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domenica 22 gennaio 2017

CROSTATA DI RICOTTA E MORE SELVATICHE

Ho beccato questa torta nel programma che passano su Sky Gambero Rosso "La Cucina delle Ragazze", ma l'ho visto di svista se così posso dire, perchè stavamo chiacchierando io e mammina e quando si chiacchiera tra donne (mamma e figlia poi...) è normale che tutto il resto stia sullo sfondo! :D

Così diciamo che m'è rimasta nel subconscio l'ideuzza (e ricordo che loro hanno usato le visciole sciroppate), che poi ho rifatto a modo mio non avendo idea nè delle dosi nè dei tempi e perciò ecco la mia...

CROSTATA DI RICOTTA E 
MORE SELVATICHE

Per la pasta frolla:
500 g farina "00"
200 g di burro morbido
250 g di zucchero semolato
110 g di uova intere (circa 2 uova)

Queste sono le dosi per la cosiddetta "frolla povera", imparata al Corso di Pasticceria di Base delle mie Amichette Donatella e Silvia de La Fabrica del Gusto

Per il ripieno:
500 g di ricotta (io Vallelata)
50 g di zucchero a velo setacciato
1 vasetto piccolo (125 g) di more sciroppate

Premetto che ho usato le mie more sciroppate, ovvero quelle che ho fatto l'estate scorsa (agosto 2016) dopo averle raccolte insieme al Compare e ai miei genitori e quindi per noi hanno un sapore del tutto speciale e diverso da quelle che si possono trovare in commercio (si trovano?!).
Ad ogni modo, se non si trovano, si possono credo utilizzare anche quelle fresche, facendole prima pre-cuocere qualche minuto in uno sciroppo di acqua e zucchero e lasciandole riposare nel liquido di cottura qualche ora prima dell'uso.

Scolare le more dal loro liquido e tenere entrambi da parte.

Versare la ricotta in un colino e lasciarla scolare una mezz'oretta dall'eventuale liquido presente nella confezione (io uso la Vallelata e di solito ha poco o niente liquido, ma lo faccio comunque come passaggio).
Quindi passarla al setaccio e mescolarla bene con una spatola aggiungendo lo zucchero a velo setacciandovelo direttamente sopra e tenere da parte.

Accendere e portare il forno a 180°

In planetaria, montando il gancio a foglia, versare la farina setacciata e lo zucchero, quindi unire il burro fatto a tocchetti piccoli e azionare a velocità prima lenta (perchè non "voli" via la farina) quindi aumentare un pochino e lasciare andare fino a che avrà la consistenza della sabbia (frolla sabbiata).
A questo punto aggiungere le uova, precedentemente sbattute a parte con una forchetta per amalgamare tuorli e albume, un pizzico di sale e azionare fino a che l'impasto sarà tutto sbricioloso.

Imburrare la teglia da crostata e versarvi dentro i 2/3 della frolla sbriciolosa, premendo bene con le mani perchè aderisca al fondo e alle pareti.

Versarci dentro la crema di ricotta e zucchero a velo, livellare con una spatola e cospargere con le more sciroppate già ben scolate.

Irrorare col loro sciroppo, un paio di cucchiai, non di più.... non fate il mio errore da ingorda, che ne ho messo troppo.... :P***

Coprire col rimanente impasto lasciandolo così, bello grezzo e infornare.

Cuocere per circa 40 minuti abbassando il forno a 160° e posizionando la crostata sulla griglia, nella parte più bassa del forno.

Quando la superficie sarà bella dorata, estrarre e lasciare raffreddare bene su una gratella.

Una volta fredda, spolverare di abbondante zucchero a velo e servire!

Allora DUE NOTE IMPORTANTISSIME (almeno per me....):

La torta in sè è una vera bontà, perchè nonostante lo zucchero a velo e le more, la farcia non è dolcissima e quindi mitiga la dolcezza della frolla però... essì... ho fatto un paio di cappelle....
Una l'ho già scritta sopra... ovvero:
- ho messo troppo sciroppo e quindi è passato sotto e mi ha lasciato la base della torta un pò umidiccia...
E l'altra è che:
- secondo me questa crostata va cotta in due tempi, ovvero, una prima cottura "in bianco" del guscio (cioè cuocere prima la base una decina di minuti almeno, con i fagioli secchi o le perle di ceramica) e poi farcirla, completarla e quindi terminare la cottura... o forse bastava davvero mettere meno sciroppo mannaggialapeppambriaca!!!! 

