venerdì 30 settembre 2011

CONFETTURA DI PESCHE, FICHI E RHUM

Mi sa che quest'anno il Sig. Inverno non mi troverà affatto sprovveduta di tanti bei vasettini dove ho cercato di rinchiudere tutto il calore, la luce e la bellezza di questa Estate appena trascorsa e, anche se ci ha fatto penare l'inferno in certi giorni, già mi manca... :*)

Questa per esempio, è una confettura che ho preparato ai primi di settembre con delle pesche gigantesce comprate al super, alle quali ho poi aggiunto una bella bustona di fichi assolutamente bio regalatimi dall'amica e vicina di casa MG e... che ho "ubriacato" un pò con un cicchetto di rhum... :P

CONFETTURA DI PESCHENOCI
GIGANTI, FICHI E RHUM
 (dosi per un totale di frutta di circa kg. 4 al netto di bucce e noccioli)

kg 2,5 di pesche noci giganti
kg. 2 circa di fichi a buccia verde
g 1050 di zucchero semolato
1 limone
3 buste di Pectina 3:1
2 bicchierini di rhum Pampero

Ho lavato ben bene le pesche perchè, purtroppo, non erano bio :(

Tagliate in 4 spicchi, eliminato i noccioli interni e sbucciate, le ho ridotte a cubottoni e messe in una pentolona bella larga e dai bordi alti, insieme ai fichi, anch'essi prima ben lavati, tamponati con carta scottex e tagliati in 4 spicchi, unendo anche il succo di un limone spremuto, il Rhum, dato una bella mescolata e coperto temporaneamente con uno strofinaccio.

In un'altra ciotola ho versato lo zucchero e la pectina e mescolati per amalgamarli bene, quindi ho versato il tutto sopra la frutta nel pentolone e acceso il fuoco a calore medio e incoperchiato, lasciando una fessura da un lato così da lasciar uscire pian piano il vapore.

Mentre la frutta andava al bollore, ne ho approfittato per rinfrescare di nuovo un bel pò di vasetti (16-18 tra piccoli e medi), che tengo sempre di sotto in uno scatolone già puliti e chiusi col loro coperchio, così da non perdermeli in giro ^^ e quindi li ho asciugati con uno strofinaccio pulito e messi tutti in fila pronti per essere riempiti.

Da quando è partito il bollore, ho lasciato andare un'ora buona e non solo i 3 minuti che dice sulla confezione della pectina, perchè ho provato ma alla prova-piattino, la confettura era ancora mooooooooolto lenta... e poi mi piace che cuocia di più, ecco! :D

Terminata la cottura, poichè le pesche non si erano del tutto sfatte (ma i fichi si!) ho dato una bella frullata con il minipimer rendendo il tutto molto omogeneo e "cremoso".
10-15 minuti prima di spegnere sotto il pentolone, ho messo a scaldare sul gas una piastra liscia e vi ho messo i vasetti a testa in giù a scaldare ben bene, che così, l'interno si sterilizza ulteriormente.
Dunque, ho riempito i vasetti fin quasi all'orlo (prendendoli mano a mano via dalla piastra indossando un guanto da forno!!!!), chiuso ben stretto e sistemati di nuovo a testa in giù su un piano di legno e lasciati così fino al giorno dopo; quando li ho raddrizzati erano tutti perfettamente sotto-vuoto (ovvero il tappo aveva la classica rientranza al centro)

Ho quindi appioppato ad ognuno di loro una bella confezioncina e via, di sotto in dispensa! ^^

PS: qualcuno di voi vede su Gambero Rosso (Canale 411 di Sky) "Le Conserve di Camilla"??!!! 

