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giovedì 30 settembre 2010

PESTO DI POMODORI SECCHI

Un pesto un pò pazzo, nato per caso o forse dalla voglia di "conciare" diversamente quella mezza chilata esagerata di pomodori secchi che le mie manine hanno brancato su al super! :DDD

Come ho fatto? 
Presto detto!

Per le dosi andate a occhio perchè.... io ho fatto così! :D

Pomodori secchi
Basilico fresco
Santoreggia fresca
Spicchi d'aglio
Curry dolce in polvere
Olio evo
Acqua
Aceto di mele
Vasetti di vetro piccoli 

Una buona metà di tutti i pomodori li ho semplicemente invasettati seguendo la procedura di QUESTO post (ma senza  mettere le olive e il sale alle erbe di provenza!) mentre gli altri li ho stagliuzzati con le forbici e poi frullati nel mixer, insieme alle foglie di basilico e quelle di santoreggia.
 
Poi ho versato il tutto in una tazzona, unito il curry e l'olio (tanto!) e mescolato bene con una forchetta per amalgamere il tutto.

Ho riempito con il pesto altri vasetti e sopra vi ho posto un pezzetto di spicchio d'aglio, ma se volete vasi più grandi, potete mettere lo spicchio intero o, se non avete particolari problemi di tolleranza all'aglio, potete addirittura frullarlo insieme ai pomodori, nel quantitativo che preferite... se volete ammazzare un Drago a sfiatate, abbondate pure... ma  io Draghi li amo e quindi ne metto poco... e se ne incontro uno... ho sempre delle mentine con me! ^__________^


Ho quindi coperto il tutto con altro olio evo, chiuso ben bene i vasetti e sterilizzato il tutto secondo la solita procedura (vasetti in pentola, isolati gli uni dagli altri con strofinacci o strati di scottex, lasciato bollire 10-15 minuti dal bollore e poi spento fiamma e lasciato così fino a completo raffreddamento. Il sottovuoto è avvenuto perfettamente se il centro del tappo "rientra").

Ieri a pranzo ho inaugurato subito un vasetto condendo la pasta, ma è ottima per delle bruschette e quant'altro ci suggerisce la fantasia... :P***

giovedì 23 settembre 2010

PESCHE SCIROPPATE per la Bimba che c'è in me....

Ho infranto un'altro mio piccolo personalissimo tabù culinario!
Ovvero, ho scoperto di "saper fare" la frutta sciroppata!!!

Niente di straordinario probabilmente per la stragrande maggioranza delle vere esperte di cucina, ma per me restava una di quelle cose appannaggio eclusivo delle Nonne Veraci... non so se riesco a spiegarmi... Non sto dando della vecchia a nessuno per carità!! ^_______^

E' che da piccola mangiavo le pesche sciroppate casalinghe, solo ed esclusivamente a casa della mia nonna paterna, quelle rare volte in cui passavo qualche giorno dai nonni (paterni appunto) scorazzando tra filari di alberi carichi di pesche grosse come meloni (o forse ero io troppo piccola e le ricordo così grandi?!) e quando nonna ci faceva fare merenda a me e ai miei cugini, ci metteva nel piattino due mezze pesche e un crostino di pane (un "corno" della mia tanto amata Coppia Ferrarese o "Ciupeta") e ce le porgeva come fosse oro... In effetti, mi rendo conto ora che sono adulta, quella volta me ne sarei mangiata un vaso intero (e nei suoi vasi ci stavano dalle 4 alle 5 pesche....) ma era parsimoniosa perchè quelle pesche sciroppate fatte per uso famigliare significava trattenersi parte del raccolto altrimenti destinato al padrone del terreno, con conseguente paga ridotta... Quella parte di raccolto era di diritto dei nonni, che erano Mezzadri, ma era comunque un guadagno "perso" per così dire... Un pò complicato anche ora per me, da spiegare... figurarsi capirlo all'età di 5 o forse 6 anni... :DDD

Fatto stà che quando tornavo a casa "gnolando" perchè nonna non mi dava tutte le pesche sciroppate che volevo... l'altra nonna, quella materna,  il giorno dopo si fiondava in bottega e me ne comprava un vaso intero tutto per me... E se penso a quanto costavano..... Ero proprio una nipotina "impossibile".... una piccola Principessa...  :*)

Mi sono persa nei meandri dei ricordi... dov'ero arrivata?? Ah si!!!!



HO IMPARATO A FARMELE DA SOLA! 
Ma il bello è che ho anche scoperto che è di una semplicità disarmante!!!!! 

