuto aspettare le 9 della sera per sentire un filo d'aria!
Non avevo voglia di mangiare robe cotte e così, la mattina, ho comprato dal fruttivendolo sotto l'ufficio:



9 carote medie (un pò piccole un pò grandi...)
3 mele golden gialle (così mature non mi piacciono, ma x farci il centrifugato vanno benissimo e costano anche meno xkè sennò al fruttivendolo gli rimangono sul gozzo... :)))))
3 gambi di sedano
1 limone

Una volta a casa, la sera, ho lavato tutto per bene e asciugato con carta da cucina, poi le carote le ho spellate col pelapatate, le mele le ho tagliate a spicchi abbastanza sottili (sennò non passano per il buco della centrifuga...) senza togliere nè buccia nè semini tanto ci pensa "lei" a dividere il tutto e del sedano ho solo tirato via i filamenti più grossi e "capato" sopra e sotto e ho buttato tutto dentro la centrifuga.
Il limone l'ho spremuto e ne ho filtrato il succo, che ho poi messo subito nel bicchiere dove si raccoglie il succo centrifugato (perchè così il succo di carote e mele entra subito in contatto col limone e non si ossida, rimane tutto bello arancione).
Al succo ottenuto ho aggiunto un pizzico di gomasio (sarebbe sesamo tostato e sale mischiati insieme, moooollllto buono!!!!) e ho mescolato.
Poi ho versato il tutto in un bel bicchierone da birra alto e stretto, decorato con una fetta di limone, un'altra spolverata di gomasio e una bella cannuccia colorata.
Ho accompagnato con cubetti di pane nero ai cereali e noci che ha fatto il mio compare con la macchina per il pane (BRAVO!!! 1000 BACINI! :D ).
Ho cenato così: fresco, dissetante e appagante anche per i colori (nella foto il succo si era già "diviso" ma basta mescolarlo e si riamalgama tutto per bene!)
... Come potrete notare, invece, sullo sfondo c'è la cena del mio compare.... bistecca di capocollo alla piastra con pomodorini secchi sott'olio.... alla faccia del caldo!!!!! :DDDDD

mercoledì 6 giugno 2007

ARROSTO AGLI AROMI DEL MIO GIARDINO E NOCI

Un pò in ritardo, ma posto la ricetta dell'arrosto che ho preparato per una cena tra amici sabato sera scorso:


Ingredienti:
1 arrosto di tacchino e vitello già pronto (di quelli con già legati con la retina) il mio pesava circa 2 kg
1 carota
1 cipolla media o 2 scalogni
2 spicchi di aglio "vestiti"
5-6 pomodori ciliegini
una decina di gherigli di noce già puliti
1 rametto di rosmarino
5-6 foglioline di salvia
2 rametti di santoreggia
2 rametti di timo (io ho quello che ha le foglie profumate di limone ma non ricordo come si chiama...)
1 bicchiere abbondante di vino bianco secco
sale e pepe q.b.
olio evo
acqua bollente, se occorre
carta tipo scottex
guanti lunghi.........
tuta ignifuga....
casco da pompiere.....

Mettere in una pentola dai bordi alti 2 o 3 cucchiai di olio evo e gli spicchi d'aglio non schiacciati e far insaporire un attimo poi eliminare l'aglio e appoggiarvi l'arrosto (asciugare bene l'arrosto con carta da cucina perchè il mio era rimasto un pò umido e mi è schizzato l'olio sulle braccia........oppure indossare un paio di guanti lunghi....) e far rosolare bene da tutti i lati rigirandolo con due forchette, poi unire la carota tagliata a tocchetti, la cipolla tagliata a metà (o due scalogni) i pomodorini ciliegia tagliati a metà (io ho eliminato i semini) e gli aromi (rosmarino, santoreggia, salvia, timo - che io coltivo in vaso sul mio giardino-terrazzo insieme ad erba cipollina, mentuccia, salvia orecchia di lupo, ma queste ultime 3 nella ricetta non ci sono :D )
far andare ancora un pò poi irrorare col vino (anche qui attenzione... io sono piuttosto maldestra... un pò di vino mi è colato lungo il bordo esterno della pentola e ho fatto un bel flambè.... ecco perchè la tuta ignifuga... e anche il caschetto perchè per lo spavento mi sono spostata di scatto e ho sbattuto la testa sull'anta aperta dello scolapiatti.... insomma... da 118! :DDDD ), salare, pepare e coprire con il coperchio.
Quando il vino si è ristretto della metà, se l'arrosto non è ancora pronto (il mio ci ha impiegato un'oretta buona, rigirandolo ogni tanto) allungare con un pò di acqua già bollente (sennò ferma la cottura) e lasciare andare ancora un pò.
Poi spegnere la fiamma, togliere la carne dal fondo di cottura, eliminare le erbe e frullare il sughetto rimasto, unitamente alle verdure (carota, cipolla e pomodorini) con il minipimer e unire anche i gherigli di noce (tenerne un pò da parte per decorare) e frullare allungando la salsa con altro olio evo (a mò di maionese) e acqua calda se risulta troppo denso.
Quando l'arrosto si sarà freddato, togliere la retina e affettarlo sottilmente con l'affettatrice (per chi non ce l'ha, col coltello ma non so quanto si riesca a farlo sottile...)
E questo è il risultato:




I "fili" di carote li ho fatti sfilettando una carota con il "fattapposta" consigliato dall'amica Fiordizucca nella sua ricetta "Spaghetti di zucchine crude" del 19.05.2006. Andate a vedere!

Il "fattapposta" l'ho trovato in un negozio di coltelleria in centro a Senigallia, l'ho pagato una ventina di euro! Forse si trova anche a meno, ma questo mi piace molto! Quando lo uso mi sento proprio una chef! :DDD

L'arrosto l'ho accompagnato con svariati contorni, tra cui pomodori e cipolle al forno semplici semplici: pomodori e cipolle tagliati a metà,irrorati di olio, sale, pepe e origano e infornati a 180-200° per una mezz'oretta:



e anche asparagi lessati e conditi con un filo d'olio evo, sale e limone.
Buon Appetito! :D