Cosa non darei per una cucina come quella!!!!!! ^____________^

martedì 27 settembre 2011

QUICHE DI VERDURE E BRIE

La mia prima Quiche!!! ^_____________^

Chissà mai di chi sarà la "colpa"??!!! :DDD

Per chi mi segue da un pò e conosce quella pazza scatenata che sta dietro i fornelli della Trattoria, avrà già capito...MA per chi ancora non lo sapesse, siamo tutte quante chiamate a partecipare alla mega-raccolta ispirata all'Abbecedario, dove ad ogni lettera dell'alfabeto corrisponde una ricetta particolare, e in questi giorni siamo arrivati alla Q!!!!! 

Anche questo un modo per rendermi conto di quanto voli il tempo!!! 
Mi sembra IERI che mi lambiccavo il cervello pensando a cosa diavolo mai fosse un ASPIC!!! :*DDD

Perciò cancio alle bande, no.. cancie al bando... no, bando alle cance insomma quella roba lì e passo subito alla ricetta:


QUICHE DI VERDURE
E BRIE

per il ripieno
5 zucchine medie
3 melanzane lunghe
8-10 pomodorini pachino
1 cipolla bianca grossa
1 rametto di salvia (7-8 foglie)
2 cucchiai di olio
1 bicchiere di acqua
sale q.b.
erbe provenzali
2 uova
1 cucchiaino (molto) raso di peperoncino in polvere
per la pasta
250 di semolino
2 cucchiai di olio evo
1/2 bicchiere scarso di acqua tiepida
1 pizzico di sale fino

ciaffi da cucina indispensabili
1 spianatoia
1 mattarello
1 tortiera da crostata di 24 cm. di diametro
1 forchetta o un rullo per bucherellare

DUE giori prima preparare la padellata di verdure, tagliando a cubotti le zucchine e le melanzane (nelle zucchine, se ono presenti i semi, eliminare la parte centrale) e tagliare a fette non troppo sottili la cipolla e in quarti i pachini, eliminando, dagli stessi, i semi.

Mettere a scaldare in una padella larga antiaderente, un'emulsione fatta di acqua e olio evo con due spicchi di aglio interi, spellati, infilati in uno stuzzicadenti. Far cuocere fino a che l'aglio diventa traslucido, quindi eliminarlo e unire tutte le verdure insieme al rametto di salvia e alle erbe provenzali, aggiustare con un bel pizzicone di sale fino, coprire e lasciare cuocere a fuoco lento per una mezz'ora buona.

Spegnere quindi la fiamma, trasferire il tutto in uno scolapasta posato dentro una ciotola capiente, così da far scolare il liquido di cottura in eccesso, coprire e lasciare freddare.

Il giorno successivo preparare l'impasto versando il semolino (sì, proprio quello che si usa per fare i famosi gnocchi alla romana...) in una ciotola, farvi un buco al centro e versarvi l'acqua, l'olio evo e un pizzico di sale e, volendo, anche altri aromi/spezie (semi di papavero, erbe essiccate, pistilli di zafferano, curry in polvere, ecc. ecc....) e cominciare ad impastare dapprima con una forchetta, poi quando l'impasto diventa più duro, fare con una mano fino a che si formerà una bella palletta soda.

Posarla sulla spianatoia e con il mattarello farne una sfoglia il più sottile possibile, anche 3-4 mm.

Non attaccherà nè al mattarello nè alla spianatoia :)

Arrotolarla quindi delicatamente sul mattarello stesso e posarla in una tortiera bassa, da crostata precedentemente unta con un velo di olio evo.
Aiutarla pian piano a scendere e ad aderire al fondo e alle pareti, quindi bucherellare con cura il fondo della pasta stessa.

Con il mattarello passare con decisione sul bordo della tortiera così da "tagliar"  via l'eccesso di pasta e ottenere un bordo pulito e ordinato.

Disporre sul fondo del formaggio tipo brie molto morbido, a tocchetti, quindi versarvi sopra la padellata di verdure fatta il giorno prima.

Sbattere in una ciotolina le due uova con un pizzico di sale e il peperoncino in polvere quindi versarle distribuendole con cura su tutte le verdure e finire il formaggio tipo brie sulla torta stessa, sempre a tocchetti.