:DDDD

La ricetta e il procedimento mi è stata passata da una mia carissima amica, avuta a sua volta da una sua carissima amica... che giri eh?! ^____________^
Oltretutto abbiamo comprato 12 kg di pesche e abbiamo fatto a metà di tutto quello che ne è uscito :)


PESCHE SCIROPPATE

1 kg di frutta (al netto di noccioli e bucce)
1 litro di acqua
350 gr di zucchero semolato

Fare uno sciroppo scaldando l'acqua e sciogliendovi bene lo zucchero e lasciarlo freddare.

Preparare i vasi sterilizzandoli (li ho lavati prima ben bene con acqua calda e detersivo, asciugati e fatti scaldare posati sulla placca del forno già caldo a 180° per una decina di minuti).

Le pesche devono essere mature al punto giusto... cioè sode al tatto ma non durissime.

Con un coltello affilato ho inciso la polpa delle pesche fino al nocciolo lungo tutta la circonferenza in verticale (cioè dal picciolo alla base della pesca), poi ho aperto le pesche a metà, eliminato il nocciolo (qualcuno sa come riutilizzare i noccioli delle pesche?) e sbucciate.

Ogni mezza pesca l'ho tagliata ancora a metà (praticamente ogni pesca è ridotta in 4 spicchi) e ho cominciato a riempire i vasi sistemando bene gli spicchi in modo da riempire i vasi con quanta più frutta possibile premendo delicatamente e versandovi man mano lo sciroppo di zucchero, fin quasi al bordo del vaso.

Poichè ho riutilizzato dei vasi passatimi dalla mia amica, ne avevo di diverse misure e quindi, per riempire quelli più piccoli, ho ridotto gli spicchi a cubotti.
Ho battuto un pò ogni vaso sul piano di lavoro per favorire la risalita di eventuali bolle d'aria e chiuso stringendo bene il tappo.

Ho sistemato i vasi dentro dei pentoloni col fondo "foderato" da uno strofinaccio e tenendo separati anche i vasi gli uni dagli altri con altri strofinacci opportunamente piegati.
Ho riempito i pentoloni fino a coprire i vasi e fatto bollire per mezz'ora dall'inizio del bollore.
Ho quindi sistemato i pentoloni all'esterno (che in cucina si formava troppo vapore...) fino a completo raffreddamento dell'acqua.
In questo modo si forma il sottovuoto (i tappi "rientrano" al centro).

Una volta asciugati bene, li ho riposti in cantina, pronti per essere divorati quest'inverno...
....sempre che ci arrivino, all'inverno... :P

venerdì 17 settembre 2010

PIRU' MI DA' PENSIERI...

Si sa che dare il permesso ai propri Mici di uscire di casa è una cosa bellissima, per chi può permetterselo perchè abita magari in una zona tranquilla, poco o nulla trafficata e con vicini praticamente tutti amanti degli animali...

Ma qualche giorno fa il mio Pirù si è perso il collarino con la medaglietta e sono 4 giorni che continuo comunque a lasciarlo uscire perchè ormai così è abituato e impazzirebbe a ritrovarsi all'improvviso rinchiuso, prigioniero di quattro mura e di genitori bipedi in preda all'ansia... Così ogni mattina esce dal garage accompagnato dalla Mimmilei, che poi Lei ormai è una veterana del quartiere e alla fine va dove le pare, mica posso imporle di fare da catsitter a quel troccolone di Pirù... :(

Insomma, fino a ieri ero comunque "quasi" tranquilla perchè CONVINTA che "illo" se ne stesse nei dintorni di casa... insomma, è castrato, parliamo chiaro... cos'ha da andare a cercare lontano?! (che per me "lontano" significa oltre 50 m di raggio da casa, per i miei mici...)

Invece questa mattina, per andare al lavoro, in ritardo come sempre, decido in cima alla nostra salitina di svoltare a destra anzichè a sinistra (come faccio il 99% delle volte) perchè girando a destra ho l'impressione di fare un pochettinino meno di strada (che se poi becchi sulla nazionale il semaforo rosso, arrivi più tardi che dall'altra parte...).
Quindi, tranquilla e sbadigliante arrivo all'incrocio con la strada che scorre parallela alla nostra via e... chi ti vedo, su un prato, vicino al cordolo della strada???!!!

MA PIRU' OVVIAMENTE!!! Seduto bel bello a leccarsi una zampina!!!

Del tipo "mi faccio bello così quando mi spalmano sull'asfalto non ho il pelo spettinato"?!
Oppure "mi faccio bello che tanto il Mondo è ai miei piedi e se passa un trattore si ferma ad ammirarmi"??
Oppure ancora "che noia... non passa nessuno..."