Questo perchè nonostante ce ne siamo fatta fuori un pò più della metà (in 6) il fondo mi è rimasto un pò umidiccio, se non crudo

Quindi io perlomeno, l'ho mangiata al contrario... cioè ho capovolto la fetta, tolto il fondo e mangiato il resto...
I miei, il Compare e i Suocerini invece se sono magnati tutto lo stesso!!!!

Allora... sono io troppo esigente... o sono loro troppo gentili per ammettere la cappella della "cuoca"?! :DDDDD

La rifarò comunque, perchè è troppo buona!


lunedì 16 gennaio 2017

PASTE (O BISCOTTI) DELLA BEFANA

Prima di tutto: BUON ANNOOOOOOOOOOOO!!!!

E poi.... incredibile ma vero, nonostante siano trascorsi mesi dall'ultimo post (si parlava di pesche, figuriamoci!!!), il mio blogghino è rimasto fedele e non ha fatto su baracca e burattini per andarsene verso lidi (e "mamme") migliori di me! :DDD


Perciò, anche se con qualche giorno di ritardo, ho deciso di fargli un bel regalino e far passare anche di qui la Befana con una ricettina che rimandavo da sempre, per paura e del puzzo terribile dell'ammoniaca (che mi fa venire la nausea...) e per l'uso dello strutto, che non ho mai usato in cucina perchè mi fa senso.... :P

E quindi ecco qui dei dolcetti tipici delle Marche, fatti seguendo la ricetta originale presa dal libriccino "SE NON C'E' NONNA, CHI CUCINA?" creato qualche annetto fa da un gruppo di Ragazze (le "Nonne") e Ragazzine (le Signore che le hanno seguite) del mio paesello, per raccogliere e portare avanti le preparazioni tipiche del mio paesello (Cerreto d'Esi) e dintorni.

Poche ma intensissime pagine di ricette e aneddoti anche dialettali, che è un piacere anche solo da leggere! 

Preciso che ho dimezzato le dosi perchè immaginavo che ne sarebbe venuta fuori comunque una montagna! E così è stato... :DDD e che l'impasto l'ho fatto con la planetaria, perchè noi donnine moderne non abbiamo abbastanza "olio di gomito" per farli a mano! :DDD

PASTE (o BISCOTTI)
DELLA BEFANA
(per circa 100 pezzi)

1 kg di farina "00" (io Molino Branca)
400 g di zucchero semolato
30 g di ammoniaca per dolci (io 24 ovvero 3 bustine da 8 gr. cad.)
1 limone bio (la buccia grattugiata)
150 g di strutto
250 g di latte (io intero a temperatura ambiente)
4 uova (a temperatura ambiente)
1 pizzico di sale (antisfiga!)
1 tuorlo + q.b. di latte per la doratura
confettini (o diavolini) colorati per decorare

Sciogliere lo strutto in un pentolino a bagnomaria e lasciarlo intiepidire.

Nel frattempo in una ciotola sbattere leggermente

le uova per amalgamarli e quindi aggiungere il latte e mescolare bene.

Setacciare la farina nella planetaria, aggiungere l'ammoniaca per dolci, la buccia grattugiata del limone e lo zucchero. Fare un incavo al centro e versarci lo strutto e il composto di latte/uova.

Montare il gancio a foglia (o farfalla) e impastare quel tanto che basta per ottenere una massa dalla consistenza della pasta frolla.

Avvolgerla in pellicola trasparente, appiattendola un pò, e metterla a riposare in frigorifero almeno un paio d'ore (se poi la fai il giorno prima, è anche meglio).

Al momento di fare i biscotti, scegliere gli stampini preferiti, preparare in un bicchiere il tuorlo dell'uovo sbattuto con un pò di latte (per dorare) e i diavolini.

Infarinare leggermente la spianatoia, prendere l'impasto dal frigorifero, spezzarlo in 5-6 pezzi, da lavorare mano a mano (gli altri lasciarli nella pellicola in frigorifero).

Scaldare il forno (statico) a 180°.

Stendere le porzioni di impasto col mattarello ad uno spessore di mezzo centimetro circa, intingere lo stampino nella farina quindi ritagliare i biscotti.

Porre le formine sulle leccarde del forno (foderate di carta forno) distanziate tra loro di qualche centimetro perchè lievitano (le formine, non le leccarde... :D :D :D ).

Spennellarle con l'uvo-latte e cospargere di diavolini.

Cuocere per 10-15 minuti o fino a che sono dorati.

Mettere a freddare su delle gratelle quindi gustare da soli, pucciati nel latte, nel tè, nel caffè o dalli tutti a mèèèèèèèèèèèèèè

:D