Infornare a forno già caldo a 180° per 45-50 minuti o fino a che vedrete la superficie della torta ben cotta e senza praticamente più liquido ribollente.

Sfornare, lasciare freddare e conservare in frigorifero fino al giorno successivo!

E' ottima sia tiepida che fredda... e con questo ho scoperto un altro angolino di quell'immenso Universo che è la cucina casalinga! :DDD

Noi l'abbiamo mangiata la sera stessa per evidenti necessità (una fame... e una curiosità!!!) ma la quiche rimasta ce la siamo finita il giorno dopo a pranzo e devo ammettere che era molto più buona! Forse perchè stando lì "ferma" i sapori hanno avuto tutto il tempo di amalgamarsi... :)

La proporrei, sinceramente, anche come Piatto Salvacena... infatti si può anche congelare, una volta cotta e ben freddata in frigo, già porzionata, e ricorrere ad un paio di belle fettone per una cena improvvisata, o una fettina come antipasto per una cena tra amici... imprevista... epperciò la segnalo anche a Mila del blog La Scimmia Cruda per il suo contest "PIATTI DI SALVATAGGIO", appunto dedicata ai piatti che possono salvarti una serata ;P

 C'è tempo ancora fino al 30 settembre se volete partecipare! ^^

giovedì 15 settembre 2011

PAN SPEZIALE CERTOSINO (di Bologna)

Non voglio barare, giuro, ma sto trovando in questi giorni altre ricette di "panpepati" o "pampepati" o "pampapati" e non posso cucinarli tutti entro il 15... cioè oggi :*DDD
E la P dell'Abbecedario della Trattoria impone una ricerca approfondita, sudata, sospirata :*DDDD

Però PROMETTO che questa ricetta che propongo ora e che COPIO PARIPARI dall'enciclopedia di Cucina Regionale Italiana (volume dedicato all'Emilia e Romagna) la sperimenterò nel periodo natalizio!

E poi dai... un pò di spazio anche alla bellissima Rivale della mia Ferrara bisogna lasciarlo no? 

Vi esorto a ricordarmelo eh?? Anche perchè una foto del dolce realizzato sarà d'obbligo...  ^______________^

PAN SPEZIALE CERTOSINO


difficoltà: media
preparazione: 30 minuti + 1 ora di riposo del composto + 1 giorno di riposo del pan speziale
cottura: 45 minuti
vini consigliati: (addirittura!) Albana di Romagna passito (bianco) o Breganze Torcolato (bianco)

Ingredienti per 8 porzioni

80 g cioccolato fondente
180 g mandorle pelate
30 g di scorze di arancia candite
30 g di cedro candito
200 g di miele
300 g di farina bianca
15 g di bicarbonato
1 cucchiaino di cannella
40 g di pinoli
1 cucchiaino di semi di anice
1 tuorlo
40 ostie (grandi)

Tagliate a scagliette il cioccolato; mettete da parte 30 g di mandorle, 10 g di scorze d'arancia e 10 g di cedro candito.

Scaldate in un tegame il miele fino a quando diventa completamente liquido.
In una ciotola mescolate la farina setacciata, il bicarbonato e la cannella; unite le mandorle, i pinoli, il cioccolato, i semi di anice, i canditi, 1 tuorlo e versatev sopra il miele appena tiepido.

Lavorate gli ingredienti per dare omogeneità e compattezza al composto.

Se risultasse troppo duro, aggiungete via via poca acqua calda.

Foderate con le ostie il fondo e i bordi di una tortiera a cerniera di circa 24 cm di diametro, riempitela col composto e livellatelo.

Guarnite la superficie del dolce ditribuendovi le mandorle, le scorze d'arancia e il cedro canditi tenuti da parte.

Fate riposare il Pan Speziale per 1 ora, quindi cuocete in forno caldo a 180° per 40 minuti.

Liberatelo dallo stampo e consumatelo il giorno dopo.