Ecco... a quella vista per un attimo mi si è fermato il cuore!!! Giuro!!!!

Lo so, lo so... era successa un'altra volta, ma quella volta eravamo a piedi io e Compare su quella strada e ce lo siamo trovato davanti all'improvviso, col muso ficcato dentro un cespuglio... avevo dato la colpa al fatto che ci aveva visti e seguiti... e me l'ero riportato fino a casa in braccio... 
Ma evidentemente c'è qualcosa che lo attira... forse il senso d'avventura o l'istinto a ficcarsi nei guai, che dal suo punto di vista ovviamente NON SONO MAI GUAI, ma il gusto di vivere! :)

Insomma, per farla breve, ho accantonato all'istante l'idea di arrivare in orario, mi sono avvicinata e fermata con la Microtta al Mio Micio (che non ha fatto una mossa da dove stava...) l'ho preso in braccio, sgridato (ma piano, che temevo che se si spaventava mi sfuggiva di mano correndo in mezzo alla strada...) e morbidamente adagiato oltre la recinzione del giardino di un nostro vicino (che ha il prato che guarda su questa strada)... ma a dire il vero avevo pensato di strozzarlo, lanciarlo, menargli, cambiargli i connotati, per lo spavento che mi ha fatto prendere... come dire... gatto morto causa "mamma" esaurita?! :*DDDD

OK, OK, il gatto ha due anni compiuti da un pezzo... chissà da quanto ci va da quelle parti infinocchiando ben bene la salute mentale mia e di Compare e, come minimo, rimedia pure coccole e cibo da qualcun altro... altrimenti non mi spiego tutta quella trippa... :DDD

OVVIAMENTE è già in preparazione la nuova medaglietta, ma non potrò ritirarla prima di mercoledì prossimo, la sera!! E chi campa fino ad allora?! E poi non l'ho trovata uguale all'altra, che era tutta tempestata di brillantini ^_______^

E' ovvio che ho anche il terrore puro che qualcuno se lo rubi o lo "adotti" pensando che non sia di nessuno... qualcuno sa se è possibile far installare un GPRS o come diavolo si chiama, ad un gatto?  :DDDD

A questo proposito, condivido al 1000x1000 l'invito della nostra Strega di Casetta di Strega di dotare i cani di medaglietta bella in vista, estendendolo per legge anche ai Mici che hanno una casa dove tornare...

E subito ecco l'eccezione... la nostra Carissima, Bellissima, Schizzinosissima Mimmilei NON ne vuol sentir parlare di qualsiasi cosa la faccia sentire "costretta"... anni fa provai a metterle il collarino ma fece le contorsioni fino allo sfinimento per toglierlo... E così a LEI non posso mettere la medaglietta... E non mi sento nemmeno in colpa per questo, perchè, se conoscete la sua STORIA, di come è arrivata da noi e di cosa potrebbe aver passato prima di trovarci... bè ecco... meglio lasciarla libera come l'aria... :*)

E ora vado fuori a chiamare quell'essere....

mercoledì 15 settembre 2010

CONFETTURA DI MORE SELVATICHE E UVA IN FUGA!

Dopo 5 giorni di astinenza forzata dai miei blogghini causa problemi tecnici di Telecom  (grrrrrrr) che ci ha lasciati “isolati” torno finalmente nel mio “mondo virtuale”!!!! ^_____^

E allora riparto con i miei sproloqui (pensavate di esservi liberati di me eh??!!!)….


Bene! Allora... il 5 settembre scorso, domenica mattina, vista la bella giornata di sole, io e il Compare ci siamo fatti una bella passeggiata a piedi, alla nostra “solita” Chiesetta.

Questa volta però ad un certo punto abbiamo preso una stradina di campagna che passa esattamente sulle colline sopra casa nostra, così da tagliare un po’ e vedere quali frutti aveva da offrirci il tragitto… :)

Ovviamente, non potevo non farmi incantare da un bellissimo albero stracarico di mele cotogne, non ancora mature purtroppo… e anche quando lo saranno mi toccherà fare come con la volpe con l’uva chè qui, sapete, se osate raccogliere anche una sola spiga di grano vi sparano a vista! 