Allora, ho cercato notizie di questo tipo di "Pan pepato" e ho trovato notizie QUI e varie versioni della ricetta QUI (ricetta depositata alla CCIAA di Bologna!!!!) e poi QUI, QUI, 
QUI............................. ^______________^

mercoledì 14 settembre 2011

PAMPAPATO (e due!)

Dopo il PRIMO, ecco in arrivo un altro tipo di Pampapato ferrarese... confesso che questa volta mi limito alla sola trascrizione degli ingredienti e del procedimento, sempre presi dalla Mitica Agenda di Mamma Cri, perchè non ho il tempo materiale per farli... e ho ancora una bella scorta di quelli appena fatti ^_____________^

Però non voglio deludere gli appassionati di questo tipico dolce (natalizio) ferrarese e così si arricchisce anche la raccolta della Trattoria dedicata appunto, alla P di...



Una doverosa premessa... non spaventatevi per il quantitativo delle dosi, perchè ANCHE questa versione di Pampapato è stata realizzata, come dicevo nel post precedente, dalla scuola dove lavorava Mamma Cri e quindi, sono "esagerate" per una preparazione casalinga, ma basta fare le dovute proporzioni... e comunque, doveste farlo, non calcolate le dosi per ottenere UN solo Pampapato, ma fatene almeno una decina... perchè tra l'assaggio e il donarli a parenti e amici.... si sa come va a finire no? :)

PAMPAPATO ANTICO

kg. 20 di farina
kg. 12 di mandorle (spellate e tritate)
kg. 8 di cedrini
kg. 3 cacao amaro
kg. 15 zucchero
kg. 4 miele
500 g di spezie
lt. 6 acqua naturale
kg. 2 biscotti secchi sbriciolati
1/2 hg. di ammoniaca

per la copertura
kg. 6 cioccolato fondente Emilia Zaini
1 cucchiaio di olio evo delicato ogni 4 hg di cioccolato
1 spruzzata di alcool alimentare a 95°

In un tegame a fuoco lentissimo (senza farlo bollire) sciogliere il cacao con l'acqua, il cioccolato, lo zucchero e il miele.
Impastare con questo composto tutti gli altri ingredienti.

purtroppo, per quanto riguarda le spezie, sull'agenda non specifica QUANTA cannella e QUANTI chiodi di garofano, ma solo il peso totale delle due insieme e sono passati troppi anni perchè mamma Cri se ne ricordi... però fate conto che i chiodi di garofano sono molto, molto aromatici.... 

Fare le forme a cupola e cuocere per 30 minuti a forno già caldo a 180°.

Se durante la cottura si sono formate delle crepe, fare un composto di cacao dolce, cioccolato fuso e biscotti sbriciolati, stuccare le crepe e lasciare riposare per assestare.

Tenere a riposto, in luogo umido (o tenendo coperto con strofinaccio mantenuto sempre bagnato e ben strizzato) per 10 giorni, quindi passare alla copertura vera e propria con cioccolato fondente Emilia fuso a bagnomaria, a cui va aggiungo e ben amalgamato l'olio d'oliva e l'acool alimentare.

Spatolare bene sia la base che la calotta, prima l'una poi l'altra, quando ben solidificato la base.


Chi vuole provare questa versione? :)

domenica 11 settembre 2011

IL PAMPAPATO DI FERRARA




Solo la Trattoria con il suo Abbecedario poteva farmi uscire definitivamente dal torpore culinario in cui ero caduta durante le vacanze, anche per colpa del caldo a dire il vero, che sarà anche un argomento trito e ritrito, ma tanto caldo lo è stato lo stesso... :P

E così, mi sono TUFFATA letteralmente in una gran ciotolona di ingredienti per raccogliere questa ennesima sfida ai fornelli o per meglio dire, al forno, visto che ho dovuto riattivare questo Mostro sputa-calore mettendo alla prova me stessa e le mie "doti" culinarie per sfornare uno dei dolci tipici della mia amatissima FERRARA, ovvero il PAMPAPATO ma se lo si chiama PAMPEPATO va bene lo stesso, anche se il pepe non c'è per niente! ^___^