Figuriamoci delle mele!!!! :*DDD

E così le cotogne sono rimaste là appese in attesa di una “turista-ladra” più scaltra e meno onesta di me… :DDD

Da lì abbiamo proseguito su un sentiero mai percorso prima e ci siamo ritrovati a costeggiare campi di erba medica (credo!) e poi un sentierino in un boschetto che fa da confine tra un campo e un altro, fino a sbucare di nuovo proprio ai piedi della nostra Chiesetta! ^______^

Al ritorno abbiamo visto e mangiato un saaaaaaacco di more belle pronte e succose e cosa potevamo fare, arrivati a casa, se non scatafiondarci di nuovo sulla collina con la Microtta, armati di cestini, guanti, forbici e… macchina fotografica?!!! :D

Memore anche delle risate che mi sono fatta leggendo il post di Verdesalvia delle Colline di Firenze, abbiamo raccolto quasi due chili di more (ma ne sono rimaste altrettante ancora sui cespugli in attesa di maturare…) e… dei grappoloni di uva bianca e nera favolosi!!!

Sapete, qui intorno tutti hanno un piccolo o grande vigneto e probabilmente qualche tralcio o qualche semino dev’essere sfuggito dal proprio filare e così in mezzo ai rovi delle more, spuntano dei rami lunghissimi d’uva carichi carichi di grappoli!

E che fai??
Non li prendi?
Non sto mica rubando!
Oh! ^________________^

Aveste sentito che acini dolci e succosi, pur essendo piccolissimi!

E così, appena arrivata a casa, il tempo di una doccia e di un pranzo domenicale-lampo e mi sono messa all’opera!

CONFETTURA DI MORE SELVATICHE
e UVA IN FUGA
(per 6-7 vasetti piccoli Bormioli)

977g di more
912 g di uva bianca e nera
300 g zucchero semolato
300 g zucchero di canna scuro
100 g succo di limone

Dopo aver accuratamente lavato e risciacquato la frutta raccolta, ho pesato il tutto (e i gr che vedete scritti sono precisamente quelli ottenuti…) e messo in un pentolone. Ho unito i due tipi di zucchero e il succo di limone e portato a bollore, coperto, a fiamma alta.

Appena ha cominciato a sobbollire ho dimezzato la fiamma, spostato leggermente il coperchio per lasciar fuoriuscire pian piano il vapore di cottura e lasciato andare per un’altra ora e mezza, mescolando di tanto in tanto.

Poi ho tolto la confettura dal fuoco e l’ho passata, sempre bella bollente, nel passaverdura con i fori più piccoli per eliminare tutti i semi dell’uva (erano acini troppo piccoli e ogni acino conteneva un solo seme, sarei impazzita ad aprirli prima uno per uno…) quindi ho rimesso tutto sul fuoco nella stessa pentola della prima cottura. un’altra ora e mezza e tenendo mescolato più spesso ed accuratamente, con la fiamma al minimo.

Ho fatto la prova-piattino (un cucchiaino di confettura su un piatto freddo, lasciato freddare e inclinando il piatto, se la confettura non si sposta o lo fa mollllllllto lentamente, è pronta) quindi ho preso un po’ di vasetti che avevo nel frattempo già lavato e ben asciugato e sterilizzato, tenendoli capovolti su una piastra liscia bollente, per qualche minuto.

Badate bene di tirarli via dalla piastra usando un guanto da forno o comode presine, se non volete lasciare sul vetro, come etichetta, i vostri polpastrelli!!! … ehemm… :DDD

Riempito i vasetti, li ho chiusi con i loro coperchi stretti ben bene e lasciati a freddare a testa in giù fino a completo raffreddamento (il mattino dopo per essere più tranquilla).

Quindi li ho di nuovo raddrizzati e visto che il sottovuoto si era formato perfettamente (ovvero il tappo deve “rientrare”) bè… ne ho subito inaugurato uno per la colazione :P***

L’ha già assaggiata anche il Cuginotto del Compare e ha fatto un saaaaaaacco di complimenti! E ne sono felice perché pensate che non è nemmeno amante dei dolci! ^____^

L’unico consiglio che ha dato e che vi passo vivamente, non avendoci stupidamente pensato io… sob!, è di filtrare ulteriormente la confettura per eliminare anche i semini delle more! Perché è davvero buonissima ma si avvertono un po’ troppo sotto i denti… :)


venerdì 3 settembre 2010

TARALLINI PUGLIESI

Chi è che non conosce quegli anellini/di pane saporiti, scrocchianti, a volte speziati, che si comprano a sacchetti nei supermercati?! ^______^

A noi piacciono tantissimo, solo che li compro di rado perchè sono piuttosto saporiti e conditi e quando cominci a mangiarne ne diventi dipendente... :P***

Insomma, per farla breve, mi chiedevo se fosse possibile anche farli in casa... così ho fatto una "piccola" ricerca e ho trovato una ricetta semplicissima negli ingredienti, anche se un pò laboriosa nell'esecuzione, o meglio, occorre anche una buona dose di pazienza... :*D

Se avete voglia di passare qualche ora in cucina, anzi, ancora meglio se li fate in compagnia, tra una chiacchiera e una risata, questa è la ricetta giusta! ^__________^

A me, tra le foto e l'imbranataggine della prima esecuzione, mi sono partite 3 ore abbondanti... :*D

Premetto che ho seguito la ricetta trovata nel blog Passione & Cucina, ma ho raddoppiato le dosi e fatto qualche piccola variazione, dovuta alla consultazione di almeno un'altra ventina di ricette sempre viste sul web... sinceramente non ricordo tutti i siti visitati :*D quindi ho pensato fosse giusto menzionare almeno il primo che mi ha colpita, quindi, alla fine, la mia versione è questa:

TARALLINI PUGLIESI

500 gr farina di Manitoba "00"
500 gr farina di farro integrale bio
250 gr olio evo
300 gr di vino bianco secco (ho messo il Verdicchio di Matelica)
3 cucchiaini rasi di lievito in polvere
3 cucchiaini rasi di sale fino
2 cucchiaini di zucchero
4 rametti di rosmarino
carta forno
forno ventilato a 220°


Si può impastare tutto anche a mano in una ciotola, ma io il lavoro duro l'ho fatto fare al mio Kenwood! ^______^

Nella prima ricetta che ho visto (ovvero quella del blog menzionato) non erano presenti nè lievito nè zucchero, ma siccome in parecchie delle altre c'erano, in proporzioni variabili, li ho messi anch'io.
Inoltre ho voluto dar loro un saporino in più aggiungendo il rosmarino, come prima prova, ma la prossima li farò anche con altre erbe/spezie! ^______^

Allora, ho messo tutti gli ingredienti nel contenitore del Kenwood (i rametti di rosmarino li ho prima lavati, tamponati bene per asciugarli, defogliati e tritati gli aghetti a coltello fini fini) ho messo il gancio impastatore (quello fatto come un "uncino") e ho fatto impastare per una decina di minuti a velocità media.

Poi ho prelevato la massa e l'ho lavorata un altro pò a mano, sulla spianatoia di legno, senza aggiungere farina o altro e l'ho rimessa nel contenitore del Kenwood a riposare una mezz'ora, coperta con uno strofinaccio.

Ho acceso il forno, portandolo a 220° ventilato.

Ho messo sul fuoco una pentola grandina con poco sale grosso e mentre questa arrivava a bollore, ho cominciato a formare i tarallini.

Ho prelevato delle piccole porzioni di impasto, ne ho fatto dei cilindretti lunghi una ventina di centimetri e grossi quanto dei wusteroni.
Da questi ho con un coltello a lama liscia, ho ricavato dei cilindretti larghi circa mezzo centimetro, che ho lavorato due alla volta (uno per ogni mano) tirandoli a "bisciolino" sulla spianatoia e chiudendoli ad anello e schiacciando bene l'una sull'altra le due estremità per farle aderire.

Quando l'acqua ha cominciato a sobbollire, di fianco ai fornelli mi ci sono preparata uno strofinaccio pulito, aperto sul piano di lavoro ed ho cominciato a tuffare i tarallini crudi nell'acqua 7 o 8 alla volta.

Dopo qualche minuto vengono a galla da soli.

A quel punto si prelevano con un mestolo forato e li si adagiano ad asciugare sullo strofinaccio fino a che si freddano.
Poi vanno disposti sulla placca del forno rivestita di carta forno (ho pensato di fare così visto che sono già belli untini, anzichè riungere la placca del forno stessa...) e lasciati cuocere con la funzione "ventilato" per una quindicina di minuti o, meglio ancora, tirandoli fuori quando la superficie è bella dorata e farli freddare su una griglia.

Non sono affatto difficili come credevo, da fare!

E poi mi sono divertita a crearne anche di altre forme, come dei nodini o delle "chicchere", come la fantasia vi dice...

Ci vuole solo, lo ripeto,  

TANTA, TANTISSIMA PAZIENZA!

Conviene conservarli o in un sacchetto di carta (quelli da pane per intenderci) o anche in un bel cestino, protetto magari da una retina.

Non chiudeteli in un sacchetto di plastica o un contenitore ermetico perchè sennò tendono a diventare gommosi....

Risultato della prova? Più che soddisfatta direi, anche perchè son già finiti! :DDD