A dire il vero, non è che sia proprio già il periodo giusto per consumarlo, infatti è uno dei dolci tipici  di Natale e, ora che li ho fatti, capisco anche il perchè :*D ma ormai lo si può trovare tutto l'anno, vista la grande affluenza di turisti che vogliono portarsi a casa un dolce pezzetto di Ferrara... mangereccio ^^

La storia di come è nato questo dolce la potete trovare QUI e consiglio di leggerla perchè è davvero interessante :)

Ma ora ecco quella che potrei annoverare tra le "mie" personali "12 fatiche di Ercole" :DDD

PAMPAPATO di FERRARA
dosi per 7 pampapati da 300 g. 
+ 8 pampapatini da 65 gr. ciascuno

per l'impasto
200 gr di mandorle spellate
200 gr di cedro candito 
100 gr di pinoli
200 gr di cacao in polvere dolce
100 gr di cacao in polvere amaro
500 gr di zucchero semolato
700 gr di farina 00
300 gr di marsala classico
100 gr di acqua
1 tazzina di caffè concentrato
2 cucchiaini colmi di cannella in polvere
3 chiodi di garofano

per la copertura finale
800 g ca. di cioccolato fondente "Emilia" di Zaini

Forno preriscaldato a 160/170°

Tritare al coltello grossolanamente le mandorle e poi il cedro candito.

Tritare finemente i 3 chiodi di garofano in un buon macinino, insieme ad un poco di zucchero, così da riuscire a raccogliere meglio la polvere (se tritate i chiodi di garofano da soli, data l'esigua quantità, ve li perderete attaccati alle pareti del macinino, invece con lo zucchero insieme, recuperete lo zucchero aromattizzato ai chiodi di garofano molto più facilmente ^^ )

Unite in una ciotola bella capiente tutti gli ingredienti "secchi" e mescolate bene per amalgamarli, quindi fate un buco al centro e versatevi il caffè e il marsala e cominciate a mescolare il tutto aiutandovi all'inizio con un cucchiaio di legno o una spatola rigida.
Quindi, affondate le mani nell'impasto e lavoratelo fino ad ottenere una massa bella compatta, soda ma appiccicosa; se la massa non si compatta ma rimane granulosa e "separata", aiutatevi aggiungendo poco alla volta dell'acqua a temperatura ambiente.

Vi avverto... facendo questo impasto, vi risparmiate almeno 3 sedute di palestra!!! :PPP

Foderate di cartaforno la placca del forno quindi, bilancia a portata di mano, bagnatevi bene le mani e prelevate delle porzioni di impasto a formare delle palle di 300 g circa l'una o anche più grandi se volete (massimo 500 gr per comodità) e posatele sulla placca appiattendole leggermente a formare una cupoletta.

Se volete, come ho fatto io, potete farne anche di piccoli, con palle da 60-65 g l'una... a vostro piacimento.

Infornate e lasciate cuocere per 45-50 minuti in forno non ventilato controllandone la cottura.

Quando saranno pronti, ve ne renderete conto perchè in superficie si formeranno delle crepette, ma per sicurezza, infilate al centro uno stecchino di legno, se esce perfettamente asciutto, potete sfornare.

Se dovete cuocere in due o più riprese, l'impasto rimanente tenetelo coperto con un panno umido perchè non secchi in superficie.

Una volta sfornati tutti i Pampapati, adagiateli su una griglia e copriteli con uno strofinaccio di cotone bagnato d'acqua e molto ben strizzato e lasciateli così più giorni, fino a che avranno "riposato" bene, rinnovando ogni volto la bagnatura dello strofinaccio.

I miei hanno riposato 5 giorni interi, ma possono arrivare anche a 10, secondo le dimensioni dei Pampapati...

Quindi passate alla copertura finale, facendo sciogliere a bagnomaria il cioccolato fondente e con l'aiuto di con una spatola coprite prima il fondo, lasciandoli poi in frigorifero perchè asciughi e diventi duro al tatto, quindi ripetete l'operazione colando il cioccolato sulle calotte fino a completa copertura.

Ora sono pronti per essere mangiati o... per essere incartati belli stretti in carta d'alluminio e confezionati a piacere... io ho scelto di incartarli poi in fogli di carta-paglia e scritto sopra il contenuto con dei semplici ghirigori con un pennarello a punta grossa...

La ricetta che ho presentato è quella ORIGINALE usata tanti anni fa dalla mia Mammina in occasione di una piccola Mostra-Mercatino organizzata da una professoressa della scuola dove lavorava appunto la mia mamma e insieme riuscirono a carpire la ricetta ad un pasticcere famoso in città e fecero un quantitativo ENORME di impasto, TUTTO a mano, che se ci penso mi sento male... :DDD











Quei Pampapati sono rimasti nella storia e nel "curriculum" di mia mamma come una delle cose più belle che abbia fatto in tutta la sua carriera lavorativa e la ricetta è gelosamente custodita nella sua agenda dei piatti preferiti! 

Ovvio che le abbia "rubato" l'agenda... :DDDD

Una nota dell'ultimo momento... avevo scordato di scriverlo :P

Per fondere il cioccolato di copertura, ho adottato la tecnica del Temperaggio a innesto, che avevo sperimentato QUI e sperimentato grazie a LEI! ^____________^

Però ci tengo a precisare che questa è una cosa in più che ho voluto fare io, così tanto per fare un pò di esercizio, ma la mia mammina ha detto che non è fondamentale, che la copertura viene bene lo stesso ;P

domenica 4 settembre 2011

LIQUORE DI LIQUIRIZIA... senza il Bimby!

Abbiamo dato fondo, durante le ferie, all'ultima bottiglia di liquirizia fatta con il Bimby lo scorso anno... a dire il vero, avevo anche provato a rifarlo home made, come va tanto di moda dire ora, senza l'ausilio di atrezzi-salva-fatica vari ed era venuto davvero buono, lo confesso, ma era praticamente... analcolico!!! 

Così, prima di postare quell'esperimento, ho preferito aspettare di terminare anche quella seconda produzione e provare a rifarlo con tutti i crismi, ma sempre senza l'ausilio del Bimby, che non ho e non posso andare a rompere le scatole alla vicina solo per un liquorino no?! :D

Così, ecco qui la mia personale reinterpretazione di questo liquore stratosfericamene buono, ma così buono che... risolleverebbe il morale anche al Mitico Brontolo!!! ^_______^

LIQUORE DI LIQUIRIZIA


200 g di liquirizia purissima
700 g di alcool alimentare a 95°
1,5 lt di acqua naturale
800 g di zucchero semolato

Frullare in un buon macinino la liquirizia con parte dello zucchero fino a renderli in polvere, quindi unire al restante zucchero e mettere il tutto in una pentola capiente insieme all'acqua e portare a bollore, mescolando di tanto in tanto.
Appena l'acqua bolle, abbassare la fiamma e mescolare controllando che la liquirizia si sia sciolta perfettamente (non devono restare granellini attaccati al cucchiaio) quindi spegnere e porre la pentola a freddare da una parte (io l'ho messa fuori coperta con la retina paraschizzi, così da velocizzarne il raffreddamento... senza surriscaldare la cucina... che fa ancora un caaaaaaaaaalllldo oggi... )

Quando il liquido diventa tiepido, aggiungere l'alcool, mescolare bene e imbottigliare subito.

Chiudere bene le bottiglie e mettere "a riposo" in luogo fresco e buio per qualche giorno.

E' un liquore che si può bere praticamente da subito, ma, datemi retta, se gli lasciate il tempo di "riposare", sarà ancora più buono!!! :P***

Ah! Dimenticavo, quando vorrete berlo, conservate la bottiglia in frigorifero perchè fresco dà il meglio di sè (almeno secondo i gusti di casa...) e agitate sempre la bottiglia prima di versare :)

giovedì 1 settembre 2011

NASELLO INNAMORATO ^^



Perchè Nasello Innamorato dite? ... bè, ieri sera, sul lavandino, appena uscito dall'involto del pescivendoolo, s'è trovato davanti, così belle verdi, lunghe, sode, pronte per essere affettate e trifolate in padella 5 zucchine e quelle scostumate, si son messe a fargli l'occhiolino e a rotolare languidamente sotto il getto dell'acqua, roba da vietato ai minori!!!!... e ha cominciato a frignare "no! no! non ridurle a fettine no, ti pregoooooooooooo, fammi pure a pezzi se vuoi, ma loro, le voglio intere!!" e come non lasciarsi commuovere da tanto ardore?! o.O'''

Così ho deciso di accontentarlo e far sì che potesse prender possesso di loro, fondendosi insieme in un abbraccio d'amore eterno... o almeno... finchè non hanno incontrato le nostre boccucce sante! ^______^
(notato il sorriso da Nasello soddisfatto? :P)

NASELLO INNAMORATO
(dosi per 2 boccucce affamate)

1 nasello intero
5 zucchine verdi di media grandezza
1/2 cipolla tipo Tropea
1 carota piccola
pangrattato
sale q.b.
erbe provenzali
1 limone bio piccolo
1/2 cucchiaino di curry dolce
olio evo q.b.
1/2 bicchiere scarso di vino bianco

Forno a 200°

Lavare ed asciugare le zucchine, eliminarne le estremità e tagliarle a metà o in tre parti se sono molto lunghe.
Svuotarle accuratamente con un levatorsoli o un coltello affilato e metà della polpa ricavata, ridurla a pezzetti piccoli con il coltello.

Versare all'interno delle zucchine così svuotate,  un pò di sale fino e lasciare agire una mezz'oretta almeno sistemandole in posizione verticale su una griglia, così che scoli via un pò di liquido di vegetazione.


Sfilettare il Nasello che vi sarete già fatto pulire dal pescivendolo (qui lo fanno!) e tritare al coltello la sua bella carne bianca e delicata, condirla con il curry, le erbe provenzali (grazie VerdeLinda! ^^) un pò di sale fino, la scorza grattugiata del limone e un trito di carota e cipolla Tropea e la polpa delle zucchine; unire quindi 2-3 cucchiai di pangrattato e un filo d'olio evo e mescolare il tutto delicatamente con le dita.

Quindi riempire le stesse con il composto di Nasello compattando bene.

Mettere un pò di pangrattato in una ciotolina e pucciarvi le estremità delle zucchine farcite, quindi disporle in una pirofila di ceramica grande abbastanza da contenerle tutte belle vicine, spargendo prima sul fondo un pò di olio evo, eliminando l'eccesso con uno scottex ed infine il vino (anche meno di mezzo bicchiere...e ho usato quel che avevo a disposizione, ovvero del Trebbiano ^^)

Dopo aver disposto le zucchine, versare sopra e negli spazi tra l'una e l'altra l'eventuale ripieno rimasto (dovrebbe rimanerne sicuramente!), altro pangrattato e un filo d'olio evo.
Cuocere in forno già bello caldo a 200° per 40-45 minuti o fino a che la superficie e tutto intorno appare bella dorata e croccante.

Bon Appetit! :)


Tra vacanze, caldo infinito, penniche altrettante infinite, passeggiate, mamma, papà e amici... mi sono persa un saaaaaaacco di letterine dell'Abbecedario della Trattoria Muvara... infatti sono già arrivati alla lettera O di Oca!!! :P

Epperò Aiù è tanto buona e disponibile che... ha accettato lo stesso la mia ricettina per la letterina N di... Nasello! :D

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